Sembrava una comune busta della spesa abbandonata in mezzo alle sterpaglie che costeggiano l’ex stazione ferroviaria Leopolda a Firenze. Quando però gli agenti della Polizia, impegnati in una serie di verifiche in zona, ne hanno verificato il contenuto sono rimasti subito sorpresi: all’interno era presente un panetto di oltre due etti di cocaina purissima, perfettamente confezionata, che sul mercato illecito degli stupefacenti avrebbe potuto fruttare un utile intorno ai 20mila euro. 

Il sequestro dell’ingente quantitativo di polvere bianca, accompagnato dai fermi per identificazione di 3 cittadini stranieri rintracciati anche nei pressi di Santa Maria Novella, hanno poi fatto da apripista ad un servizio straordinario di controllo del territorio interforze che in serata ha visto impegnate Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale in tutta la città di Firenze.

Sono state identificate complessivamente più di 200 persone. Intorno alle 20, vicino al campo di basket delle Cascine è finito in manette un 23enne gambiano, sorpreso con circa 50 grammi di droga, tra hashish e cocaina, che alla vista degli agenti ha tentato di sbarazzarsi del carico. Tra il più grande parco cittadino, piazza Leopoldo, Campo di Marte e i giardini della Fortezza i cani antidroga hanno scovato tra la vegetazione altri 130 grammi di hashish e marijuana. Non molto lontano dalla Fortezza, gli agenti del Commissariato di Rifredi, pochi giorni prima, avevano fermato un pusher nigeriano di 36 anni dopo che aveva venduto, alla fermata della tramvia in via dello Statuto, una dose abbondante di eroina in cambio di 20 euro. Sempre ieri sera i Carabinieri hanno invece denunciato un 25enne gambiano per un furto in un negozio di via Palazzuolo.

Accertamenti anche negli esercizi pubblici fiorentini. In uno di questi, sarebbe stata riscontrata la presenza di 5 lavoratori non in regola per quanto riguarda le procedure di assunzione: tra queste anche un cittadino straniero privo di titolo di soggiorno. Le successive verifiche avrebbero poi portato alla luce ulteriori irregolarità, tra le quali la mancanza della documentazione attestante la valutazione del rischio sui luoghi di lavoro. Proprio quest’ultima anomalia, avrebbe portato, sulla base delle vigenti normative, alla chiusura immediata dell’attività con l’abbassamento delle serrande del locale e il divieto di battere scontrini fino alla dimostrata regolarizzazione. Il titolare dell’attività rischia ora denunce e sanzioni per l’impiego di manodopera clandestina e “in nero”, oltre alle multe previste per le altre irregolarità riscontrate dalle Forze di Polizia.