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Coronavirus nel mondo, Matteo da Londra 'Mi ritengo fortunato ad essere nato e cresciuto a Firenze'

'Mi sembra di rivedere le immagini che ho visto in Italia tramite internet'

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mercoledì 01 aprile 2020 18:27

Il coronavirus sta cambiando il mondo cristallizzandolo in questa guerra dove l'isolamento, il social distacing sembrano essere le uniche armi in nostro possesso per aiutare il personale sanitario. Abbiamo chiesto ai fiorentini che vivono all'estero di raccontarci quello che stanno vivendo. 

 

Matteo Aricò, da Londra, ha accettato di raccontarci la sua realtà. 

 

Perchè ti sei trasferito?

"La decisione di spostarmi l'ho presa insieme alla mia fidanzata dopo anni che parlavamo di fare un'esperienza fuori dall'Italia. L'idea di metterci in gioco, di approfondire una lingua, di essere influenzati da persone con un background culturale diverso sono stati gli stimoli che più hanno influito in questa decisione e che ci hanno spinto a partire.  Certo, poi abbiamo anche scelto una città che ci  offrisse una situazione lavorativa migliore, con più garanzie, almeno per me che sono libero professionista, ed un ventaglio di opportunità più ampio per costruire il proprio percorso".

 

"Vorrei aggiungere anche che mi ritengo molto fortunato ad essere nato e cresciuto a Firenze, ma non credo più nella consunta narrazione della città culla del Rinascimento, con la quale ci gloriamo di meriti non nostri e brandiamo come giustificazione per uno status quo allarmante e rassicurante allo stesso tempo. Ho sentito quindi di dover fare esperienza di vita anche in altri luoghi, se non altro per avere un termine di paragone per valutare, con reale cognizione, pregi e difetti della mia città".

 

Com è la situazione a Londra?

"A Londra la notizia del momento è che, dopo il Principe Charles, anche il prime minister BoJo, come qua chiamano Boris Johnson, è risultato positivo al virus, quindi l'attenzione verso il contagio sta salendo ora dopo ora. E meno male! Perchè inizialmente l'atteggiamento del Governo era di lasciar sfogare la pandemia senza prendere misure limitanti per le persone o le attività. 

 

In realtà già da una settimana sono stati chiusi tutti i negozi di vendita al dettaglio oltre ai ristoranti ed ai pub, vere e proprie istituzioni per il popolo di Sua Maestà - e lì hanno capito che la situazione si stava facendo seria! - in cui rifugiarsi dopo il lavoro o nel fine settimana al riparo dalla tipica pioggerella. A proposito del clima, se c'è una cosa che gli Inglesi amano almeno quanto i pub sono i parchi - ne hanno ben ragione, sono splendidi - e vi si riversano al primo raggio di sole per ogni tipo di attività. In questo momento ci sono delle prime restrizioni: tenere una distanza di due metri, fare attività fisica massimo una volta al giorno, ma penso che se la situazione dovesse peggiorare li potrebbero addirittura chiudere perchè sono ancora molto frequentati.

 

Fra le persone che conosco, gli immigrati, italiani francesi spagnoli, sono stati i primi consapevoli della situazione e che fosse necessario arrivare a misure più restrittive. Non nego che c'era una certa apprensione nel leggere i "nostri" giornali e al contempo vedere come invece si stava muovendo il Governo inglese. Purtroppo siamo stati delle facili Cassandre e molti inglesi nel primo periodo si sono comportati esattamente come noi in Italia sottovalutando la situazione, dicendo che morivano solo persone con situazioni cliniche già gravi, solo gli anziani e così via.

 

Per quanto riguarda la situazione lavorativa lo studio per il quale lavoro si è organizzato prontamente e sono 2 settimane che stiamo lavorando da casa, come ormai stanno facendo la stragrande maggioranza degli uffici. Questo passo è stato fondamentale perchè negli orari di punta il virus non avrebbe trovato situazione migliore per proliferare che nelle metro strapiene.

 

Per il resto mi sembra di rivedere le immagini che ho visto in Italia tramite internet: code nei supermercati, carta igienica, uova e farina introvabili, tante serrande abbassate e persone con atteggiamento un po' sospettoso. Ah dimenticavo, qua per adesso nessuno canta alle finestre, ma ogni tanto si affacciano ad orari condivisi e applaudono il personale medico sotto pressione. Si vocifera che due ospedali a Londra siano già quasi al collasso."

 

Com è vista la situazione italiana?

" Inizialmente un presentatore inglese ha anche scherzato sulla situazione italiana dicendo che gli Italiani non vedevano l'ora di avere una scusa per stare a casa, ma adesso che anche qua hanno imposto il lockdown hanno cambiato atteggiamento nella comunicazione politica."

 

Che percezione c'è di Firenze a Londra?

"Ovviamente tutti conoscono Firenze almeno di nome, ma la cosa strana che ho notato è che quasi nessuno la sa collocare geograficamente. Specialmente un mese fa, quando sono rientrato a casa per una settimana, i miei colleghi avevano tutti paura che fosse al Nord dove in quel momento stava infuriando il virus! Ma noi sapremmo collocare Liverpool su una cartina???"

 

Ti manca Firenze?

" Ho la fortuna di poter tornare abbastanza spesso quindi per adesso non ne sento una forte mancanza. Cerco di trovare altre bellezze nel luogo dove vivo, come i parchi, i musei gratuiti, le infinite iniziative culturali, la multiculturalità diffusa. Certo che la famiglia e gli amici di sempre sono insostituibili!"

 

Cosa vorresti dire ai fiorentini?

"Se non sai niente di virologia, se non sai niente di farmaci, se non sai niente di pandemie, fidati degli esperti. Non sfidare qualcosa che non conosci. Non cercare complotti a tutti i costi. Stai a casa."

 

 

 
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