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Personaggio fiorentino 2019, intervista a Gaia Nanni: 'Io, attrice e mamma acrobata'

'Il teatro è la mia vita': Gaia Nanni si racconta, da Firenze alla vita privata, fino a Trisomia 21. E quella gag con Pieraccioni...

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mercoledì 08 gennaio 2020 12:30

Da rivelazione a trionfatrice. È Gaia Nanni il 'Personaggio Fiorentino 2019' secondo i lettori di 055Firenze.it, che hanno incoronato l'attrice sondaggio dopo sondaggio. "Non me lo sarei mai aspettato! Io che non ho mai vinto nemmeno a rubamazzo con la 'mi nonna', vincere in una sfida con nomi così affermati è stato a dir poco incredibile", dice Gaia Nanni a 055Firenze.it. "Mi sono accorta di essere finita nel sondaggio per puro caso e mi sono detta dopo mezzo secondo "figuriamoci se vinco, siè". Poi l'affetto della città è arrivato forte, si sono moltiplicati sostenitori ovunque e sono rimasta senza parole. Devo tutto all'affetto del pubblico che mi segue, a chi fa sacrifici per comprarsi un biglietto e venirmi a vedere in teatro, a chi mi ferma per strada e mi abbraccia quando sono io, diciamocelo, che dovrei abbracciare loro".

 

Una gioia da condividere: "Non sono io che ho vinto, mi permetto, ma noi abbiamo vinto. 'Abbiamo' perché se vince una donna normale che fa una 'fatica boia' ogni giorno allora s’è vinto un po’ tutti. 'Abbiamo' perché da figlia unica quale sono ho la strana ossessione che la felicità abbia valore solo se condivisa. Quindi la cosa più importante di tutte è dirvi grazie, davvero grazie".

 

Un passo indietro: chi è Gaia Nanni? "Ripetiamolo tutti in coro: chi diamine è questa Nanni? Una donna 'Normale' che ha fatto del teatro la sua vita. Sto parlando di me in terza persona? Questo potrebbe farmi vincere un TSO immediato! Sono un'attrice di prosa, di quelle che macinano chilometri, girano per teatri, arrivano bestemmiando alla fine del mese e nonostante tutto non sceglierebbero un lavoro diverso. Ho lavorato con persone preziose come Ferzan Ozpetek, Claudio Morganti, Alessandro Riccio, Maurizio De Giovanni, Gianfranco Pedullà, Antonio Frazzi, Massimo Sgorbani, Leonardo Pieraccioni e molti altri. Nel 2013 ho ricevuto la mia prima segnalazione ai Premi UBU come migliore attrice, me ne sono accorta tre anni dopo. Nel 2019 ho ricevuto il Premio per il Cinema Renzo Montagnani, me ne sono accorta in tempo. Nel 2019 mi avete nominato Personaggio Fiorentino dell'anno: il 31 dicembre 2019. Ora io dico, neanche il tempo di fare la 'giobba' che s'era già nel 2020. Me la sono tirata più o meno per quaranta minuti, via".

 

Quali sono i ruoli e i personaggi che ti hanno più 'presa' negli ultimi anni? "Il personaggio a cui devo tutto è Amapola, la cameriera Robot interpretata ne 'La Meccanica dell'Amore' di Alessandro Riccio, amico e collega a cui devo davvero molto del mio successo teatrale. La storia di Orlando, anziano scorbutico e solitario, e del suo Robot ha rapito e conquistato l'affetto di migliaia di spettatori. È il ruolo che mi è valso la prestigiosa menzione ai premi UBU come migliore attrice ed è il lavoro a cui sentimentalmente sono più legata. Perché vedete, io sono un'attrice "caratterista". Le attrici "caratteriste" sono quelle che portano in scena i ruoli per cui non si trovano mai gli attori, i profili umani più impensabili ed è lì che scendiamo in campo noi. Quando il regista sfoglia un copione e maledice gli assistenti perché a pagina 45 c'è da interpretare una vecchia zoppa bergamasca: chiamano me! Una cinese con la gotta? Nessun problema! Si chiama la Nanni. Dimenticare noi stessi per interpretare qualcosa o qualcuno lontano da noi anni luce, eccola qua la vera magia. Fare l'attore altro non è che prendersi una pausa da noi stessi ed entrare nell'altro, è l'empatia fatta palestra! Una meraviglia assoluta".

 

I prossimi appuntamenti a teatro? "Le uniche date fiorentine della tournée, a cui vi invito a gran voce, saranno al Teatro delle Laudi il 18 e il 19 gennaio con un monologo straordinario, 'Gli ultimi saranno ultimi', scritto da Massimiliano Bruno, storico autore di Paola Cortellesi. Molti di voi si ricorderanno il film di qualche anno fa, la storia è quella di Luciana operaia incinta che è disposta a tutto pur di riottenere il suo posto di lavoro. Una vicenda vissuta tutta in una notte, in cui si incrociano i destini di uomini e donne normalmente distanti tra loro: una fredda dirigente d’azienda piegata alle leggi di mercato, un’ingenua poliziotta di provincia, un transessuale sarcastico e disilluso, una saggia donna delle pulizie fissata con le canzonette e un bambino che sta per nascere. Da sola in scena interpreto tutti i protagonisti di questa storia in un monologo esilarante e dissacrante, se dite alla cassa "ma chi diamine è questa Nanni" avrete un ridotto a soli 14 euro!".

