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Firenze, inseguono in scooter di notte un capriolo e filmano la scena. Enpa li denuncia

'Un fatto gravissimo che avrebbe potuto causare la morte dell’animale. Ed è reato penale'

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lunedì 22 agosto 2022 16:49

Un capriolo che corre a 40 chilometri all'ora, e dietro uno scooter con due giovani a bordo che lo seguono e filmano la scena. "Oggi a spasso col capriolo", "Secondo te quanto vicino ci possiamo arrivare", sono alcune delle frasi che si sentono nel video rilanciato dall'Enpa (Enta Nazionale Protezione Animali), che rende nota la vicenda.

 

E’ successo qualche giorno fa in via Benedetto Fortini, a Firenze. Il video, inizialmente postato ieri sera su un profilo Instagram e poi rimosso, come si apprende in una nota dell'Ente, mostra il capriolo che scappa in salita fino a raggiungere la velocità di circa 40 km/h alla ricerca di una via di fuga, fino a quando non inverte la corsa e si ferma al lato della strada.

 

"Un fatto gravissimo che avrebbe potuto causare la morte dell’animale, un incidente agli stessi scooteristi o a qualche incolpevole passante. Ed è un reato penale: inseguire un animale selvatico (un capriolo, poi, cioè una specie con un cuore fragilissimo) è maltrattamento. Non è il primo caso del genere: già in passato un automobilista inseguì quattro lupi in Alto Adige (l’uomo, denunciato dall’Enpa, fu poi condannato dal Tribunale di Belluno), in altri casi gli automobilisti hanno inseguito orsi in Trentino e in Abruzzo. Tutti denunciati da Enpa. E anche questa volta abbiamo mandato al nostro Ufficio Legale di denunciare i due scooteristi di Firenze", fa sapere l'Enpa.

 

“Immagino già – dichiara Carla Rocchi, Presidente Nazionale dell’Enpa – cosa diranno i due, in loro difesa, al giudice penale: diranno che è stata una bravata innocente, un divertimento serale messo in atto senza conoscere le possibili conseguenze. Ed è proprio questo il problema: i danni alla fauna vengono fatti per ignoranza, per incultura. E non è un’attenuante: al contrario è un’aggravante. Ci costituiremo parte civile e saremo implacabili anche perché questi idioti si comportano così per avere like sui social”.

 

“Tutti questi episodi, oltre a rappresentare reati penali gravissimi di cui responsabili, tutti denunciati da Enpa, sono chiamati a rispondere nei vari Tribunali”, aggiunge Rocchi, “hanno il comune denominatore dell’idiozia dimostrata da chi disturba e maltratta la fauna selvatica per tentare di diventare star sui social. Ci aspettiamo pene severissime e nel frattempo lavoriamo per fare cultura e per spiegare che una bravata social può provocare danni a persone e animali”.

 

 

 
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