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Coronavirus nel mondo, parla Alice: una fiorentina a Fuerteventura. L'intervista

'Ho visto foto di una Firenze deserta e ho provato immediatamente un forte sconcerto'

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lunedì 30 marzo 2020 13:56

Firenze ai tempi del Coronavirus è vuota, bellissima, suggestiva e quasi irreale. Sono tante le disposizioni prese per la tutela dei cittadini e le iniziative di solidarietà messe in campo in città e non solo. Ma cosa succede ai fiorentini all'estero? Cosa succede fuori dall'Italia? Come sta reagendo il mondo alla minaccia del Coronavirus? 

 

Alice Aloisi, 30enne fiorentina, nata e cresciuta tra Sesto Fiorentino e il capoluogo toscano, nel giugno 2015 si è trasferita a Fuerteventura, nella comunità autonoma delle Isole Canarie, in Spagna, e oggi ha deciso di rispondere a queste nostre domande.

 

Qual è la situazione a Fuerteventura?
Qui a Fuerteventura, dopo l'annuncio del presidente del consiglio Sánchez di sabato 14 marzo, siamo in stato di allerta nazionale, con le conseguenti limitazioni alla libera circolazione di persone e chiusura forzata degli esercizi commerciali e turistici. Come in Italia, anche qui siamo tenuti a stare a casa e a limitare gli spostamenti allo stretto necessario.

 

Come reagisce la popolazione? Che percezione c’è del Coronavirus? 
È difficile farsi un'idea reale della situazione, non potendo viverla in prima persona. Da mia esperienza diretta, posso assicurare che si sente molto meno movimento e meno traffico. Le forze dell'ordine sono state chiamate ad intervenire in varie occasioni all'inizio della quarantena soprattutto con i turisti, che il più delle volte non sembravano capire la gravità della situazione e, quel che è peggio, se ne infischiavano proprio. Da quando poi è stato chiuso lo spazio aereo, salvo un volo giornaliero da e per Madrid, Tenerife e Gran Canaria, e marittimo, la situazione sembra essersi normalizzata. La popolazione ha coscienza del rischio reale e del potenziale pericolo che rappresenterebbe la diffusione del virus in un'isola che non è dotata delle strutture sanitarie che abbiamo in Italia, ad esempio.

 

Come vedete la situazione in Italia? Che idea avete del problema? 
Quando ancora la diffusione non aveva raggiunto livelli di allarme in Spagna, si guardava all'Italia con curiosità e preoccupazione al tempo stesso, ma con un'inconscia (e infondata) sensazione che il problema fosse lontano, altrove. Quel che da più parti si sta recriminando al governo spagnolo è proprio questo ritardo nell'azione di contenimento, che a detta di molti ha determinato la rapida diffusione del virus anche qui. Adesso che osserviamo la situazione dalla stessa posizione di isolamento, è bello vedere come il popolo italiano si stia unendo e facendo forza con le iniziative più disparate, da quelle artistiche alle musicali, senza dimenticare quelle goliardiche, dove siamo maestri indiscussi!

 

Hai parlato del Coronavirus con qualcuno di Firenze? Che pensiero ti sei fatta sull’emergenza nella tua città natale?
Sono in costante contatto con la mia famiglia e i miei amici a Firenze, oltre che con amici in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Puglia. Purtroppo la situazione il più delle volte descritta dai mezzi di comunicazione è drammaticamente reale. Preoccupazione e incertezza sono tangibili, ma lo spirito è ben alto e la gente sembra essersi votata alla pazienza e alla speranza. Ho visto foto di una Firenze deserta e non nascondo di aver provato immediatamente un forte sconcerto. Mi è però impossibile non ammettere che la trovo meravigliosa e rinvigorita nella sua quieta ed elegante bellezza.

 

Ti manca Firenze?
Mi manca Firenze e giusto qualche giorno prima della promulgazione del decreto #iorestoacasa avrei dovuto rientrare per qualche giorno di vacanza. L'emergenza ha bloccato tutto e causato la cancellazione dei voli, per cui non mi è stato possibile tornare. Al tempo stesso, riconosco che sarebbe stato stranissimo e forse un po' triste vedere una città che normalmente è viva e brulicante d'attività fermarsi e richiudersi in se stessa.

 

Un “appello” ai fiorentini per farli stare in casa…
Mi unisco all'appello di tutti, rimaniamo a casa! Dopotutto non siamo accaniti lettori, appassionati di musica, pittori mancati, aspiranti chef, amanti delle stelle e dell'astronomia, istruttori di yoga in formazione, consumatori voraci di film e serie tv con sempre troppo poco tempo da dedicare alle nostre passioni? Beh, quale miglior momento se non questo di isolamento obbligato? Dobbiamo pur farlo, no? Allora perché non cercare di renderlo il più piacevole e leggero possibile? Alla fine, il bel mondo, l'aria aperta, il cielo limpido, il sole e la primavera che tanto stavamo aspettando son lì fuori a farsi belli in attesa del nostro (rispettoso) ritorno.

 

Elena Manetti
Foto di Alice Aloisi

 
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