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Preoccupazione fra le imprese fiorentine per i primi dati sul fatturato

I dati della CNA

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mercoledì 06 maggio 2020 12:05

C'è preoccupazione fra le imprese fiorentine, secondo un’indagine eseguita da CNA Firenze sulla sua base associativa.

 

Le cifre del crollo di fatturato rispetto al 2019 atteso dalle piccole imprese della Città Metropolitana di Firenze a seguito del Covid-19 parla di un -67% per il turismo, -57% per la moda e -54% per il commercio.

 

Tra i principali fattori di criticità emergono inoltre il forte calo di liquidità, la diminuzione brusca della domanda, le ripercussioni sull’occupazione e l’eccessivo prolungarsi della fase di incertezza.

 

L’indagine evidenzia il malcontento di artigiani e piccoli imprenditori per le misure economiche adottate dal Governo, fatto salve la moratoria sui finanziamenti e gli ammortizzatori sociali apprezzati dal 30% degli intervistati. Più del 70% di chi ha risposto, invece, giudica molto negativi i provvedimenti in materia di credito e liquidità, tanto che ben il 95% di coloro che hanno presentato domanda di credito è ancora in attesa.

 

“È fondamentale sostenere le attività economiche, specialmente quelle più piccole, e salvaguardare così il tessuto economico del nostro paese e con questo, quello sociale. Ma per farlo occorre pensare ‘in lungo’, programmare con un arco temporale che abbandoni gli interventi tampone dell’emergenza” commenta Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana.

 

“E’ in arrivo il decreto ‘Maggio’ ed è indispensabile che contenga una serie di misure: un fondo indennizzi per le imprese con cui onorare il canone di locazione (almeno 5 mesi) o, in alternativa, l’azzeramento del canone stesso per almeno 3 mesi; eliminazione dei contributi previdenziali dei dipendenti per il periodo di chiusura e riduzione per almeno 6 mesi in base al calo di fatturato; riduzione percentuale dei tributi in base al periodo di chiusura e riduzione per almeno 6 mesi in base alla riduzione del fatturato; tassazione per cassa a fine anno, senza acconti e saldi e versamento iva per cassa su ciò che si è effettivamente incassato; indennità di 1000 euro per gli autonomi fino a giugno compreso; un miliardo di euro al fondo di bilateralità per sostenere il reddito dei dipendenti delle imprese artigiane; definizione di un chiaro percorso per l’eliminazione della burocrazia; rilancio delle infrastrutture, anche di opere piccole, con appalti a Km zero, superando il codice degli appalti e credito. Credito vero, mentre adesso le banche operano come se la garanzia pubblica non esistesse” conclude Cioni.

 
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