Firenze, Palazzo Corsini apre le porte alla 33esima Biennale Internazionale dell’antiquariato
In mostra opere rare e preziose, selezionate dalle oltre 80 gallerie invitate provenienti da tutto il mondo
sabato 28 settembre 2024 13:33
Taglio del nastro oggi, sabato 28 settembre, per la 33esima edizione della Biennale internazionale dell'Antiquariato di Firenze a Palazzo Corsini.
Con la cerimonia ufficiale del taglio del nastro della Sindaca Sara Funaro insieme al Segretario Generale BIAF Fabrizio Moretti apre al pubblico un appuntamento che rappresenta dal 1959 un punto di riferimento per il collezionismo internazionale e per tutti gli appassionati d'arte, occasione unica per ammirare da vicino opere rare e preziose, selezionate dalle oltre 80 gallerie invitate provenienti da tutto il mondo, di cui 14 nuove partecipazioni (dal 28 settembre al 6 ottobre).
Molti gli appuntamenti di incontri e presentazioni che si terranno nel Salone del Trono fino al 5 ottobre tra cui il 2 ottobre alle 12 la consegna Premi BIAF2024 per il più bel dipinto, la più bella scultura e l’oggetto di arte decorativa più bello esposti in Mostra. A seguire consegna del “Lorenzo d’Oro”.
Alcune novità per l’allestimento curato da Matteo Corvino: in collaborazione con la Comunità di San Patrignano, che ha realizzato con i suoi artigiani un’installazione di alcuni elementi di natura metafisica, creando un’illusione di profondità sugli obelischi posizionati sul giardino pensile. Negli stand al piano terra, i portali hanno preso molta più forza, grazie al cambiamento di colore, passato dal negativo al positivo con effetto bronzo antico. Minotti, considerata una delle eccellenze “Made in Italy” nel settore dell’arredo contemporaneo, si occuperà dell’allestimento del Salone del Trono, rendendolo accogliente e intimo per una sosta conviviale per parlare delle belle opere presenti in mostra.
La Dickinson Gallery torna alla BIAF con uno stand principalmente dedicato ad artisti italiani dal primo Rinascimento all'inizio del XX secolo in pittura, disegno e scultura ma soprattutto sceglie la mostra fiorentina per presentare una straordinaria riscoperta: un primo disegno di “Giove” di Michelangelo. Lo “Studio di Giove” è una delle più entusiasmanti scoperte di opere antiche degli ultimi decenni ed è un'importante aggiunta all’esiguo numero di disegni esistenti di Michelangelo. Acquistato in asta a Parigi oltre trent'anni fa come opera di una mano anonima, è ora considerato da molti importanti studiosi come il primo disegno conosciuto del maestro rinascimentale, basato su un frammento di marmo romano e caratterizzato da distintivi tratti stilistici appresi da Michelangelo nello studio fiorentino di Domenico e Davide Ghirlandaio.
Per la sua prima partecipazione alla BIAF Flavio Gianassi presenta “Quattro teste urlanti”, realizzate in bronzo dorato da Gian Lorenzo Bernini e dichiarate di eccezionale interesse storico e artistico nel 2019. Esposte al Victoria and Albert Museum di Londra (1962), al Rijksmuseum di Amsterdam (1962 e 2019) e al Kunsthistorisches Museum di Vienna (2019) le opere, che erano tuttavia state visibili in Italia unicamente nel 1962 a Palazzo Strozzi in occasione della mostra “Bronzetti italiani del Rinascimento”, tornano a Firenze per la Biennale. I bronzetti, restati fino ad oggi nella famiglia degli eredi di Bernini, sono parte del nucleo sopravvissuto dell’eredità dell’artista, che comprendeva opere realizzate da lui stesso e da altri artisti da lui collezionati. Queste preziose sculture sono state realizzate da Gian Lorenzo Bernini come decorazioni eccentriche per la sua carrozza personale.
