Sgombero in viale Corsica, in programma un corteo di solidarietà a Firenze
'Occupare è possibile, occupare è giusto'
venerdì 18 marzo 2022 13:53
Un corteo a Firenze in solidarietà dello sgombero di viale Corsica, dopo l'intervento di martedì della polizia nell'immobile occupato da diversi anni e la prima protesta dei manifestanti in zona.
L'appuntamento per il corteo è per sabato 19 marzo, dalle ore 17 in piazza Leopoldo, a Firenze. "Contro quest'infame operazione di polizia, in solidarietà ai compagni di Corsica 81, per la città che vogliamo", si legge sul profilo Patrizia Corsica, che ricostruisce anche lo sgombero di martedì: "Mentre i giornali si affannano a creare il classico mostro da sbattere in prima pagina, noi pubblichiamo i messaggi che ci hanno mandato gli abitanti di viale Corsica: chi ci conosce davvero sa bene chi siamo. Grazie per il vostro affetto, ci fa un'immenso piacere. Le occupazioni dimostrative che abbiamo fatto ieri sono servite a indicare due cose: occupare è possibile, occupare è giusto".
"Occupare è possibile perché sono ancora centinaia i posti lasciati abbandonati all'incuria in ciascuna delle nostre città. Posti che potrebbero rispondere alle più svariate esigenze di ognuno, dalla necessità sempre più diffusa di avere un tetto sopra la testa, al bisogno di tutti di avere spazi condivisi dove incontrarsi e dare vita a progetti comuni, perché abitare non vuol dire altro che progettare lo spazio che ci circonda".
"Occupare è giusto perché sempre di più la proprietà privata è diventata un feticcio nocivo. Non c'è bar in cui si entra dove qualche vecchio fiorentino non si mette a raccontarti con nostalgia della vecchia Firenze, con le piazze dove ci si incontrava, le vie sempre colme di vita, i posti dove si stava sempre insieme. Se non ci vogliamo arrendere a tutto questo occorre trovare modi per invertire questo senso di smarrimento che ci accompagna dentro quartieri che non riconosciamo più. Occupare un posto significa farlo ridiventare "nostro". In questi giorni siamo stati subissati dai messaggi dei nostri vicini che ricordavano come fosse triste e desolato il civico 81 prima che arrivassimo noi, ma anche preoccupati per il futuro dei progetti che abbiamo costruito insieme, come l'area cani creata da noi e utilizzata da tutto il quartiere, che rischia di venire cancellata da un parcheggio".
E ancora: "Speriamo con le azioni di ieri di aver dato qualche idea a qualcuno. Non ci piace parlare di problemi senza proporre soluzioni. E la soluzione all'incuria si chiama cura, non decoro. Si chiama auto-organizzazione, non amministrazione. Quanto a noi, nessuno dei posti occupati ieri diventerà la nuova Corsica. Ma non è detto che non possa diventare qualcos'altro. Serve solo il coraggio dell'immaginazione".
Si legge ancora in un altro post: "Il dolore che stiamo provando è in realtà forse indescrivibile per tutti i ricordi, belli e brutti, legati a questo edificio, che fa male pensare ora insudiciato dalle mani degli sbirri. Atteso perché non ci siamo mai fatti illusioni su quale fosse il destino dell'occupazione su cui ancora svetta fiera la scritta: “illegalità di massa”. Il destino del palazzo che con la sua stessa esistenza ha sempre rappresentato un'offesa all'ordine costituito. Lo sapevamo e lo sappiamo: siamo pronti. E non siamo soli. Viene la tentazione di provare a riassumere cosa ha rappresentato secondo noi Corsica per questa città e non solo, ma non solo è impossibile, è anche inutile: sapete tutti benissimo di cosa stiamo parlando. Ai cortei, alle nuove occupazioni, agli sgomberi, ai picchetti, ai benefit, agli sfratti, ai block party, davanti alle fabbriche, davanti alle scuole, sotto al carcere, nelle piazze.. noi ci siamo sempre stati, con voi. A volte siamo stati venti, a volte duecento e altre volte migliaia. Perché se è vero che siamo tutti sempre più schiacciati dalle vite frenetiche dettate da questo mondo crudele, è anche vero che a volte è impossibile continuare a guardare per terra. Quello è il momento in cui le teste si alzano. Questo fa paura, questo porta a sgomberare, questo porta a tentare di soffocare. Nell'atto fisico di questo sgombero c'è già tutto. La paura della questura che teme la resistenza e inscena uno sfratto con la forza pubblica, giocando con la vita delle persone. I compagni che partono al volo per difendere l'abitazione e gli sbirri che entrano in Corsica di soppiatto. Contare sulla solidarietà per reprimere. Difficile immaginare qualcosa di più disgustoso. Quest'operazione di polizia è l'ennesimo tassello di un puzzle che rivela un'immagine sempre più mostruosa, l'immagine di una città da brividi. Ma il bello dei puzzle è che basta un niente per mandarli di nuovo in frantumi. Perché questa è ancora la nostra città, di tutti noi, di chi vi sta scrivendo e di voi che ci leggete. Di chi non riesce più a guardare per terra mentre ci tolgono tutto".
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