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Empoli, cura delle varici con la 'colla': innovativa tecnica dei chirurghi vascolari del San Giuseppe

Presso la casa di Cura Leonardo a Sovigliana

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sabato 11 maggio 2019 17:49

Negli Stati Uniti viene definita “la chirurgia della pausa pranzo” la metodica che il team dei chirurghi vascolari dell’ospedale di Empoli, diretto dal dottor Enrico Barbanti, pratica per curare le varici degli arti inferiori. Recente e ancor meno invasivo rispetto al laser o alla termoablazione con RadioFrequenza, con il nuovo trattamento, l’obliterazione della safena interna avviene mediante colla di cianoacrilato.

 

Si definiscono varici dilatazioni sacculari delle vene che spesso assumono andamento tortuoso. Nel mondo occidentale sono presenti in forma clinicamente manifesta nel 10% dei maschi adulti e nel 20-33% delle donne, spiega l'Ausl Toscana Centro.

 

“Con questo innovativo sistema -spiega il dottor Barbanti- non sono previste incisioni chirurgiche in quanto viene praticato un accesso percutaneo (puntura con un ago del diametro inferiore a 2 mm) in anestesia locale e trattata la vena safena incontinente con possibilità di immediata ripresa delle normali attività e con risultati sovrapponibili a quelli delle metodiche maggiormente invasive”.

 

La nuova metodica, in aggiunta alle metodiche chirurgiche mininvasive ed endovasali, è utilizzata da alcune settimane, in casi selezionati dall’èquipe di chirurgia vascolare dell’ospedale San Giuseppe presso la casa di Cura Leonardo a Sovigliana (Vinci) grazie ad un accordo di collaborazione (Service) con il dipartimento chirurgico della AUSL Toscana Centro diretto dal dottor Stefano Michelagnoli per la riduzione delle liste di attesa. 

 

“Grazie all'introduzione di trattamenti chirurgici sempre meno invasivi,che  permetteranno di gestire in un futuro prossimo la maggior parte patologia varicosa in un setting di chirurgia ambulatoriale complessa come richiesto dalle direttive Regionali, negli ultimi due anni – sottolinea il dottor Barbanti- sono stati sottoposti a trattamento presso la Casa di Cura Leonardo oltre 600 pazienti,  contribuendo a ridurre le liste di attesa dagli oltre due anni a meno di un anno e consentendo di destinare gli spazi operatori nei Presidi Ospedalieri a interventi di chirurgia arteriosa maggiore”.

 

 

 
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