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Firenze, Cecilia Del Re lascia il Pd: 'Pronta una lista civica'

'Il Pd ha voluto fare a meno di noi in tutto questo percorso'. In consiglio comunale nasce il nuovo gruppo Firenze Democratica

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mercoledì 27 dicembre 2023 18:05

Cecilia Del Re lascia il Partito Democratico. L'ex assessora all'urbanistica di Firenze, alla quale il sindaco Nardella ha ritirato le deleghe a marzo, e che da tempo chiedeva al Pd le primarie per le elezioni comunali del 2024, ha deciso di non rinnovare la tessera del partito, e di fondare una lista civica. 

 

Una scelta, comunicata dalla stessa Del Re in una nota, che arriva a poche settimane dalla decisione del Pd fiorentino di candidare l'attuale assessora all'educazione, al Welfare e all'immigrazione di Palazzo Vecchio Sara Funaro per il post Nardella.

 

“Dopo l’assemblea del 4 dicembre e dopo i mesi di forzature e confronti negati che l’hanno preceduta, insieme ad altre iscritte e iscritti del PD riteniamo inevitabile non rinnovare la tessera del partito democratico. Crediamo ancora nei valori fondativi del partito e proprio per questo non è possibile riconoscersi nella gestione di questo PD cittadino. Il Partito Democratico di Firenze ha scelto la chiusura invece della partecipazione, la prepotenza invece dell’ascolto e del dialogo, la paura al posto del coraggio. Abbiamo atteso che si aprisse un dialogo politico, sui temi e sulle idee, a cui pure abbiamo cercato di contribuire, ma lo abbiamo fatto invano: il PD ha voluto fare a meno di noi in tutto questo percorso e a noi non resta che prenderne atto. Una chiusura e un’autoreferenzialità che non è stata scalfita nemmeno dall’intervento del delegato della Segreteria nazionale, da noi coinvolto per cercare una soluzione, ma che si è trovato davanti nessuna disponibilità a mettere in discussione scelte preconfezionate. Lo stesso atteggiamento di chiusura dimostrato al proprio interno, questo Pd l’ha replicato anche verso i fiorentini e gli elettori del centro sinistra, ritenuti non più in grado di scegliersi il loro candidato/a sindaco/a.

 

"La nostra è una scelta sofferta, ma che si è resa inevitabile al termine di un percorso tutt’altro che trasparente e democratico, da noi puntualmente contestato, senza che alcuna correzione di rotta fosse considerata. In sfregio a quella trasparenza che è il minimo che degli iscritti possano chiedere al partito cui appartengono, non sono neppure stati forniti gli atti della direzione e dell’assemblea che abbiamo ripetutamente chiesto in questo mese e mezzo. Restare in silenzio a questo punto avrebbe significato rendersi complici di un sistema che rappresenta un precedente pericoloso non solo per il PD Firenze, ma in generale per il Partito Democratico, al cui destino nazionale vogliamo ancora credere. Non ci sono quindi più le condizioni per riporre fiducia in chi oggi “detiene” il PD a Firenze, né sono all’orizzonte prospettive di cambiamento nelle modalità della sua gestione. Sarebbe bello che il PD si mettesse in discussione e tornasse ad aprirsi, rivedendo alcune scelte errate”. Così l’ex assessora Cecilia Del Re.

 

“Non vogliamo e non possiamo tuttavia disperdere le energie di questi ultimi mesi – aggiunge Del Re - e riteniamo importante essere ancora presenti in città per garantire una pluralità di voci e per combattere l’astensionismo: il sentimento di rassegnazione è ciò che più ci spaventa perché ha preceduto da sempre i periodi più bui della storia delle nostre democrazie. È il momento di “fare rumore”, un rumore costruttivo e propositivo, non di stare ferme/i e zitte/i. Insieme ad un gruppo di eletti in Comune, nei Consigli di quartiere e a membri della società civile, daremo quindi vita ad una lista civica di centrosinistra nella quale far confluire le forze vive della città. Un laboratorio di idee e proposte per Firenze e per la sua area metropolitana aperto alla partecipazione di tutte e tutti”.

