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Firenze, apre alla città il Memoriale di Auschwitz 

L’inaugurazione dell’opera all’Ex 3 di Gavinana

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mercoledì 08 maggio 2019 11:58

In una data non casuale, quella in cui si ricorda la fine della seconda guerra mondiale in Europa, a Firenze si taglia il nastro del Memoriale di Auschwitz. 

 

Il Memoriale ha trovato ‘casa’ nei locali dell’Ex 3, a Gavinana, in piazza Bartali. 

 

L’inaugurazione di oggi si è svolta, con una nutrita folla di persone, alla presenza, tra gli altri del sindaco Dario Nardella, del presidente dell’Aned Dario Venegoni, della vicepresidente della regione Monica Barni, del direttore Delfi Uffizi Eike Schmidt. 

 

“Benvenuti, questa è una grande giornata di festa - ha affermato Nardella - E’ una seconda vita quella del memoriale qui a Firenze, termine di una lunga e tormentata vicenda, dopo la chiusura al pubblico nel 2011 poteva finire in un deposito o venire distrutto ma grazie al governo di allora, è alle autorità locali, siamo riusciti a salvarlo e a portarlo a Firenze. E questa opera, voluta anche dagli ex deportati, è tornata finalmente visitabile. Ci sono voluti tre anni di lavori ma finalmente ha trovato casa nei locali dell’Ex 3. L’installazione mantiene intatta la sua forza, di testimonianza unica dello sterminio nazista. Voglio dire a nome di tutta Firenze un grande grazie ai tanti soggetti che a vario titolo hanno sostenuto il restauro del memoriale, anche con la grande campagna di crowdfunding lanciata dalla Coop. C’è stato un grande movimento di tutta la città e ogni volta in cui pensavamo di non riuscire a trovare i soldi abbiamo sempre trovato qualcuno che ci ha dato una mano.

L’8 maggio è una data simbolica, e il giorno in cui si ricorda la fine in Europa della seconda guerra mondiale, e siamo anche a tre anni dalla scomparsa del partigiano Pacini che ha vissuto qui vicino, e a lui va il nostro ricordo. Quella di oggi è un’occasione per ricordare la fine dei campi di sterminio ma anche per celebrare una nuova coscienza europea. Oggi con il venir meno di molti degli ultimi testimoni diretti è sempre più vitale avere dei luoghi di memoria, che parlino ai contemporanei, e riaprirlo era un dovere civile. Percorso di collaborazione tra l’Aned, proprietario dell’opera, io ministero della cultura, la regione. Sono contento che questa inaugurazione casa a pochi giorni dalla celebrazione della festa nazionale del 25 aprile. Questo è il più grande contributo che può dare Firenze alle nuove generazioni. La cultura è il nostro argine, ci sono valori su cui non si può negoziare. Restiamo umani e ricordiamo da dove veniamo. Il Memoriale siamo noi”. 

 

Il Memoriale fu progettato e collocato nel Blocco 21 del campo di Auschwitz dall'Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) grazie alla collaborazione di un gruppo di intellettuali tra i quali spiccavano i nomi degli architetti Lodovico e Alberico Belgiojoso, dello scrittore Primo Levi, del regista Nelo Risi, del pittore Pupino Samonà e del compositore Luigi Nono.

 

Allestito ad Auschwitz nel 1979 e inaugurato nella primavera successiva, proprio 40 anni dopo viene presentato a Firenze al termine di una lunga vicenda che ne ha portato prima alla chiusura al pubblico e poi alla minaccia di smantellamento da parte della direzione del museo.

 

Ha preso la parola anche il Presidente nazionale Aned Dario Venegoni. “Questo è un giorno molto emozionante, non credevamo di farcela, è un grande risultato. Ho seguito indirettamente l’ultima fase dell’allestimento dell’opera, e alla sua inaugurazione del 1980, fino al momento in cui decisero di togliere l’opera, e fu lì che l’Aned la portò via per salvarla. Molte amministrazioni comunali si sono rifiutate di accogliere l’opera. E non smetteremo mai di ringraziare il comune di Firenze per aver avuto il coraggio e la determinazione di accogliere il Memoriale. Questa installazione interessa il mondo della memoria della deportazione. È stata una lunga fatica, a tratti è stato sconfortante, abbiamo temuto di non riuscirci e la speranza si è accesa quando l’Opificio delle Pietre Dure ha accolto l’opera per restaurarla, allora ho capito che qui si faceva sul serio”. 

 

Insieme al Memoriale, all’Ex 3 è stata allestita anche una grande mostra, divisa in tre settori, dalla storia nei campi alla liberazione, fino alla memoria. 

 

“Abbiamo deciso di non lasciare da sola la spirale del Memoriale - continua Venegoni - e di offrire ai visitatori una grande mostra, che parlasse della memoria dei campi in Italia, dell’attività degli ex deportati per incordare quel dramma, per dire che questo Memoriale non era né il primo né l’unico, ma affiancate da opere di Memoria sparse per tutta Europa, dai disegni agli scritti. Speriamo che questo sia un nuovo inizio e che in tanti vengano a vedere il Memoriale”. 

 

La prima visita al Memoriale si è tenuta proprio questa mattina, dopo il taglio del nastro da parte delle autorità. 

 

In molti in coda per la visita dell’opera, possibile da qui in poi solo su prenotazione. Una grande spirale a elica, dipinta con colori forti, in cui si riconoscono i volti di Gramsci, le scene della deportazione. Camminando sulle assi di legno, che ricordano le traversine del treno, con le musiche diffuse, il visitatore è immerso nell’opera, e la attraversa in tutti i sensi. 

 

All’ingresso i depliant che spiegano il Memoriale hanno ognuno un numero diverso, per evocare quanto avveniva nei campi, e il primo numero è quello che fu associato a Primo Levi. 

 

 
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