Conoscere le spezie: l'anice e l'anice stellato
Ha proprietà digestive, balsamiche, antispastiche e allevia i disturbi alla digestione
domenica 28 novembre 2021 20:00
L'anice è una pianta che appartiene alla stessa famiglia del finocchio, aneto e cumino; può raggiungere i 40 centimetri di altezza, ha piccole foglie verde chiaro e fiorellini bianchi con una forma ad ombrello. I semi hanno una forma ovale e un colore che può variare dal verde al marrone chiaro, si raccolgono d'estate e vengono fatti essiccare per poter essere usati come spezie.
L'uso dell'anice come spezia è nato in Medio Oriente, dove questa pianta era coltivata fin dall'antichità. Furono poi i Greci ad estendere l'uso e la coltivazione in tutta Europa.
L'anice è molto usato in cucina anche se con delle differenze geografiche: in Occidente si usa sopratutto per dolci e gelati ( in Toscana viene usata per i brigidini); in Oriente per preparazione salate. L'uso più famoso dell'anice in cucina è per le preparazioni alcoliche: sambuca, ouzo, Pastis e assenzio hanno l'anice come base di produzione.
Ha proprietà digestive, balsamiche, antispastiche e allevia i disturbi alla digestione.
L'anice stellato ha il caratteristico aspetto di una stella a 8 o 12 punte, ma viene venduto anche in polvere. Il frutto viene raccolto dalla pianta quando ancora non è completamente maturo e sottoposto ad un processo di essiccazione. Si usa come decorazione o per insaporire i dolci, dato che ha un aroma simile alla liquirizia.
Si usa come astringente per cute e capelli grassi ed ha proprietà antitarmiche, ovvero allontana gli insetti da lana, cachemire e lane pregiate.
Dall'anice stellato si ricavano oli essenziali e tè che spesso vengono usati in erboristeria con vari scopi: dal trattamento degli herpes, ai problemi digestivi, all'acne. Tuttavia, l'uso eccessivo di questa spezia può portare vomito e nausea, per questo ci sono ancora molti studi in corso circa la sua efficacia.
Bisogna stare molto attenti a non confondere questa spezia con lo 'shikimi', l'anice stellato giapponese il cui frutto non è commestibile poichè è tossico per l'essere umano. Lo shikimi viene usato, infatti, solo come incenso per profumare gli ambienti.
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