Firenze, la nuova sede della moschea nell'ex banca. Nardella: 'Svolta storica per la città'
La comunità islamica ha presentato l’unica offerta per l'acquisto dell'ex sede bancaria di Intesa San Paolo in via Martiri del popolo
sabato 13 maggio 2023 15:26
Trovata la nuova sede per la moschea di Firenze, che si trasferirà nell'ex banca di piazza dei Ciompi, a pochi passi dalla sede attuale di Borgo Allegri, sotto sfratto.
"Un punto di svolta storico per la nostra città e per la comunità islamica di Firenze", sono state le parole del sindaco Dario Nardella, presente questa mattina in piazza dei Ciompi, insieme a gran parte della Giunta e all'imam Izzedin Elzir, dopo l’annuncio della comunità islamica di aver presentato l’unica offerta per l'acquisto di una ex sede bancaria di Intesa San Paolo in via Martiri del popolo, a pochi metri dall’attuale luogo di preghiera in piazza dei Ciompi.
“Dopo 20 anni di discussioni - ha proseguito il sindaco Nardella - siamo arrivati con un gioco di squadra importante a individuare la nuova moschea della nostra città. Sappiamo che ci sono tanti luoghi di preghiera della comunità ma questo è sempre stato quello simbolico, un punto di riferimento. E' stata una lunga storia, prima c'è stata l'ipotesi dei Lupi di Toscana, con le polemiche, poi la vicenda di viale Europa e le polemiche e le critiche, fino al momento in cui, per motivi che noi abbiamo sempre stigmatizzato e mai compreso, arriva la decisione della proprietà dell'attuale moschea di procedere allo sfratto esecutivo con gli ufficiali giudiziari. Questo elemento è stato una scintilla che ha accelerato il processo e ora possiamo dire che non tutti i mali vengono per nuocere".
"La nuova moschea sarà una soluzione permanente perché entrerà nella proprietà della comunità. Non potevamo essere più fortunati di così perché il nuovo locale si trova a poche decine di metri dalla sede attuale, dove la comunità cittadina ha già sperimentato con successo la convivenza con la comunità musulmana senza mai particolari problemi nonostante il numero significativo di fedeli. Voglio ringraziare tutte le realtà del quartiere, che ci hanno anche detto che se fosse andata via la moschea sarebbero stati in difficoltà nel lavorare, e anche i residenti. Un quartiere che ha vissuto quindi come ricchezza e non come problema la presenza della moschea. Il fatto che si trovi la moschea nuova e permanente nel cuore del centro di Firenze per noi è un segnale bellissimo, di civiltà e di successo della tenacia, del dialogo e della pacatezza".
"La vicenda più recente è iniziata a ottobre, con la volontà della proprietà di chiudere la storia con la comunità. C'è stato un processo delicato e complesso, ringrazio Corte di Appello, Prefettura e Questura che hanno sempre accompagnato con attenzione il percorso. Per quanto riguarda l'amministratore ringrazio Sara Funaro che ha seguito passo passo l'attivita della comunità e ringrazio il console onorario di Israele Marco Carrai che ha avuto un ruolo significativo in alcuni passaggi che hanno consentito di arrivare a questa conclusione. Questo conferma che Firenze è città del dialogo".
"La città, salvo eccezioni minoritarie, è stata ferma nel difendere la comunità di fronte ad uno sfratto che ritenevamo inappropriato, anche perché mai un luogo di culto in questo Paese è stato sfrattato, sarebbe stato un fatto drammatico che avvenisse proprio a Firenze. Una serie di soggetti istituzionali hanno contribuito ad evitare il primo sfratto a dicembre, ad evitare qualsiasi forma di violenza, e lo stesso è successo anche ad aprile e abbiamo apprezzato che non vi sia stato intervento di forze dell'ordine. La data del prossimo arrivo degli ufficiali giudiziari è l'8 giugno, ma visto la notizia che la banca ha aggiudicato la sede di fronte all'unica offerta presentata dalla comunità islamica, ci sono le condizioni per evitare lo sfratto. Da lunedì lavoreremo per questo".
"Siamo arrivati fin qui grazie a questa straordinaria comunità pacifica, guidata da Izzedin, una persona che ha sempre messo il dialogo al centro. Noi ora faremo in modo che il processo per l'acquisizione definitiva della sede per la moschea avvenga il prima possibile. Molti chiedevano che ruolo avesse avuto il comune di Firenze: il comune di Firenze è sempre stato al fianco della comunità, in modo silenzioso ma operativo, ogni giorno abbiamo seguito passo passo tutte le possibili soluzioni e di opzioni ce ne sono state, a dicembre è emersa la possibilità si insediare la moschea in via Santa Caterina di Alessandria, abbiamo valutato l'ipotesi di Montedomini, ma i lavori al piano terra avrebbero avuto tempi troppo lunghi. Quando si parla di laicità delle istituzioni non significa indifferenza delle istituzioni di fronte alle comunità religiose. La laicità impone autonomia nelle decisioni tra la sfera pubblica e le comunità religiose, ma è dovere dell'amministrazione pubblica affiancare le comunità religiose nel poter avere gli strumenti per pregare, perché il diritto a preghiera e alla libertà religiosa è un principio costituzionalmente garantito. Siamo ad un punto di non ritorno per fortuna, con la notizia di ieri pomeriggio e cioè che l'istituto bancario ha dichiarato congrua l'offerta e ha formalizzato l'avvio della peocedura che porterà all'acquisto".
