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Semifonte delenda est, storia di una nemica fiorentina su cui vige ancora il divieto di costruzione

Una città di soli 25 anni

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domenica 23 gennaio 2022 18:21

Semifonte era una città che sorgeva nei pressi del borgo di Petrognano, nella frazione di Barberino Val d'Elsa. La città rimase in piedi solo per 25 anni ma fu una delle acerrime nemiche di Firenze, al punto che fu completamente rasa al suolo con il divieto assoluto di costruzione sul terreno.

 

La città fu fondata nel 1177 dal Conte Alberto IV degli Alberti. L'uomo pensò Semifonte come un baluardo contro l'estensione fiorentina e come appoggio a Federico I Hohenstaufen ( il Barbarossa) che cercava di restaurare il potere imperiale nella penisola, minacciato dall'espansione dei Comuni.

 

Grazie alla posizione strategica, Semifonte prosperò da subito poichè intorno aveva molti centri abitati e si trovava sulla Via Francigena. Firenze vide subito una minaccia nella costruzione della città e per due volte inviò spedizioni militari per distruggere i cantieri, senza riuscire davvero a bloccare la costruzione della città che godeva della protezione imperiale.

 

Nel 1189 Semifonte ottenne anche la protezione di Siena: il Conte Alberto cedette metà dei suoi diritti sulla città a Scorcialupo a Mortennano, proprietario dell'omonimo castello e appartenente ad una potente ed antica famiglia senese.

 

Nel 1196 l'esercito imperiale partì per la Sicilia per domare una rivolta e Firenze ne approfittò attaccando Semifonte. Nell'agguato furono danneggiati molti palazzi e le mura, ma anche alcune chiese appartenenti alla Badia a Passignano. Per questo Papa Celestino III lanciò l'interdetto a Firenze, ovvero la pena per cui si impediva ai fiorentini l'accesso ad alcune funzioni  sacre.

 

Nel 1197 l'imperatore morì improvvisamente , lasciando il trono nelle mani del figlio Federico II di soli tre anni e Firenze colse l'occasione per accerchiare Semifonte, conquistando il castello di Montegrossoli, di Certaldo e Vico d'Elsa, ponendo il quartier generale per le operazioni a Barberino Val d'Elsa.

 

Per salvare il resto dei suoi regni il Conte Alberto vendette ai fiorentini il 12 Febbraio 1200 per 400 lire pisane la metà dei suoi diritti della città, subito imitato da Scorcialupo da Mortennano. Firenze divenne quindi la proprietaria legale della città e nel 1201, a seguito della pace di Fonterutoli, Siena riconosceva Semifonte come nemica, lasciando il borgo senza protezione.

 

Firenze strinse l'assedio, ma la città cadde solo il 3 Aprile 1202; i semifontesi dovettero abbandonare e abbattere tutti gli edifici, comprese le chiese. Secondo la leggenda, le pietre furono usate per costruire le mura di Barberino Val d'Elsa. La città fu completamente distrutta con dievieto assoluto di costruzione.

 

Ci fu una sola eccezione: la cappella di San Michele Arcangelo nel 1597 ( detta anche il Duomo della Val d'Elsa) su progetto di Santi Tito per volere di Giovan Battista di Neri Capponi che ottenne il permesso, dopo molte insistenze, dal granduca Ferdinando I.

 

Semifonte viene ricordata da Dante nel XVI Canto del Paradiso attraverso le parole di Cacciaguida.

 

Immagine di Vignola 76 tramite Wikipedia

 

 
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