Le opere d'arte di legno di Moradi per le vie di Firenze [INTERVISTA + FOTO]
"E' giusto che la Street art aggiunga il suo strato effimero alla nobile e rugosa pelle fiorentina perché può operare in spazi dove c'è davvero bisogno del Bello."
sabato 29 aprile 2017 11:38
Avete notato il cervo in Piazza Taddeo Gaddi? E' solo una delle tante opere di Moradi il Sedicente, uno street artist molto famoso per le vie di Firenze. Le sue opere sono tutte di legno, ecologiche e sorprendenti.
Come nasce la tua arte e le tue opere?
Le mie opere nascono vicino ai corsi d'acqua, sulle rive dei fiumi e sulle spiagge, nei boschi e negli uliveti; dovunque si possa raccogliere del legno con storie da raccontare. Ho uno studio in Santo Spirito dove passo i mesi invernali ma perlopiù il mio lavoro si svolge 'en plein air'. Dopo più di dieci anni passati a dipingere in studio cercavo un modo di fare arte che interagisse di più con il mondo esterno e con le persone. Adesso con uno zaino di attrezzi sulle spalle lavoro ovunque e posso capire meglio dove mi trovo e cosa sto facendo.
Come ti ha ispirato Firenze in questo processo creativo?
Firenze è una wunderkammer, un piccolo museo delle meraviglie denso di dettagli e particolari. In una cornice così ricca e stratificata è davvero difficile inserirsi per un artista contemporaneo, il pensiero delle cantine degli Uffizi piene di capolavori di tutte le epoche che non sono riusciti a trovare una parete che li accogliesse mi ha sempre tormentato ogni volta che mi accingevo a dipingere un nuovo quadro. Un'opera d'arte deve avere il suo giusto spazio di visibilitá se vuole rivendicare il suo scopo sociale, testimoniare il proprio tempo, esistere. Ed è giusto che la Street art aggiunga il suo strato effimero alla nobile e rugosa pelle fiorentina perché può operare in spazi dove c'è davvero bisogno del Bello.
L'amministrazione comunale si era in principio dimostrata contrariata dall'installazione del cervo in Piazza Taddeo Gaddi, ma in seguito alla reazione entusiasta dei cittadini ha deciso di lasciarlo nell'aiuola. Cosa ne pensi?
Penso che chi amministra Firenze abbia o debba avere nel proprio DNA la capacità di discernere tra un abbellimento estetico ed un atto di vandalismo e inciviltà e la vicenda del cervo di piazza Gaddi ne è stata dimostrazione: un bell'episodio dove ha prevalso il buonsenso sulla burocrazia, in questo senso hanno vinto tutti. La Street art opera nello spazio comune con l'intenzione di renderlo più bello aggiungendo qualcosa che mancava; è come quando si fa un regalo e bisogna fare attenzione quando si fa un regalo: se non è un gesto intimamente pensato ma solo un atto di protagonismo rischia di essere doppiamente inopportuno.
Come hanno reagito in generale i fiorentini e le istituzioni alle tue opere?
In modo incoraggiante. Lo devo a Firenze e ai fiorentini se il cervo è ancora al suo posto e se le mie opere in strada sono generalmente rispettate anche se sono alla mercé di chiunque. La reazione delle persone alle mie opere è la parte che preferisco perché genera storie, episodi che trasformano quel mucchio di legni giustapposti in catalizzatori di immaginazione. Quando qualcuno mi avvicina mentre lavoro per capire cosa diavolo stia facendo, sento le rotelle della sua fantasia girare ed è una bellissima sensazione. Mi auguro sia sempre reciproca.