 

“Saremo poi aperti al confronto e al dialogo con tutte le forze del centrosinistra in città – conclude Del Re – che sono pronte a costruire un progetto alternativo per Firenze e non sono allineate alla continuità imposta dal PD di Nardella. Siamo disponibili cioè a far parte anche di una possibile coalizione con altre forze civiche e politiche ancorate nei valori del centrosinistra”.

 

Contestualmente a Palazzo Vecchio nasce un nuovo gruppo in consiglio comunale, "Firenze Democratica", composto da 3 consiglieri comunali (Leonardo Calistri, Stefano Di Puccio e Massimiliano Piccioli) e da 12 eletti di quartiere "che non hanno votato il percorso deciso dai vertici del partito locale per arrivare a far votare il no alle primarie alla prima e unica assemblea convocata a Firenze sul tema, dove pure è stato votato un nome unico come candidata a sindaco in vista delle elezioni del 2024. Senza ancora un programma e senza una coalizione definita".

 

“Da tempo lamentiamo che il partito democratico di Firenze è chiuso in se stesso, non dialogante e insofferente a chiunque non sia allineato ai vertici del partito stesso" affermano i consiglieri che hanno costituito il nuovo gruppo. "Anche nel percorso che ha portato all’assemblea cittadina dello scorso 4 dicembre, abbiamo assistito a mancanza di trasparenza e dialogo in cui non è possibile riconoscersi, non solo perché le eventuali minoranze meritano rispetto, ma perché è evidente la volontà di una parte di far finta che l’altra non esistesse perché non allineata e quindi non voluta nel partito. Quali membri del partito democratico di Firenze abbiamo ripetutamente chiesto ascolto e rispetto per la nostra voce, ma ogni nostra richiesta, compresa quella di accesso agli atti della direzione e dell’assemblea rivolta al segretario cittadino, è stata ignorata dai vertici del partito locale. Anche noi rappresentiamo tanti elettori Pd, iscritti e cittadini che ci hanno dato il loro mandato nel 2019, ma che oggi sono disorientati rispetto a quanto sta avvenendo. Abbiamo tra di noi sostenuto mozioni diverse all’ultimo congresso, a conferma che la divisione non è correntizia ma di come viene gestito il partito locale in cui non tutti hanno pari dignità e, anzi, alcuni vengono accompagnati alla porta. E dove persone che “osano” avere pensieri diversi rispetto ai vertici, ma ben presenti nella base del partito e non solo, vengono cacciati da un giorno all’altro, come successo nel caso della revoca delle deleghe all’ex assessora Del Re, o perché non “utili” per ragioni correntizie, anche se eletti con il massimo delle preferenze, come nel caso della revoca delle deleghe dell’ex assessore Martini. Continueremo a garantire l’appoggio alla maggioranza sul programma di mandato, mentre sulle questioni nuove che dovessero emergere valuteremo di volta in volta il nostro voto, sempre pronti al dialogo e al confronto”. 

 

Arriva il commento di Sara Funaro: "Lasciare una grande comunità secondo me è un errore. Abbiamo imparato insieme, proprio vivendo e crescendo nella stessa comunità, che il valore dello stare insieme è la cosa che rende unico e forte il Partito democratico. Le porte sono aperte e lo resteranno".

 

"Vi invito a ripensarci - ha continuato Funaro - il Pd è la casa di tutti e chi se ne va secondo me sbaglia, sempre. In queste settimane ho provato a cercare un incontro con Cecilia; farò ogni sforzo per tenere unito il Pd. Credo sia giusto restare nel partito anche quando non si condividono alcune scelte, sebbene prese a larga maggioranza. Riprendiamo il dialogo e il confronto, sono pronta a farmi carico di garantire lo spazio politico necessario anche per chi ha idee diverse. Se volete bene alla comunità democratica ripensateci, vediamoci e confrontiamoci”.

 

 

 
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