Pronto intervento sociale: in Toscana 1.300 interventi in un anno, soprattutto per maltrattamenti familiari
Il servizio emergenza urgenza sociale (Seus)
venerdì 06 maggio 2022 09:03
Maltrattamenti familiari, violenze di genere, situazioni di estrema povertà e disagio: sono le situazioni in cui interviene il servizio di pronto intervento sociale promosso dalla Regione Toscana con Anci Toscana.
Oltre 1.300 interventi in un anno per il servizio emergenza urgenza sociale (Seus), che con altri servizi analoghi sono stati attivati in altre zone della penisola sono stati al centro di un convegno nazionale che si è tenuto oggi all’Istituto degli Innocenti di Firenze, organizzato da Regione e Anci Toscana, al quale sono intervenuti tecnici e amministratori di varie città italiane, espressione di contesti geografici e socioeconomici anche molto diversi tra di loro (Bari, Bologna, Cremona, Livorno, Napoli, Roma, Perugia, Venezia).
“Abbiamo voluto creare un momento di confronto e di approfondimento su un servizio che è in Toscana è partito da quattro anni, che è cresciuto e che abbiamo programmato di estendere ulteriormente – ha spiegato l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli.
“Questo scambio di esperienze - ha proseguito - è importante per lo sviluppo dei percorsi che sono stati attivati in molti casi sperimentalmente, e anche per verificare la possibilità di connetterli: dal convegno di oggi ha preso vigore la proposta di costituire una rete nazionale del pronto intervento sociale. Sarebbe un passo avanti importante: la rete permetterebbe di creare collegamenti preziosi tra le diverse esperienze, di uniformare alcuni aspetti del servizio, e di farlo crescere, grazie al continuo scambio di informazioni tra tutti i soggetti”.
L’assessora ha voluto sottolineare l’importanza di questo servizio, a disposizione dei soggetti pubblici che si occupano di emergenze sociali e sanitarie come servizi sociali territoriali e pronto soccorso: “La nostra è stata una delle prime regioni, quattro anni fa, a far partire questo servizio innovativo, che permette di ricevere segnalazioni di situazioni gravi sotto il profilo sociale e di attivare una risposta da parte dei servizi in maniera tempestiva e tutti i giorni dell’anno. Il modello toscano di pronto intervento sociale promuove un approccio di sistema che valorizza le reti locali, la centralità degli ambiti territoriali e attraverso i dipartimenti delle aziende sanitarie promuove l'integrazione della la risposta sociale con quella sanitaria, valorizzando tante professionalità degli assistenti sociali a livello territoriale anche in collaborazione con il terzo settore e con gli enti locali. In questo modo permette una continuità fondamentale tra l’evento che ha determinato l’intervento del Seus e la presa in carico dei servizi sociali”.
Attualmente il pronto intervento sociale è attivo solo in una parte della Toscana (13 zone su 28, con altre 3 di cui è previsto a breve l'ingresso) con l'obiettivo di estenderlo a tutto il territorio.
Il modello Seus prevede che il servizio sociale dedicato e specifico per le emergenze urgenze sociali venga attivato, tramite numero unico verde dedicato e gratuito, attraverso segnalazioni di soggetti pubblici (in primis, i servizi sociali territoriali, ma anche le forze dell'ordine, il dipartimento dell'emergenza urgenza sanitaria e altri servizi sanitari) e altri soggetti di un territorio che si trovino di fronte ad una situazione di emergenza-urgenza sociale personale o familiare, ad un evento calamitoso o ad una situazione di emergenza climatica, che richiedano un pronto intervento.
A seguito della segnalazione, la Centrale operativa del Seus interessata effettua la valutazione professionale e fornisce una assistenza immediata per la fase emergenziale attraverso l’attivazione delle professionalità necessarie. Le prestazioni che si rendono necessarie sono da reperire nel paniere delle risorse complessivamente a disposizione per tutti i cittadini della zona di riferimento, già preventivamente mappate e regolate nella fase di preparazione all'attivazione del servizio. L’intervento si conclude con l’affidamento della persona al servizio sociale competente e a agli altri servizi necessari, nel primo momento utile per garantire la continuità della presa in carico.
In questi primi quattro anni di sperimentazione, cioè dal 2018 in poi, il pronto soccorso sociale è stato attivato 3.793 volte; nell'ultimo anno, il 2021, sono stati 1.315. Gran parte delle richieste di intervento sono giunte da ospedali e pronto soccorso (1.257, di cui 475 nel 2021), seguiti dai servizi sociali territoriali (1.232, di cui 319 nel 2021) e da forze dell’ordine e polizia municipale (817 di cui 353 nel 2021).
In questo 2021 il Seus è stato attivato soprattutto a seguito di criticità gravi legate a gravi episodi di conflittualità familiare come maltrattamenti o casi di abbandono (396 casi), in situazioni di povertà con forme di grave disagio abitativo o di carenza di mezzi di sostentamento (313), in casi gravi di non autosufficienza o disabilità che determinano abbandono o solitudine (270) in situazioni da Codice rosa, e quindi violenza di genere, abusi e sfruttamento sessuale (248), in casi di minori esposti a grave rischio, come nel caso del bullismo (65 casi) e infine in situazioni di emergenza ambientale (17).