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Firenze, nello Statuto comunale entra la tutela del clima. Nasce l’assemblea cittadina permanente

Presentati gli esiti dello studio sulle isole di calore. Le zone più calde della città, dalle stazioni all'aeroporto

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lunedì 15 novembre 2021 18:31

La tutela del clima entra nello Statuto comunale di Firenze, per la prima volta. La tutela del clima e delle nuove generazioni entra nello Statuto comunale della città di Firenze, e nasce l’assemblea cittadina permanente sul clima: uno strumento di partecipazione per monitorare l’emergenza climatica e la sua gestione a livello locale.

 

Sono le due azioni illustrate oggi dal sindaco Dario Nardella e dall’assessore all’Ambiente Cecilia Del Re con l’obiettivo di fornire nuovi strumenti concreti per raggiungere la neutralità climatica nel 2040, passando dal traguardo intermedio dell’abbattimento delle emissioni del 60% nel 2030, dopo aver raggiunto l’abbattimento del 40% dal 2005 al 2020 grazie alle azioni che erano state oggetto del Paes (Piano d’azione per l’energia sostenibile). Questi strumenti comunali e gli esiti della ricerca svolta da Università di Firenze e Cnr sul clima a Firenze saranno inquadrati nell’ambito del percorso che porterà all'adozione del primo Piano del verde e degli spazi pubblici aperti della Città di Firenze, che sarà anche il primo della Regione Toscana, con l'obiettivo di mettere la lotta ai cambiamenti climatici al centro della pianificazione urbanistica e dello sviluppo del territorio.

 

A fine anno, sarà poi presentato il Piano d'azione per l'energia sostenibile e il clima (Paesc), che il Comune di Firenze si era impegnato ad adottare con la firma del Patto dei sindaci, come sviluppo del Paes. Obiettivo del Paesc è proprio quello di abbattere il 60% delle emissioni al 2030, per poi raggiungere la neutralità climatica al 2040.

 

L’Assemblea cittadina sul clima, che sarà attivata dopo l'approvazione del Paesc, consentirà di monitorare l'emergenza climatica con un nuovo strumento partecipativo e sarà guidata da esperti in materia e facilitatori della partecipazione: all’assemblea potranno partecipare cittadini, associazioni, corpi intermedi e imprese in modo da sensibilizzare tutti su questo tema, dando informazioni e recependo al contempo criticità, proposte e input che potranno arrivare dal territorio. L’altra azione, normativa con consistenti effetti a livello di tutela effettiva, prevede l’inserimento della tutela del clima e della biodiversità nello Statuto comunale attraverso l’inserimento di un comma (comma 1-bis) all’articolo 11 dedicato all'ambiente. Nel nuovo comma il Comune riconosce l'emergenza climatica ed ecologica; introduce la tutela del clima e della biodiversità e l'obiettivo della neutralità climatica; orienta la propria azione amministrativa alla transizione ecologica e allo sviluppo sostenibile; si adopera per assicurare e tutelare le necessità dei cittadini di oggi e di quelli delle future generazioni.

 

Il testo del comma 1-bis proposto è il seguente:

"Il Comune, riconoscendo l'emergenza climatica ed ecologica, orienta le proprie politiche e attività amministrative ai principi della transizione ecologica e dello sviluppo sostenibile, nonché alla tutela del clima, della biodiversità e della salute umana. A tal fine, il Comune concorre, anche in rapporto con le istituzioni regionali, nazionali, europee ed internazionali e coinvolgendo le imprese e i cittadini singoli e associati, alla riduzione dell'inquinamento e delle emissioni climalteranti, fino alla neutralità climatica, al fine di assicurare, nell’uso sostenibile ed equo delle risorse, le necessità delle persone di oggi e delle generazioni future".

 

“Per quanto riguarda il clima - ha dichiarato il sindaco Nardella - non solo ci vogliamo allineare agli obiettivi di Cop 26 ma vogliamo fare di più, vogliamo arrivare alla ‘carbon neutrality’ entro il 2040. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo mettere in campo una serie di azioni e questo monitoraggio è un passaggio fondamentale perché ci offre una mappa puntuale sulle isole di calore in città e in base a questa possiamo e dobbiamo mettere in atto interventi di mitigazione. Come Città metropolitana, in base proprio a questa mappatura, vogliamo piantare un milione di alberi entro 10 anni. Inoltre continueremo ad investire nelle tramvie e nella soft mobility e nel piano di sostituzione delle vecchie caldaie dagli uffici comunali”.

