Medici di famiglia nelle Case di comunità, presentato l’accordo integrativo regionale

Si rafforza il ruolo dei medici di famiglia nell’assistenza sanitaria territoriale

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sabato 02 agosto 2025 18:35

Il presidente Eugenio Giani e l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini hanno presentato il nuovo accordo integrativo regionale per i medici di medicina generale, che sarà approvato dalla giunta la prossima settimana. A distanza di dodici anni dall’ultima intesa, con il provvedimento si andrà a rinnovare e rafforzare massicciamente l’assetto dell’assistenza territoriale in coerenza con il decreto ministeriale 77 del 2022 e la delibera regionale 1508 che riorganizza i servizi sanitari territoriali in Toscana. 

 

"Una svolta verso un modello di medicina di prossimità proattiva, integrata e multidisciplinare. E un ulteriore passo in avanti verso una nuova assistenza sanitaria territoriale che si attuerà pienamente quando, da qui a metà del prossimo anno, tutte le case di comunità finanziate con le risorse del Pnrr saranno ultimate", così la Regione definisce l'accordo.

 

In via sperimentale, visto che ancora manca un accordo nazionale, i medici di famiglia svolgeranno la propria funzione anche all’interno delle Case di comunità, con un presidio notte e giorno nelle sedi hub. L’accordo ridisegna anche le Aft, le aggregazioni funzionali territoriali dei medici, che saranno sempre più aderenti con gli ambiti territoriali. Sono previsti incentivi per assumere personale infermieristico e di segreteria e dovrà essere garantita una continuità assistenziale sette giorni su sette alla settimana

 

Un modello che mira a garantire in tutte le realtà della Toscana standard qualitativi omogenei in tutti i territori, individuando strumenti per rispondere alla carenza di medici di medicina generale, in particolare le aree interne, periferiche, montane ed insulari. Il coinvolgimento dei medici di famiglia, su base volontaria, nell’offerta di diagnostica di primo livello offrirà invece un contributo alla riduzione delle liste di attesa.

 

“E’ una vera soddisfazione – commenta il presidente Giani - aver raggiunto in Toscana, attraverso il nostro lavoro e grazie alla collaborazione e all'intesa con i medici famiglia, il primo accordo in Italia a definire tutto ciò che è previsto dal Dm 77 rispetto all’organizzazione della sanità territoriale del futuro. E’ un accordo che ha significato nazionale perché tramite questa intesa riusciremo a popolare di personale sanitario le case e gli ospedali di comunità, dunque ad attuare davvero il nuovo modello della sanità territoriale. Nei giorno scorsi ho partecipato all’inaugurazione di varie case di comunità, in zone diverse della Toscana, ma la vera rivoluzione avverrà nel momento in cui i medici di famiglia, associati, avranno in esse il loro ambulatorio. È evidente – aggiunge Giani - che le case di comunità diventeranno un punto di riferimento sanitario ulteriore per i cittadini, che troveranno risposte e continue e permanenti per i propri bisogni di salute”.

 

“Quello che abbiamo presentato - commenta l’assessore Bezzini - è molto di più di un semplice accordo sindacale: è la definizione di una parte fondamentale del nuovo modello di assistenza territoriale. In Toscana i medici di famiglia saranno protagonisti nello sviluppo delle case di comunità e degli ospedali di comunità e, grazie a un’organizzazione in rete, garantiranno il presidio sanitario anche nei piccoli centri delle aree interne e periferiche della regione. Si tratta  - sottolinea ancora l'assessore - di un accordo che introduce innovazioni uniche nel panorama nazionale, confermando la capacità della Toscana di sperimentare e costruire modelli organizzativi territoriali all’avanguardia. Di grande rilievo, inoltre, sono i passaggi dedicati al contributo della medicina generale al contenimento dei tempi di attesa e alla promozione dell’appropriatezza prescrittiva, due elementi decisivi per migliorare la presa in carico delle persone".    

 

Soddisfazione anche per il direttore della direzione a welfare e sanità della Regione, Federico Gelli, che esprime “un grande ringraziamento per il lavoro fatto dagli uffici della Direzione in collaborazione con le Asl, perché con l’accordo si avvia un nuovo modello sperimentale ed innovativo che si candida a diventare un riferimento a livello nazionale”. 

 

“Questa è una giornata importante - spiega Niccolò Biancalani, segretario regionale della Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale -  perché finalmente dopo dodici anni abbiamo sottoscritto l'accordo integrativo per la medicina generale. E’ veramente la base per la partenza della riforma del servizio sanitario territoriale. Adesso tutti i medici potranno associarsi tra di loro e mettere in rete le associazioni così da garantire una copertura capillare ed uniforme del territorio, andando anche a popolare le case di comunità Hub e Spoke che saranno fondamentali per il riordino del servizio e dove tutti i cittadini potranno trovare una risposta sanitaria sul territorio. I medici saranno, inoltre, tutti connessi e così potranno fornire risposte migliori al paziente, anche perché qualsiasi medico potrà richiedere l'aiuto di personale di segreteria o personale infermieristico per soddisfare i sempre nuovi e maggiori bisogni di salute dei cittadini”.

 

L’accordo adottato prevede il pieno riconoscimento del ruolo del medico di famiglia nella rete territoriale, con articolazione su base oraria e a ciclo di scelta. La riorganizzazione delle Aft avverrà entro dicembre 2025, con l’obiettivo di una distribuzione più equa e aderente al fabbisogno locale.     

 

Le case di comunità si confermano snodo centrale dell’assistenza sul territorio. E’ prevista la valorizzazione del progetto assistenziale individuale (Pai) e della stratificazione della popolazione, per una presa in carico personalizzata dei pazienti cronici e fragili. Ci saranno inoltre incentivi economici legati all’appropriatezza prescrittiva, con fondi dedicati premianti per i comportamenti virtuosi.  

   

E’ riconosciuta un’unica forma associativa per Aft, con obblighi di collaborazione, accesso condiviso ai dati e continuità assistenziale per sette giorni su sette. Nell’accordo è inoltre previsto l’impegno allo sviluppo della rete informatica regionale per raggiungere una interoperabilità entro il 2026, in modo da garantire continuità e sicurezza delle cure. Sono previste indennità dedicate per i referenti delle Aft, i coordinatori dell’attività oraria, i collaboratori di studio e gli infermieri di comunità.    

 

L’accordo nasce da un confronto tra Regione Toscana, aziende sanitarie e organizzazioni sindacali della medicina generale e mira a superare la frammentazione dell’offerta, promuovendo modelli organizzativi innovativi, sostenibili e orientati alla qualità.

 

 

 
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