"Quando apriremo la moschea qui in piazza dei Ciompi mi piacerebbe fare una festa con le comunità religiose della città, perché sia una festa per Firenze e perché questa vittoria non sia solo della comunità islamica ma di tutte le comunità religiose della città", ha concluso Nardella.
L'imam Elzir ha ringraziato prima di tutto "la mia comunità, che ha avuto fiducia in me, che dovevo lavorare in modo riservato perché molte cose non potevo dirle. Ringrazio l'amministrazione in particolare il sindaco e Sara. Grazie a tutta la città, questa è la moschea di Firenze, è una questione di civiltà. La dimostrazione è stata a dicembre e ad aprile quando tutta la città era dentro la moschea, qualcuno che in pubblico diceva no alla moschea ci chiamava dicendo che doveva dire così in pubblico ma gli dispiaceva. Con i vicini abbiamo ottimi rapporti".
L'acquisto è stato fatto con 1,2 milioni di euro raccolti dalle donazioni. "Prendiamo i soldi dai donatori che vogliono donare alla comunità, sia all'interno della comunità che al di fuori - ha spiegato l'imam - Quello che chiediamo è che le donazioni devono essere trasparenti. Certamente è un locale migliore rispetto a quello di ora, che è un magazzino. Firenze è una realtà che dialoga, nonostante le opinioni diverse. Qualcuno pensava che i musulmani nei giorni dello sfratto avrebbero fatto manifestazioni violente ma abbiamo sempre detto che saremmo stati dento a pregare. Spero che come eravamo un valore aggiunto nel quartiere lo saremo ancora".
"I fondi ci sono, non c'è un mutuo, sono fondi che vengono da donazioni della comunità, non sono fondi governativi", ha precisato il sindaco.
Difficilmente però la nuova sede sarà pronta per la nuova data in cui è previsto lo sgombero, l'8 giugno. "Non sappiamo i tempi della banca, chiederemo di fare velocemente. L'immobile è in buone condizioni. Noi continuiamo a dire che saremo qui fino a che non avremo alternative", ribadisce l'imam, ma il sindaco assicura: "Da lunedì lavoreremo per evitare lo sfratto. Se già prima già sembrava ingiustificato e inappropriato figuriamoci ora, siamo moderatamente ottimisti che si possa avere un trasloco senza soluzione di continuità. Nell'ambito del piano operativo procederemo a cambiare la destinazione d'uso della nuova sede, da direzionale a luogo di culto, ma per ora questo non impedisce che la comunità possa prendere possesso dell'immobile".
“Da ottobre abbiamo iniziato insieme all’Imam un percorso serrato di ricerca sul territorio - ha detto l’assessora al Welfare Sara Funaro - Sono emerse varie ipotesi e sono stati effettuati vari sopralluoghi, finché le verifiche per tutte le autorizzazioni hanno dato esito positivo in merito alla soluzione oggi individuata, portando la comunità a fare questa scelta. Un gioco di squadra fondamentale tra tutti i soggetti coinvolti in un dialogo straordinario, che ha riguardato anche i cittadini e tutte le comunità religiose che sono state molto presenti. Un segnale importante di vicinanza in tutti i momenti, che conferma ancora una volta come Firenze sia la città del dialogo. La giornata di oggi lo conferma: ci troviamo simbolicamente nel triangolo rappresentato dalla sinagoga, dal Duomo di Firenze e dalla sede della nuova moschea. Una vittoria per tutta la città”.
Arriva anche il commento dell'Arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori: "Sono molto lieto che la comunità islamica della nostra città abbia trovato lo spazio adeguato per la moschea, il luogo dove esercitare la propria vita religiosa comunitaria e il proprio culto. Siamo legati alla comunità islamica da lunga e sincera amicizia, e con le altre confessioni religiose siamo stati sempre vicini e abbiamo sofferto con loro in questi mesi difficili. Voglio esprimere la mia gratitudine e l'apprezzamento per tutti coloro, a cominciare dal Comune e dalla Prefettura, che in questo lungo periodo si sono spesi, hanno operato insieme assiduamente, ciascuno per il proprio ruolo e competenza, per arrivare ad una soluzione. La Chiesa di Firenze partecipa oggi alla gioia per questo esito positivo che risponde ad un bisogno primario della persona umana e al diritto di ogni comunità a professare liberamente la propria fede religiosa".
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