Una famiglia di giraffe nel giardino del Meyer
La storia di un'opera nata in due anni
giovedì 21 giugno 2018 17:20
Al Meyer c’è un nuovo arrivo: si tratta di una famiglia di giraffe.
I genitori, insieme al loro cucciolo, hanno trovato casa nel parco dell’Ospedale pediatrico fiorentino. Le tre statue sono opere dell’artista Sedicente Moradi (potete leggere la sua intervista qui) intrecciando i legni portati dal fiume. Oggi, Giovedì 21 Giugno, nella Giornata mondiale della Giraffa, istituita per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla progressiva scomparsa di questo elegante mammifero, il Meyer ha voluto celebrare il lieto arrivo con una piccola festa a cui hanno preso parte Alberto Zanobini, direttore generale dell’ospedale pediatrico Meyer e la vicesindaca e assessora all'educazione Cristina Giachi.
La storia di questa famiglia comincia nel maggio del 2016. La prima ad uscire dalla fantasia, e dalle abili mani, di Moradi è stata Giraffina, la piccola di casa. La scultura, insieme ad altre, ha trascorso i suoi primi giorni di vita lungo il tratto di Arno che sta sotto la torre di San Niccolò. Poi, a causa di un crollo, è stata prudenzialmente spostata sotto il ponte di Santa Trinita, rallegrando fiorentini e turisti di passaggio. Dopo un’estate relativamente tranquilla, una notte di novembre Giraffina è stata portata via dall’Arno in piena: le ricerche sono state inutili. E quando ormai la speranza di ritrovarla era andata perduta, la statua è riapparsa, due mesi dopo, a due ponti di distanza, in perfetta salute. Ed è così che nella fantasia dell’artista, la sua creatura è diventata il simbolo della rinascita dopo una malattia. L’anno dopo la decisione di "allargare la famiglia". Ed è così che, sul lungarno che costeggia il quartiere di San Niccolò, è nata anche la mamma, con il collo sempre proteso a cercare la sua cucciola. Alle porte dell’inverno, per evitare che le statue finissero travolte dalla piena, l’artista ha cercato una nuova casa per le sue creature.
A rispondere all’appello, è stato il Meyer. Ed è così che Moradi ha deciso di dare vita anche all’ultimo componente della famiglia: il babbo. A trasportarle al Meyer ci ha pensato Publiacqua, che ha anche contribuito a realizzare il progetto dell’artista.