 

Sogni per il futuro? "Continuare ad essere felice", risponde con semplicità Gaia Nanni. Un rapporto stretto, poi, con Firenze e i fiorentini: "Sono stata allevata a brodo di lampredotto. Mamma operaia san fredianina doc nata in via dell'Orto. E ve lo dico con tutto il fiato che ho: non avrei voluto nascere da nessun'altra parte. Qui sono nata, qui voglio crepare".

 

Com è invece la Gaia Nanni mamma? "Un bel casino, questa è la prima cosa che mi viene da dire. Mamma, attrice e con due gemelli maschi di 5 anni. Un meraviglioso casino quotidiano, quello che affrontano tutte le donne acrobate che come me stanno in equilibrio tra vita privata e vita lavorativa. Oggi ho trovato Giulio che scriveva sul calendario 'Torna la Mamma', lo scrive per capire quanti giorni mancano alla fine della tournée. Dario stamattina nel fiato piccino del risveglio mi prende le guance e mi fa: 'Sei tornata'. Ecco. Chi glielo dice che devo ancora partire... Io glielo dico. E chi lo dice a me che devo ancora partire... Io me lo dico. Me lo dico quando Giulio mi si accuccia dentro la maglietta, tutto fasciato come un bozzolo con la testa che sbuca felice. Una maglietta in due. Due cretini felici in uno. Me lo dico quando li saluto davanti a scuola e uno giustamente deve uscire da quel parcheggio e io, in mezzo ad una via con le quattro frecce, non li saluto neanche bene quei pezzi di vita. Sono una mamma acrobata come tutte, che ogni giorno pensa di non farcela e poi ce la fa".

 

Qual è il tuo rapporto con il teatro? "Il teatro è la mia vita, montavo sul tavolo di cucina a tre anni per 'fare lo spettacolo' e tutti i parenti di turno dovevano sorbirsi me assieme al vin santo e alla tombola della vigilia. Ed è la mia vita, il mio mestiere ormai da quindici anni ed ancora oggi quando tutti mi guardano dicendomi 'ma non sarebbe meglio il cinema?', io, quasi come una figura mitologica spaccata in due dal collo in su, rispondo che 'sì, sarebbe meglio'. Però il teatro è la mia vita. Questo demone che mangia tutto: tempo, affetti, attese, promesse. Quel Teatro Bastardo che è come la vita. Non si aggiusta, non si fa un’altra volta se non viene bene, non si fa da soli. Si fa e basta. Si vive e basta. Ci si tuffa e basta. Come in piscina, sul bordo, puoi zampettare sul posto, 'urlicchiare', dire 'mibuttomibuttooramibutto' ma se poi non gonfi i polmoni e affondi, se poi non ti fidi di te e affondi, non hai fatto nulla. Il teatro è questo, è come la vita: non si fa finta, non si fa da soli".

 

Ti abbiamo visto però anche al cinema con Pieraccioni: com'è stato lavorare con lui? "Io l'amo perdutamente. Ecco, l'ho detto. Anzi, se come prossimo sondaggio si potesse far votare ai fiorentini la fidanzata ideale per il Pieraccioni io mi faccio la messa in piega, perdo quei 5 kg che devo perdere dagli anni '80 e mi candido al volo! Leonardo è quanto di meglio si possa immaginare, un uomo pieno di talento e umanità. Ridiamo ancora sulla nostra conversazione per il mio ruolo nel film 'Se Son Rose...'. Una mattina mi chiama e mi fa: 'Nanni ci sarebbe da fare una parte per il mio film, te la senti?'. 'Pieraccioni vai al sodo, devo fare la prostituta, la maga o la vecchia?'. 'La prostituta'. 'Grazie Leo'. 'Non ho finito... la prostituta balbuziente'. 'Sei un amico Leo'. 'Figurati'.

 

Chiudiamo con un pensiero al sociale, visto che da anni sei molto vicina all'associazione Trisomia 21. Una cosa bellissima e un'associazione grandiosa sul territorio. "Ci sono famiglie che ci capitano e famiglie che ci scegliamo. Trisomia 21 onlus è la famiglia che mi sono scelta. Se c'è un privilegio nell'essere un personaggio pubblico è poter dar voce a chi spesso non ha voce. Il mio fiato, il mio entusiasmo, la mia voce è tutta per loro e ricordare che non si deve lasciare nessuno indietro: un tema che va oltre la sindrome, oltre la disabilità. Un obiettivo, quello di non lasciare indietro nessuno, che dovrebbe essere di tutte le società che si definiscono 'civili'".

 

(Per seguire Gaia Nanni e rimanere aggiornati sugli appuntamenti a teatro, potete seguire il suo profilo Facebook)

 

 

 
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