Frodi sul ‘bonus facciate’, sequestrati 11 milioni di euro in Toscana
Sequestrati anche una struttura alberghiera, un opificio industriale e un’abitazione privata
giovedì 15 maggio 2025 09:26
Maxi sequestro in Toscana legato a un sistema fraudolento, attivo a livello nazionale, volto alla creazione e commercializzazione di crediti d’imposta fittizi connessi al cosiddetto “bonus facciate”.
Alla complessa attività investigativa di polizia economico-finanziaria iniziata nel 2022 ha preso parte la Guardia di Finanza di Prato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pistoia, che ha dato esecuzione a un provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pistoia. Il provvedimento cautelare patrimoniale ha riguardato: denaro, beni immobili e beni mobili per un valore complessivo pari a oltre 8,5 milioni di euro; tre unità immobiliari, tra cui una struttura alberghiera, un opificio industriale e un’abitazione privata, per un valore commerciale stimato in circa 2 milioni di euro; e tre società di capitali, sottoposte a sequestro impeditivo, per un valore complessivo del capitale sociale pari a 300mila euro.
Il totale dei beni sottoposti a vincolo ablativo raggiunge così gli 11 milioni di euro, costituendo una delle più rilevanti operazioni in materia di frodi sui bonus edilizi condotte nel territorio toscano.
Gli indagati, attraverso la falsa attestazione di lavori edilizi mai eseguiti, in tutto o in parte, hanno indotto in errore l’Agenzia delle Entrate, generando crediti d’imposta inesistenti che venivano successivamente ceduti a terzi soggetti in buona fede o monetizzati con il concorso di intermediari professionali. In molti casi, gli immobili risultavano intestati a soggetti completamente ignari, talvolta coinvolti solo formalmente tramite la sottoscrizione inconsapevole di atti preliminari o dichiarazioni predisposte ad arte.
I proventi illeciti, ottenuti dalla cessione fraudolenta dei crediti, sono stati successivamente riciclati e reimpiegati mediante complesse operazioni finanziarie e l’acquisto di beni di lusso, immobili e autovetture di alta gamma, nel chiaro intento di ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa delle somme e di reinserirle nel circuito economico legale.
Secondo quanto emerso dalle indagini, le condotte illecite sarebbero state orchestrate da un sodalizio criminale composto da tre soggetti: un imprenditore con precedenti specifici per reati tributari e fallimentari, ideatore del meccanismo fraudolento; un prestanome, formalmente intestatario delle società utilizzate per la creazione dei crediti fittizi; una commercialista attiva tra le province di Prato e Pistoia, già rappresentante legale di una delle imprese coinvolte e materialmente incaricata della trasmissione all’Agenzia delle Entrate delle comunicazioni finalizzate alla generazione dei falsi crediti.
Tutti e tre sono risultati diretti beneficiari dei profitti illeciti derivanti dalla monetizzazione dei crediti fittizi.
La Guardia di Finanza precisa che le persone sottoposte a indagini sono da ritenersi non colpevoli fino a sentenza definitiva.