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Fiepet Confesercenti su riaperture: 'Allentamento per meno della metà dei ristoranti'

'Provvedimento parziale e contraddittorio, ma soprattutto ancora penalizzante per la nostra categoria'

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mercoledì 21 aprile 2021 17:29

“Si riapre dal 26 aprile? L’annuncio che ha inizialmente illuso e rasserenato gli oltre 340mila baristi e ristoratori sta diventando un incubo per la stragrande maggioranza di essi. A registrare un rallentamento delle restrizioni, lunedì, sarà meno di un ristorante o pub su due, quelli che hanno a disposizione uno spazio all’aperto da dedicare al consumo. E tra i quasi 150mila bar la quota è ancora inferiore”. Così Franco Brogi, Presidente di Fiepet Confesercenti Firenze.

 

Tra le prime misure anticipate del nuovo decreto c'è infatti la riapertura dei ristoranti in zona gialla, ma solo all'aperto. "Dopo sei mesi di chiusura forzata a cena, di cui quasi quattro in zona rossa, la maggioranza assoluta delle imprese vede di nuovo slittare le prospettive di poter tornare a servire all’interno dei locali e solo a pranzo, non prima del prossimo primo giugno", continua Brogi.

 

"Si tratta quindi di un provvedimento parziale e contraddittorio, anche perché è esplicitamente previsto che altri locali al chiuso possano tranquillamente permettere il consumo all’interno. E che genera non solo distorsioni concorrenziali tra chi ha e chi non ha dehors, ma anche nuove incertezze: come si fronteggeranno le avversità climatiche? E Soprattutto, ci chiediamo come si farà a sostenere l’attività anche nei pubblici esercizi che potranno riaprire il servizio al tavolo, visto che gli spazi all’aperto valgono, in media, appena il 20% della capienza complessiva dei locali".

 

"Mi sembra chiaro che dopo 14 mesi di emergenza sia necessario trovare una soluzione diversa, che a nostro avviso non può continuare con il sistema a zone colorate; è necessario prevedere la riapertura anche dei nostri esercizi nel rispetto dei protocolli approvati. Occorre mettere in campo una nuova politica fatta di nuovi strumenti normativi, che non possono limitarsi a divieti e limitazioni all’attività di impresa”.

 

Sono necessari, inoltre, aiuti veri, concreti. Ad oggi le misure e risorse economiche messe in campo non sono state adeguate alla crisi che ha colpito il nostro settore. Sono necessarie scelte forti e precise e la nostra associazione è pronta a fare la propria parte, senza tirarsi indietro, con proposte serie perché il nostro contributo non è finalizzato solo a segnalare ma a individuare le soluzioni.”

 

“E’ questa la vera sfida, questo è l’obiettivo che dobbiamo raggiungere se vogliamo evitare il ‘rischio calcolato’ di veder chiudere migliaia di imprese del settore prima del termine dell’emergenza.”

 

Immagine di repertorio

 

 

 
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