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Sanità, a Firenze il giuramento dei nuovi infermieri e il convegno sull'intelligenza artificiale

L'evento in occasione della Giornata internazionale dell'infermiere

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martedì 13 maggio 2025 18:52

Aprire una riflessione sul tema dell’impiego dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario. Questo l’obiettivo dell’evento “Bilanciare l’innovazione con responsabilità professionale” promosso dall’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale Firenze Pistoia per celebrare la Giornata internazionale dell’infermiere (12 maggio). L’evento si è tenuto ieri nell’Aula magna del Meyer Health Campus di Firenze e si è concluso con il momento dedicato al Giuramento dei neolaureati.

 

In apertura, il videomessaggio della presidente della FnopiBarbara Mangiacavalli che, ricordando i temi affrontati durante il terzo congresso nazionale, ha ribadito come occuparsi della questione sanitaria significhi garantire un servizio al cittadino. «Dobbiamo tenere presente quello siamo, che facciamo, che siamo diventati e come ci stiamo evolvendo e che tutto questo lo facciamo per i pazienti – ha detto - ripartiamo quindi dal nostro assistito e facciamoci carico di quel gesto assistenziale intriso di scienza, filosofia, competenza, studio e ricerca che è il nostro segno distintivo».

 

I saluti delle autorità si sono aperti con Emanuele Gori direttore sanitario del Meyer, poi ha preso la parola Simone Bezzini assessore alla sanità della Regione Toscana che ha voluto ringraziare gli infermieri per il loro lavoro. «Se la Regione Toscana, pur in un momento di grande difficoltà per il sistema sanitario, riesce a ottenere esiti di cura tra i più alti del Paese, è merito di tutte le figure sanitarie, inclusi infermieri e infermiere – ha detto -. Davanti a noi abbiamo grandi sfide: in questo quadro in cui anche in ambito sanitario le tecnologie stanno progredendo, la figura dell’infermiere sarà sempre più cruciale nel tenere assieme la dimensione dell’innovazione con quella dell’umanità dell’assistenza e delle cure». «È necessario continuare a lavorare insieme in equipe multidisciplinare a livello territoriale perché è sul territorio che si determina gran parte della dimensione di vita delle nuove complessità, dalla cronicità alla disabilità alle persone in situazione di maggiore fragilità – ha detto Serena Spinelli assessora alle politiche sociali e dell’integrazione sociosanitaria della Regione Toscana. - È quindi necessario riuscire a organizzare una presa in cura multiprofessionale. In questo ambito l’infermieristica ha una centralità non sostituibile che ha bisogno d’interagire con le altre professionalità per dare risposte complesse a fenomeni complessi». Sono seguiti gli interventi di Mirco Gregorini direttore del dipartimento delle professioni sanitarie dell’Aou Meyer, Paolo Zoppi direttore del dipartimento infermieristico e ostetrico della Ausl Toscana Centro, Angela Brandi direttrice del dipartimento delle professioni infermieristiche e ostetriche di Careggi, Franco Alajmo coordinatore di Cittadinanzattiva, Maria Antonia Rosaria Pata per l’Ordine dei medici di Firenze, Debora Berti prorettrice dell’Università degli Studi di Firenze.

 

«Quello dell’Ai è un tema emergente, per non subirlo è doveroso cominciare a parlarne. Nel fare questo siamo partiti da lontano, cercando di capire come la popolazione vede l’assistenza infermieristica e cosa sa di quello che è l’operato infermieristico. Questo ha portato alla realizzazione di un video, realizzato dagli infermieri, sulla base di interviste fatte ai cittadini all’esterno dei nostri presidi ospedalieri - ha detto David Nucci presentando il docufilm realizzato da Opi Firenze-Pistoia -. Quello che emerge non è così bello, manca la consapevolezza del ruolo che la nostra figura ricopre, ma ci dà tanti spunti di riflessione perché come professione dovremmo avere più consapevolezza di quella che è la percezione del nostro lavoro all’esterno, per rendere più visibile e tangibile quello che facciamo».

 

Ad aprire gli interventi, da remoto, Gianluca Favero che con “Restiamo umani: emozioni, umanità e IA” ha sottolineato la necessità di fare attenzione a utilizzare in modo etico l’intelligenza artificiale. «Saranno gli umanisti a guidare la rivoluzione dell’Ia, sottraendola al rischio di “tirannia della predizione tecnologica” generata dagli algoritmi. Tra robot e infermieri vincerà l’umano solo se si riuscirà a prevedere un’informazione infermieristica dedicata», ha precisato Favero, esortando a «rimanere umani» e a non perdere l’umanità, la relazione.

