Sfruttamento della prostituzione, sequestrato un immobile: trovate due donne e centinaia di preservativi

Un uomo accusato di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

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lunedì 22 dicembre 2025 15:49

Il Giudice per le Indagini Preliminari di Prato, su richiesta della Procura pratese, ha emesso un sequestro preventivo di un appartamento in via Ferrucci a Prato al cui interno è risultata essere stata svolta attività di prostituzione, dal 1 settembre 2024 al 24 novembre 2025 - dunque, per un anno e circa tre mesi - "da parte di due donne di nazionalità brasiliana (una di trent'anni e altra di trentacinque anni), entrambe clandestine sul territorio nazionale, in quanto prive di permesso di soggiorno".

 

L'immobile sarebbe stato preso in locazione, a fronte del pagamento di un canone di 900 euro mensili (compresi delle utenze e delle spese condominiali), da un italiano di quarant'anni, destinatario del provvedimento cautelare, accusato di sfruttamento della prostituzione e di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Questi avrebbe concesso in sub locazione l'appartamento alle due donne, per "consentire consapevolmente il suo utilizzo, al fine dell'esercizio della prostituzione e in tal modo favoriva l'attività stessa - posto che le due sarebbero state impossibilitate, per la loro condizione di illegalità nel territorio dello Stato, a sottoscrivere un contratto di locazione - e la sfruttava, percependo il canone locativo pari a 2.000 euro complessivo, sproporzionato rispetto al prezzo di mercato, che le donne versavano in contanti, così percependo un ingiusto vantaggio economico", continua la Procura.

 

Le investigazioni hanno tratto origine dalla denuncia presentata dalla proprietaria dell'immobile. Inoltre, sul profilo Facebook riconducibile a un cittadino italiano, sarebbe stato pubblicato un video, indirizzato al Procuratore della Repubblica di Prato e alla locale Squadra Mobile, con il quale veniva indicato l'immobile come luogo in cui veniva esercitata l'attività di prostituzione. Le attività di indagini (in particolare, i controlli e i pedinamenti, le perquisizioni e i sequestri effettuati), coordinate dalla Procura, hanno consentito di rinvenire all'interno dell'appartamento le due donne, varie scatole di preservativi (da oltre cento unità ciascuna) e un dildo di gomma.

 

Presso un altro immobile, destinato a residenza dell'indagato, sono state rinvenute sim card intestate anche ad altri soggetti dei quali sono state trovate le copie dei relativi documenti di identità, diversi telefoni cellulari e 71.700 euro in contanti, per i quali l'indagato non ha fornito giustificazione e che "si configurano come certamente sproporzionate rispetto alle entrate lecite ascrivibili" all'uomo "e ragionevolmente collegati all'attività di sfruttamento del meretricio". Le perquisizioni hanno consentito, altresì, di rinvenire un contratto di locazione intestato all'indagato riferito a un ulteriore immobile commerciale situato a Pistoia, al cui interno è stata individuata una giovane donna sudamericana di ventitré anni, residente in Spagna, conduttrice di altro immobile sublocato dall'indagato ad altre donne.

 

L'uomo risulta essere stato condannato con sentenza di primo grado del 29 gennaio 2021 (in relazione alla quale pende giudizio d'appello) per il delitto di sfruttamento della prostituzione, posta in essere nell'ottobre del 2012 e nel gennaio 2013, a Calenzano. "Il risultato ottenuto si inserisce nel percorso avviato per rafforzare il contrasto al fiorente mercato della prostituzione radicato nel territorio pratese", aggiunge la Procura. "Un mercato conteso da esponenti della criminalità cinese, pakistana e italiana, che risulta polarizzare plurime attività delittuose, quali lo sfruttamento della prostituzione, il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e delitti a base violenta, come estorsioni, danneggiamenti e incendi dolosi".

 

Si fa riferimento all'episodio del 1° ottobre 2024, quando in viale della Repubblica a Prato si è assistito al danneggiamento mediante incendio, di natura dolosa (che generava esplosione del mezzo), dell'auto di un uomo titolare di una pelletteria di Campi, in aggiunta alla collocazione di una bara in legno con la foto dell'uomo davanti all'albergo in cui alloggiava. Per questi fatti la Procura ha concluso le indagini preliminari per dieci indagati ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di tentativo di estorsione, danneggiamento mediante incendio e/o di sfruttamento della prostituzione, richiedendo il giudizio immediato per "tre imputati ritenuti autori delle condotte delittuose, che si inseriscono in una contrapposizione tra gruppi antagonisti, costituiti da cinesi, con ruoli preminenti, da italiani e pakistani, con funzioni di collaborazione e/o subordinate, impegnati nel controllo della prostituzione".

 

 
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