Da Alessandra Di Castro una deliziosa scultura lignea di Andrea Brustolon, considerato il Michelangelo del legno, (Belluno, 1662 – 1732) rappresenta “l’Ecce Homo”. Secondo la tradizione, dopo la flagellazione Pilato mostrò alla folla Cristo coperto di ferite sanguinanti, con una corona di spine sul capo, un mantello purpureo da re sulle spalle e uno scettro di canna tra le mani e pronunciò la frase, destinata in seguito a identificare quel momento così drammatico anche dal punto di vista iconografico. Un testo rispettato nel dettaglio nell’opera che è certamente di altissima qualità esecutiva e che, per i suoi caratteri i stilistici, non soltanto spetta senz’altro ad Andrea Brustolon, ma costituisce anche uno dei migliori esemplari della sua produzione della prima maturità.
Agnews da Londra “riporta” nella sua città natale un maestro controcorrente: Pietro Annigoni. Considerato da Berenson come il più grande pittore del XX secolo si distinse come un ribelle in un'epoca oscura. Dalla sua Firenze alla fama internazionale, Annigoni seguì una strada solitaria, opponendosi alle correnti moderniste. Il suo stile e la sua tecnica si ispirarono ai maestri del Rinascimento italiano, con particolare attenzione al disegno e all'uso della tempera. I più potenti e famosi personaggi al mondo lo cercarono per farsi fare il ritratto. La svolta della sua carriera fu la commissione per il ritratto della Regina Elisabetta II, riprodotto in tutto il mondo. Oltre ai reali, dipinse anche Kennedy e Papa Giovanni XXIII. Tuttavia, i suoi lavori più interessanti sono gli studi di personaggi marginali, come mendicanti e filosofi. In queste opere, Annigoni esplorò la solitudine, la sofferenza umana e la condizione dell'uomo. Questa ricerca emotiva lo accompagnò per tutta la vita, culminando in opere come "Il Filosofo stanco", dove l’artista combina realismo e metafisica.
“La Strega” è un dipinto unico nel repertorio di Salvator Rosa, che si distingue dalle sue altre opere sul tema delle streghe. Si confronterà con i visitatori allo stand di Nicholas Hall. La maggior parte dei dipinti di Rosa sono scene piccole con gruppi di streghe che eseguono rituali di magia d'amore. Questi dipinti sono stati associati alle wunderkammer e alle vanitas o all'attività satirica di Rosa. La Strega in questione, rappresenta una singola strega di aspetto violento, dalle proporzioni sorprendentemente grandi, la sua figura imponente domina la maggior parte della tela, enfatizzando le contorsioni estreme del corpo. La tela è di una dimensione tipicamente riservata ai soggetti filosofici, allegorici o storici, il che fa riflettere su quanto Rosa considerasse seriamente i suoi dipinti sulle streghe.
La Gallo Fine Art presenta una interessante selezione di opere d’arte tra cui spicca uno straordinario dipinto di Francesco Zuccarelli (Pitigliano, 1702 – Firenze, 1788) che raffigura una Festa in campagna eseguito durante il soggiorno inglese del maestro nel 1753. Tra dipinti e sculture di varie scuole, si segnala un bellissimo busto in marmo bianco rappresentante una Figura muliebre dello scultore Melchior Barthel (Dresda, 1625 – 1672).
Da Fondantico la magnifica “Venere dormiente con Cupido e un amorino” del 1618-1620 circa, caratterizzata da una grande sensualità, si qualifica come opera certa di Giovanni Lanfranco (Parma, 1582 – Roma, 1647), sapiente interprete in chiave moderna dell’eredità del Correggio.
La Galleria d’Arte Frediano Farsetti presenta una vera e propria mostra “Les Italiens de Paris”: capolavori del primo Novecento italiano a firma di Alberto Savinio (Atene 1891 - Roma 1952), René Paresce (Carouge 1886 - Parigi 1937), Mario Tozzi (Fossombrone 1895 - St. Jean du Gard 1979), Massimo Campigli, Gino Severini e Giorgio de Chirico. Si tratta di sei dei 7 pittori del gruppo di artisti italiani che irrompe sulla scena parigina alla fine degli anni Venti venendo a costituire una delle punte più avanzate della sperimentazione pittorica e iconografica nell’Europa tra le due guerre.