 

A seguire, Laura Belloni e Nicola Gualtieri hanno parlato delle implicazioni psicologiche nell'applicazione dell'IA in ambito clinico. «Oggi parliamo di cura, non solo di cura del paziente, ma di un sistema trainato in una complessità – ha detto Belloni in apertura -. Occorre fare un salto culturale, attraverso la formazione continua ma anche la preservazione dell’identità, che non è l’io, ma il noi». Gualtieri ha invece spiegato come oggi si parli sempre del’Ia in termini di produttività ed efficienza, mai del suo potere trasformativo sulla sfera cognitiva e affettiva. «Abbiamo davanti una triplice sfida: cognitiva, per poter integrare l’Ai nelle nostre vite potenziando e preservando il pensiero critico, cuore della professionalità infermieristica; affettiva, così da arricchire le connessioni umane della profondità esperienziale che caratterizza l’alleanza terapeutica (invece di sostituirle con simulacri di relazioni); etica, per assicurare che l’introduzione dell’Ia anche nei contesti di cura rispetti i principi fondamentali della professionalità».

 

Poi l’intervento da remoto di Massimo Zancanaro che ha messo in evidenza opportunità e rischi dell’introduzione dell’intelligenza artificiale nel team sanitario. «Quale ruolo può avere l’Ia nel team sanitario? – ha chiesto -. Quello di collega, di controllore o di assistente. In generale le prospettive vanno verso due poli opposti: una prospettiva distopica, con una generale perdita di competenze (il personale sanitario potrebbe finire per fidarsi troppo e questo potrebbe impedire di cogliere opportunità di apprendimento) o una prospettiva utopica, con l’incremento di competenze significative e un possibile scenario (upskilling indiretto) in cui l’Ia sostituisce la persona nei compiti routinari, rendendo il personale sanitario libero di concentrarsi su compiti importanti/complessi».

 

A seguire, Stefano Bambi con “L'intelligenza artificiale e l'orizzonte della clinica, della ricerca e della formazione nella disciplina delle Scienze infermieristiche”: «Nel prossimo futuro avremo un mondo fatto di interoperabilità – ha detto -, in cui device con software diversi riusciranno a parlare e raccoglieranno più dati. Il potenziale dell'IA per assistere gli infermieri è evidente. Gli strumenti basati sull'IA possono aiutare a diagnosticare le malattie con precisione, gestire i dati dei pazienti per migliorare i piani di cura e assistenza, eseguire compiti ripetitivi per risparmiare tempo. Si prevede che i robot e l'IA nel settore infermieristico saranno sempre più presenti in futuro. Potrebbero svolgere funzioni quali dispensare farmaci, monitorare i parametri vitali dei pazienti e assistere i pazienti nella mobilizzazione, Ma non dobbiamo mai dimenticare che è necessario usarli con consapevolezza, come uno strumento, senza perdere di vista il nostro fare professionale».

 

Infine Gianni Cortigiani nel suo intervento “IA: oggetto o soggetto di diritto”: «In diritto, una definizione di sistema d’intelligenza artificiale la troviamo nel preambolo del regolamento 1689/2024: l’Ia dev’essere antropocentrica e affidabile e garantire sempre la protezione dei diritti fondamentali. Si dice anche che la caratteristica tipica di un sistema Ia è la capacità inferenziale cioè restituire previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali e la capacità di ricavare modelli e algoritmi da input e dati. Dal punto di vista giuridico un sistema di Ia è un prodotto, un oggetto. Il DL 146, approvato al Senato e in attesa di valutazione alla Camera, include un articolo dedicato all’uso dell’Ia in ambito sanitario e afferma che il suo utilizzo contribuisce al miglioramento del sistema sanitario, di prevenzione, diagnosi, cura e scelta terapeutica ma la decisione è sempre rimessa all’umano. Lo definisce come ‘supporto’. Il legislatore lascia quindi all’umano l’esercizio del pensiero critico».

 

Nei prossimi giorni si terranno altri due appuntamenti dedicati alla Giornata internazionale dell’infermiere: il 16 maggio (ore 14-18) all’Hotel Villa Cappugi di Pistoia (via di Collegigliato 45) con "Intelligenza artificiale: una partnership per il futuro della sanità" (3 crediti Ecm) e il 23 maggio (ore 14-18) nell’Aula magna dell’Agenzia per la formazione di Empoli (via Guglielmo Oberdan 13), per una giornata dedicata a "Il nuovo codice deontologico 2025 aspetti etici e innovazione" (3 crediti Ecm).

 

 

 
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