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I Loren sbarcano a Sanremo Giovani: il forte legame con Firenze, la musica e... 'Stendhal'

La band fiorentina si racconta a 055Firenze

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venerdì 01 novembre 2019 12:27

Le forti radici fiorentine, il legame con la città, la voglia di crescere e trasmettere emozioni e valori attraverso la musica. Sono i Loren, band fiorentina che domenica 3 novembre si presenterà al Teatro delle Vittorie a Roma per le audizioni di fronte alla Commissione Musicale presieduta da Amadeus, per la fase finale di Sanremo Giovani. Una bella soddisfazione, "un primo passo", dicono dalla band, con la speranza di andare ancora avanti. Sognando il Festival. Per il gruppo di cinque amici fiorentini, del resto, è la 3° partecipazione a Sanremo Giovani: in due occasioni si sono presentati come Amarcord (il 'vecchio' nome della band), stavolta il passo è con i Loren.

 

"Siamo un gruppo con cinque personalità molto differenti, ci siamo indirizzati al pop, con vena cantautoriale e sound esterofilo. Nel momento in cui ci siamo resi conto di essere abbastanza pop, Sanremo era lo sfogo naturale", dice a 055Firenze.it Gabriele Burroni, bassista del gruppo. "Per la terza volta andiamo a Sanremo Giovani, ma abbiamo sempre pensato che fosse una strada da percorrere. Anche l'etichetta, Garrincha, concordava su questo aspetto. Ora siamo concentrati su questa bella esperienza, ma la nostra quotidianità non è cambiata nel frattempo: stiamo già registrando il secondo album". Alla voce c'è Francesco Mucè, alle chitarre Marco Ventrice e Giovanni Mazzanti, alla batteria Richard Cocciarelli (che di recente ha preso il posto di Riccardo Romei), al basso Gabriele Burroni. Uno schema anche un po' riduttivo, perché poi sul palco ognuno si esibisce anche con più strumenti.

 

I Loren si presentano a Sanremo Giovani con il pezzo 'Stendhal', titolo che richiama la sindrome che colpisce chi si trova di fronte ad opere artistiche di straordinaria bellezza. Inevitabile il riferimento a Firenze, "la città dove si dice ci sia il più alto numero di sindromi di Stendhal. Il nostro richiamo a Firenze ci viene sempre naturale, abbiamo questo forte legame con la città che nasce da dentro di noi", aggiunge Burroni. Come nasce questa canzone? E' vero che sei stato il primo a credere di poterla portare a Sanremo Giovani? "Non è stata preparata una canzone per Sanremo. Noi facciamo i pezzi, poi finché non li finisci non sai neanche cosa viene fuori. Sì, la cosa è partita da me ma alla fine è stata un'idea di gruppo. Non abbiamo voluto costruire a tavolino una canzone per Sanremo, ma una volta nata questa canzone ci è sembrata adatta per l'occasione. Questo pezzo può arrivare alla gente, anche se vogliamo mantenere la nostra identità. E rientra nella scia di 'Ci salveremo tutti'".

 

Già, un anno intenso per i Loren. Il primo album, il tour per l'Italia, difficoltà e voglia di crescere. "Ci sono state tante emozioni, bellissimi ricordi", continua il bassista. "Concerti in giro per l'Italia, una grande esperienza. Posti pieni, altri meno. Stare tutti insieme, vivere il tour: ci ha lasciato dentro una grande crescita e una grande voglia di crederci. Di voler fare proprio questo. Siamo cresciuti come singoli e come gruppo, dal punto di vista musicale e non solo. E ci siamo divertiti".

 

Un gruppo eterogeneo, quello dei Loren: "Sì, e ormai è una quotidianità che va avanti da più di 10 anni. L'ultimo arrivato è Richard, il batterista, perché Riccardo ha fatto altre scelte di vita. Ma per il resto siamo i soliti di sempre. Ci vediamo, buttiamo giù pezzi, ci confrontiamo. Una quotidianità semplice, fatta di incastri perché poi tutti hanno anche altri impegni. Magari riuscire a fare questo a tempo pieno come lavoro... Non è semplice, il percorso è lungo. Ci diamo forza ogni giorno. Abbiamo una sala prove auto-costruita, dà quel senso di appartenenza in più. Cerchiamo di trasmettere questa gioia qui. Difficile rinunciare alla musica".

 

La musica spesso unisce. "Siamo cinque persone molto diverse, siamo uniti nel fare questo percorso. E non è facile, credetemi. Forse se ci fossimo incontrati per un'altra cosa non saremmo stati così uniti: abbiamo capito il valore delle differenze, e questo si evidenzia dal punto di vista musicale. Il nostro produttore Alex spesso ci dice che è difficile mixarci, perché ci sono tanti input, idee e sfumature che poi riusciamo a far conglomerare nella musica. È il senso di squadra, di comunità, di vivere insieme. Al mondo non siamo soli. Quello che ti può dare la musica è questo".

 

Poco più di un anno fa il cambiamento, dagli Amarcord ai Loren. "Nel rapporto tra di noi però non è cambiato niente, anzi magari siamo cresciuti", continua Gabriele Burroni. "Ci sentivamo di cambiare il nome perché Amarcord era quello che avevamo scelto da ragazzi. Loren l'abbiamo scelto ragionandoci, con più tempo a disposizione". E anche nel nome, Loren appunto, c'è forte l'identità con Firenze. "Sì, perché LOREN è una parte di FLORENCE, un modo per portare Firenze sempre con noi. Tra i vari nomi che avevamo tirato fuori c'era anche LORENA, riferito alla famiglia Lorena. Nel nostro nome volevamo portare assolutamente un riferimento a Firenze e alle nostre origini: è la nostra casa, siamo fiorentini e per noi è importante. Quella dei Lorena, nel Granducato di Toscana, è stata la prima famiglia ad abolire la pena di morte. E tra le tante cose, hanno regalato il patrimonio della città, che era di proprietà della famiglia, ai fiorentini. L'hanno donato alla città, sono stati i primi a farlo. Hanno conferito la bellezza di Firenze ai fiorentini. Ci sembrava bello che il nome raccogliesse tutto questo. Lodo dello 'Stato Sociale', compagno di etichetta, ci ha consigliato poi Loren. Un richiamo anche a Sofia Loren e a quel mondo felliniano da cui arrivava Amarcord. Un nome, quindi, che racchiude molti significati. E che è molto rappresentativo per noi".

 

Tornando a Sanremo Giovani: quanto ci credete? "Ci sono tanti artisti bravi, singoli e gruppi molto preparati. È bello andare a fare questi concorsi dove accanto a te ci sono nomi con un bel percorso musicale alle spalle. Ti rende orgoglioso. Se siamo lì, ci crediamo. Perché non dovremmo. Faremo il massimo, poi si vedrà, sperando di andare avanti il più possibile. Magari al Festival. Bisogna crederci, altrimenti è come scendere in campo in una partita non puntando al risultato. Ce la giocheremo al massimo".

 

(foto dalla pagina Facebook dei Loren)

 

 
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