La selezione delle opere dello Stand di Maurizio Nobile include capolavori italiani dal Cinquecento al Novecento, alcuni dei quali sono dei veri e propri ritrovamenti. Tra tutti la “Madonna con il Bambino” di Girolamo Coltellini, straordinario busto in marmo facente parte in origine del perduto monumento a Francesco Ranucci, ubicato in origine nella chiesa bolognese di San Francesco, e noto attraverso un’incisione del 1844. L’attribuzione a Coltellini è confermata dal confronto con il San Giovanni Battista collocato lungo il bordo posteriore dell’arca di San Domenico (chiesa di San Domenico, Bologna), contraddistinto anch’esso dal timido michelangiolismo che pervade la figura della Vergine.
Da Longari Arte un capolavoro il “Ritratto di ecclesiastico” di Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto (Milano, 13 ottobre 1698 – Milano, 28 agosto 1767), pittore italiano, annoverato tra i più importanti esponenti del tardo barocco italiano. Nacque a Milano, probabilmente da quel Fabiano Ceruti che fu allievo di Cristoforo Agricola; fin dai primi anni venti del Settecento fu attivo a Brescia, città in cui si guadagnò il soprannome di «Pitocchetto» per il genere pittorico che aveva come soggetti principali i poveri, i reietti, i vagabondi, i contadini (i pitocchi, appunto), raffigurati in quadri a grande formato e ripresi con stile documentaristico e con uno spirito di umana empatia.
La ritrattistica è al centro della proposta della Cantore Galleria Antiquaria, nello stand, in un percorso che si articola cronologicamente, si potranno ammirare un “Ritratto di gentildonna del Cinquecento” di Innocenzo da Imola, il “Ritratto di Cosimo III” di Baldassarre Franceschini detto il Volterrano, “Francesco di Cosimo II de’ Medici” di Justus Sustermans; per poi passare al ritrattismo napoletano del Settecento di Gaspare Traversi, con il “Principe Troiano Spinelli”, e il “Ritratto di Bernardo Tanucci” di Giuseppe Bonito.
La proposta che Galleria Continua presentata a Palazzo Corsini è un'esplorazione della continuità e del dialogo tra attualità e passato. Attraverso una selezione di opere dei grandi maestri dell’arte contemporanea, offre ai visitatori un'occasione di confronto, mettendo in luce come le radici storiche continuino a influenzare e arricchire la creatività odierna. Così è per Berlinde De Bruyckere, artista belga tra le più apprezzate al mondo, in questi mesi protagonista di una imperdibile mostra, evento collaterale della Biennale di Venezia, allestita nell’abbazia di San Giorgio. Un suo “Arcangelo glassdome III” del 2023 non potrà lasciare impassibili i visitatori.
“È un grande onore, in quanto Sindaca di Firenze, presiedere la Biennale, considerata la mostra più importante al mondo per l’arte antica italiana. Ogni due anni, porta a Firenze il meglio dell’antiquariato nazionale e internazionale, invitando un gruppo selezionato di antiquari capace di proporre una scelta di grande valore e molto varia di opere. La Biennale porta con sé un tessuto economico vibrante e in continua evoluzione, che unisce la tradizione antica a una mutazione sempre più rapida e contemporanea. Una sfida che la nostra città si trova ad affrontare sotto molteplici punti di vista: dalla tradizione all’innovazione”.
“Un’edizione di altissimo livello e grande prestigio questa 33esima Biennale – ha detto il presidente Eugenio Giani – che pone Firenze e la Toscana al centro di un mondo di straordinaria bellezza artistica ed esaltazione dell’estetica. Grazie al grande lavoro svolto negli ultimi anni da Fabrizio Moretti e dagli antiquari invitati, offre ancora una volta una edizione di altissima qualità con pezzi unici degni di stare in un museo: caratteristiche che contribuiscono anche ad innalzare il valore artistico di questa città.”
"Il successo della Biennale risiede nell’alta qualità dei mercanti che vi espongono, ai quali va il mio più grande e sentito ringraziamento. - dichiara Fabrizio Moretti, Segretario Generale BIAF - Sono loro il vero motore che, grazie alle loro opere, rendono questa mostra veramente speciale. Questo anno, posso dirlo con la massima sicurezza, abbiamo l’onore di avere i più grandi mercanti di arte antica nel mondo".
Orari: tutti i giorni dalle 10,30 alle 20.
Biglietti: 15 Intero; 10 ridotto