 

“Nel percorso verso l’adozione del primo Piano del verde della città di Firenze - ha detto l’assessore all’Ambiente e urbanistica Cecilia Del Re - abbiamo mappato insieme a Università di Firenze e Cnr le isole di calore presenti in città, ovvero i  luoghi di Firenze e area metropolitana nei quali la temperatura è più alta rispetto alla media. Esiti e prospettive saranno inseriti nel Piano del verde proprio per arrivare a mettere in campo interventi di mitigazione del clima, andando anche a inserire l’obiettivo della tutela del clima  direttamente nello statuto comunale e considerando le nuove generazioni come soggetti dei quali già da oggi dobbiamo tutelare i diritti. Un obiettivo che vogliamo raggiungere con varie azioni, tra cui la forestazione urbana proprio nelle zone indicate dallo studio, dove sarà possibile prevedere anche tetti e pareti verdi per  rendere la città più salubre. Le città sono motori di cambiamento, come abbiamo ribadito alla Cop26 rilanciando l'impegno sugli obiettivi fissati al 2030 per l’abbattimento del 60% delle emissioni e al 2040 per la neutralità climatica. Lo faremo a partire  dalle azioni che ci hanno permesso di raggiungere nel 2020 l’obiettivo dell’abbattimento del 40%, in particolare le nuove linee di tramvia, il piano strutturale a volumi zero e l’efficientamento del sistema di illuminazione pubblica con le nuovi luci a led, andando poi a inserire nuove azioni nel Paesc che approveremo entro fine anno”.

 

Le nuove azioni sono state illustrate nel corso della presentazione degli esiti dello studio sulle isole di calore condotto nell’ambito dell’accordo tra Comune di Firenze, Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (Dagri) e Centro di Bioclimatologia (Cibic) dell’Università di Firenze e Istituto di Bioeconomia (Ibe) del Consiglio nazionale delle ricerche. Tali studi hanno riguardato la distribuzione della temperatura dell’aria e della temperatura superficiale.

 

Gli esiti della ricerca hanno messo in luce le differenze di temperatura tra zone completamente edificate e asfaltate e zone con percentuali diverse di aree verdi. E’ emerso che le aree più calde (quelle generalmente chiamate ‘hot-spot’) ricoprono circa il 14% della superficie comunale di Firenze, con una temperatura media superficiale estiva di 38 °C, un consumo di suolo di poco superiore al 90% e una copertura arborea di circa 1 per cento. Le aree più fresche estive (indicate come aree ‘cool-spot’) invece rappresentano solo il 3% dell’intera superficie comunale con una temperatura media superficiale di 28 °C e una copertura arborea del 93%.

 

Tra le zone più calde di Firenze rientrano l’area del Centro alimentare polivalente Mercafir, che risulta anche la più estesa, ma anche le stazioni ferroviarie e le aree di pertinenza, l’area di deposito ferroviario in zona Osmannoro, l’aeroporto e porzioni del tessuto produttivo di Peretola, in cui si registrano valori medi di temperatura superficiale estiva tra 38 °C e 41 °C. Tra le aree più fresche di Firenze rientrano il parco delle Cascine, in particolare la zona arborata a nord-ovest del parco. Altre aree fresche si trovano a nord-est (zone di Trespiano e Pian di Mugnone), sud (Galluzzo) e sud-est (Gavinana e Sorgane) in una posizione basso collinare e a bassa densità abitativa.

 

E’ importante notare come le temperature medie annuali siano aumentate a Firenze di circa 1,5 °C dall’inizio del 1800, passando da 14,6 a 16 °C, di cui quasi 1 °C solo negli ultimi 20 anni. Dagli studi è emerso che la temperatura media superficiale estiva (rilevata alle ore 10 in giornate serene) del Comune di Firenze è stata di 34 °C, con valori minimi e massimi di 24 °C e 45 °C. A Firenze stanno aumentando i giorni con temperature superiori a 34 °C: fino al 1980 erano circa 80 per decennio, mentre negli ultimi anni arrivano a circa 450 giorni per decennio. L’alta variabilità del tessuto urbano fiorentino si evidenzia anche nelle notti tropicali, con differenze di oltre 36 notti tra le zone più calde e quelle più fredde della città.

 

Gli studi sono stati estesi anche al di fuori del Comune di Firenze e in particolare a tutta l’area metropolitana fiorentina (la piana Firenze-Prato-Pistoia), la cui situazione termica condiziona il microclima cittadino. Dallo studio è emerso che circa il 30% dell’area metropolitana è interessato da anomalie termiche superficiali, in cui ricade oltre il 60% degli edifici industriali. Nello specifico, circa il 55% ricade in aree calde estive, mentre poco meno del 5% in aree fredde invernali. Nei siti industriali che ricadevano nelle aree calde è stato rilevato uno scarso potere riflettente delle coperture degli edifici, un consumo di suolo generalmente superiore all’85%, una copertura erbacea inferiore al 12% e una copertura arborea inferiore al 4%. Tale situazione ha favorito una temperatura superficiale media estiva diurna di 38 °C. In queste aree è coinvolto oltre il 50% della popolazione lavorativa del settore industriale nell’area metropolitana, quindi con ripercussioni importanti sia in termini di potenziali impatti per la salute dei lavoratori impegnati all’aperto o in ambienti confinati non condizionati, con impatti significativi sulla produttività dei lavoratori e sui consumi energetici per il condizionamento degli ambienti di lavoro. 

 

 

 
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