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Firenze contro la guerra, manifestazione in piazza Santissima Annunziata

Il corteo dell'Assemblea cittadina contro la guerra. 'Le armi devono tacere'

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venerdì 11 marzo 2022 15:11

Quello di sabato in piazza Santa Croce, in cui è previsto un collegamento video con il presidente Zelensky, non sarà l'unico momento in cui Firenze scenderà in piazza contro la guerra. "Le armi devono tacere: solo questo può porre fine alla guerra". E' la manifestazione contro la guerra che si terrà oggi, venerdì 11 marzo, alle 17:30 in piazza Santissima Annunziata a Firenze.

 

La manifestazione è stata promossa dall'Assemblea cittadina contro la guerra e da una serie di realtà cittadine come Alterpiana, Anpi Firenze, Arci Firenze, Casa dei diritti dei popoli, Cgil Firenze, Collettivo D'Ateneo, Assemblea cittadina contro la guerra, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Cpa Fi-Sud, Flc Cgil Firenze, Firenze città aperta, Fucina per la Nonviolenza, Perunaltracittà, Potere al popolo!, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana-Federazione Firenze, Firenze Possibile, Statunitensi contro la guerra, Umani per resistere, Women's March Florence.

 

"Condanniamo fermamente l'aggressione della Russia all'Ucraina, che porta morte, distruzione e sofferenze alla popolazione civile, e che non può trovare giustificazione alcuna. Siamo fermamente contrari a qualunque espansione della NATO, che provoca tensioni e conflitti in Europa come in altre parti del mondo; la NATO ha continuato ad allargarsi verso l'est Europa nonostante gli accordi presi dopo la fine del Patto di Varsavia. Riteniamo inaccettabile la decisione del governo e del parlamento italiani per l'invio di aiuti militari, in netto contrasto con l'art.11 della nostra Costituzione: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e di risoluzione delle controversie internazionali”".

 

"L’invio di armi in Ucraina espone il nostro Paese a un grave rischio, ponendolo in una condizione di possibile cobelligeranza, che nell’escalation potrebbe comportare pericoli devastanti, data la presenza di testate nucleari nelle basi NATO italiane. Condanniamo la posizione dell'Unione Europea, che invece di adoperarsi per una soluzione del conflitto alza il livello dello scontro inviando truppe e armamenti nella zona di guerra. Denunciamo i gravissimi danni ambientali della guerra, già da otto anni causa del forte inquinamento dei terreni agricoli in Donbass, danni che si moltiplicheranno soprattutto per i paesi con forte dipendenza energetica come il nostro, in cui Draghi parla addirittura di riapertura delle centrali a carbone".

 

"Chiediamo l'immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe dall'Ucraina, la ripresa di trattative, a partire dagli accordi mai rispettati di Minsk del 2014, che prevedevano l’impegno dell’Ucraina a garantire l'autonomia delle regioni di Doneck e Lugansk e la tutela della popolazione russofona, una soluzione diplomatica del conflitto nel contesto e con la presenza di organismi internazionali, che garantiscano la sicurezza di tutte le parti e l'autodeterminazione di tutte le popolazioni coinvolte, che l’Unione Europea eserciti ogni sforzo per realizzare una vera trattativa tra le parti, e non invii aiuti militari, protezione, assistenza, diritti alla popolazione di tutta l’Ucraina, senza distinzione di lingua cultura e generi, con particolare attenzione alla comunità LGBTQIA+ Ucraina. Accoglienza per i profughi di tutte le guerre, senza distinzione di nazionalità, sicurezza condivisa e disarmo come uniche soluzioni alla guerra, un’Europa senza armi nucleari dall’Atlantico agli Urali, il ritiro di formazioni armate straniere, milizie armate e mercenari stranieri dalla zona di conflitto".

 

"Il prezzo di questa guerra, anche in termini economici, verrà pagato dalle popolazioni di tutta Europa. Le cittadine e i cittadini italiani pagheranno l'aumento degli investimenti in armi con una ulteriore penalizzazione dei servizi essenziali (sanità, scuola, trasporti) e con aumenti insostenibili del costo della vita. L'intensificarsi dello scontro armato porterà profitti enormi solo all'industria bellica".

 

Una piazza, quella di oggi, con posizioni diverse rispetto alla manifestazione lanciata da Nardella. "Di fronte alla barbarie della guerra non si può stare nel mezzo, bisogna prendere posizione, serve la radicalità del buonsenso. Oggi pomeriggio, a Firenze, alle 17:30, ci sarà la manifestazione di coloro che rifiutano la posizione bellicista del Governo Draghi, che chiedono una forte azione diplomatica dello Stato italiano per costringere la Russia ad una trattativa offrendo in cambio l'eliminazione delle cause politiche di questo conflitto, ossia l'espansione della Nato a Est (tra i commenti trovate l'evento). Sarà uno schieramento ampio che va dai collettivi fino ad arrivare ad Arci, ANPI e Cgil. Domani, nella piazza di Nardella, si cercherà di annacquare le responsabilità del Governo italiano, che è già in guerra con la Russia", spiega Potere al Popolo, che aderisce alla manifestazione odierna.

 

 

 
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