Onorificenze ‘Firenze 2020’, celebrati i professionisti sanitari della pandemia Covid19
Luca Milani: “Un riconoscimento a chi ha lavorato negli ospedali fiorentini, nei reparti Covid e ai tanti volontari che da alcuni mesi operano senza fermarsi nei centri vaccinali”
mercoledì 02 giugno 2021 14:02
In piazza della Signoria si è tenuto un Consiglio comunale solenne per il conferimento delle onorificenze “Firenze 2020”, un riconoscimento al merito ai professionisti sanitari (medici, infermieri, tecnici sanitari, e operatori vari) che hanno lavorato all’interno degli ospedali fiorentini e nei reparti Covid nonché ai Presidenti dei relativi ordini professionali, in rappresentanza di tutte le lavoratrici e lavoratori di questo importante comparto.
I premiati erano in rappresentanza di tutto il personale che lavora negli ospedali di Careggi, Meyer e Asl Toscana Centro, fa sapere il Comune di Firenze. Con l’aiuto dei Direttori Generali e dei direttori dei vari presidi ospedalieri del territorio, sono state selezionate le persone tenuto conto del loro impegno e del criterio oggettivo del più anziano e del più giovane per ogni settore.
Sono stati inoltre premiati anche gli Ordini professionali in modo da rendere merito, e la doverosa riconoscenza, anche a tutti gli altri che non lavorano in ospedale.
“Abbiamo scelto il giorno della Festa della Repubblica per ricordare e premiare gli operatori sanitari delle professioni ospedaliere che si sono distinti nel corso della pandemia. Il senso di appartenenza a uno Stato nazionale – ha detto il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – si rafforza o naufraga tutte le volte che una vicenda drammatica costringe a fare i conti con la propria identità e con i legami che ciascun individuo ha con la propria comunità. Oggi è il 2 Giugno, Festa della Repubblica, prima di essere una formula politica, l’unità nazionale, è un valore vissuto intimamente da ogni cittadino. La pandemia da Coronavirus mostra che questo valore non è purtroppo così diffuso, spesso molto discredito viene lanciato contro le Istituzioni. La Repubblica non si può reggere solo sulla carta, non basta che prenda vita dalle pagine bellissime della Costituzione, chi la fa vivere sono le donne e gli uomini che le danno forma attraverso le articolazioni dello Stato. Le nostre Forze Armate, il comporto della scuola, dell’Università e della Ricerca, il comparto degli Enti Locali, il sistema di Giustizia, la Struttura dello Stato Centrale, il Governo, il Parlamento, tutto il mondo del terzo settore che ormai è parte integrante e fondamentale nella struttura del paese e poi voi del Comparto della Sanità. Attraverso l’organizzazione, il lavoro, la modalità di occuparsi del cittadino traspare il volto della Repubblica. Ed oggi oltre a rendere gli onori a tutti i comparti che ho appena ricordato è indiscusso l’onore da rendere al comparto della sanità, a tutti gli operatori sanitari di tante professioni diverse che hanno dimostrato attraverso l'impegno professionale ed umano di ciascuno, che è andato ben oltre i proprio compiti, il volto professionale, rassicurante e caritatevole della Repubblica, che ha curato, confortato, sofferto e pianto con i tanti, troppi malati di Covid. È stata una risposta di sistema quella che è stata data e questo rinsalda la fiducia dei cittadini con la sanità pubblica. Siamo entrati nella pandemia tutti uguali davanti alla minaccia, abbiamo rischiato di uscirne profondamente divisi. Improvvisamente, è finita la fase in cui ci siamo sentiti affratellati dall’assedio universale del virus, esposti allo stesso male, disarmati dalla medesima fragilità. Tutti esposti senza distinzione senza riserve: tutti candidati”.
“La coscienza comune di condividere con gli altri la stessa condizione è stata per lunghi mesi alla base della coesione sociale del Paese ed ha consentito l'accettazione delle misure di necessità che comportano una limitazione dell'autonomia individuale, degli spazi, dei movimenti e delle relazioni. Questo insieme si è spezzato. In parte era prevedibile, perché la tensione dell’emergenza regge per la fase più acuta poi si allenta. È quello che è successo a voi, da eroi salvatori della Nazione nella prima fase a “scocciatori” nella seconda, quando avete, giustamente, richiamato, come una sorta di grillo parlante di Pinocchio, al senso di responsabilità nei comportamenti – ha aggiunto il presidente Milani – Mentre voi ancora nelle corsie degli ospedali lottavate per salvare vite, altri nelle piazze e per le strade, incuranti, pretendevano che tutto fosse finito. L’arrivo dei vaccini, il contenimento relativo del contagio e dei decessi hanno riaperto una prospettiva concreta e rifatto pace nel Paese”.
“Voglio davvero rendere omaggio anche ai tanti volontari che ormai da alcuni mesi operano senza fermarsi mai nei centri vaccinali, la macchina messa in campo sta funzionando e producendo il risultato tanto atteso. Un vaccino ogni due minuti è questa la risposta del nostro presidio vaccinale con tantissimi volontari della protezione civile insieme a tantissimo personale sanitario – ha detto Milani - Per tutti i volontari della misericordia, della pubblica assistenza, della croce rossa, della fratellanza militare, della protezione civile ci sarà un momento analogo perché anche loro sono il volto bello della Repubblica, un volto da raccontare”.
“Come sappiamo, nonostante tutti gli sforzi profusi, anche in Italia dobbiamo annoverare tanti morti, abbiamo sentito più volte raffigurare in forma visiva il numero dei morti: è come se fosse scomparsa una città grande come Sassari o Latina; più di 125.000 morti, ma è pensando all’età media che vorrei riflettessimo sulla gravità, sul significato della perdita; è scomparsa una grande biblioteca vivente della memoria e questo – ha concluso il presidente del Consiglio comunale – creerà inevitabilmente un vuoto, una frattura nelle generazioni rispetto al racconto delle nostre tradizioni, della nostra cultura, della nostra storia, del nostro sapere”.