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Camorra in Toscana, 12 indagati e sequestri di beni per un milione di euro

Le indagini hanno consentito di svelare alcune forme tipiche di manifestazione dei reati di criminalità organizzata

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martedì 20 maggio 2025 18:21

Associazione per delinquere, reati fiscali, auto-riciclaggio, estorsione aggravata dal metodo mafioso: sono alcuni dei reati ipotizzati alla base dell'ordinanza eseguita oggi dalla Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze.

 

Avvalendosi dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, la Procura sta dando esecuzione, tra le Regioni Toscana, Liguria, Campania e Friuli Venezia-Giulia, ad un'ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale del capoluogo toscano che ha disposto l'applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 12 indagati (5 custodie cautelari in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 2 interdizioni con divieto di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche e imprese) e sequestri preventivi, anche per equivalente, ai fini della confisca, di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie fino all'ammontare di circa 1 milione di euro.


Le imputazioni provvisorie a base del provvedimento vedono, come spiega la Procura in una nota, il reato di associazione per delinquere, contestata a cinque indagati, finalizzata alla commissione di reati fiscali per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (artt. 2 e 8 D.Lgs 74/2000) ed auto-riciclaggio (art. 648-ter 1 c.p.), reato contestato nella forma aggravata ex art. 416-bis Ico. c.p. per la finalità di agevolare una associazione camorristica in vista della sua riorganizzazione sul territorio toscano; il reato di estorsione (629 c.p.), aggravato dal metodo mafioso a causa del metodo adoperato nei confronti delle vittime; reati fiscali per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (artt. 2 e 8 D.Lgs 74/2000) ed auto-riciclaggio (art. 648-ter 1 c.p.), aggravati ex art. 416 bis 1 c.p. stante la finalità di agevolare una associazione camorristica; violazioni delle disposizioni del Testo Unico in materia di immigrazione (art. 12 co. III D.Lvo 286/1998).


Con l'ausilio dello SCICO Sezione Mezzi Tecnici, dei Reparti dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Napoli, Trieste, Genova, La Spezia, Prato e Livorno e di un'unità cinofila specializzata cash dog della Compagnia di Capodichino sono in corso di esecuzione perquisizioni locali e personali, allo scopo di ricercare cose pertinenti ai reati, in particolare denaro contante, beni mobili di valore e materiale documentale.

 

Gli elementi di prova raccolti nel corso della meticolosa e complessa attività investigativa, svolta dal 2022 ad oggi, dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Firenze G.I.C.O. e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, hanno portato ad ipotizzare, come si apprende dalla Procura, l'esistenza di una consorteria criminale, composta da componenti di un clan camorristico storicamente egemone nel quartiere Ponticelli e nell'hinterland di Napoli, alcuni dei quali divenuti anche collaboratori di giustizia, che, stabilitisi in Toscana e in Liguria, sono risultati dediti alla commissione delle attività criminose sopra indicate.


In particolare, investigando sul soggetto ritenuto attuale capo del clan e su tutti gli altri componenti della famiglia, è emerso che la collaborazione con la giustizia non avrebbe avuto quale effetto il definitivo discioglimento dell'organizzazione, ma sarebbe stata utilizzata per poter ricostituire in una nuova area geografica alcune delle pre-esistenti dinamiche tipiche delle associazioni camorristica.


Il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia ha assicurato il necessario raccordo e scambio informativo con le altre Procure distrettuali antimafia interessate.


Le indagini hanno consentito, allo stato, di disvelare, da un lato, alcune forme tipiche di manifestazione dei reati di criminalità organizzata (estorsioni e minacce), facendo leva sul noto prestigio della consorteria e sulla sua conseguente forza di intimidazione, esercitata nei confronti di imprenditori campani radicati in Toscana, attivi nel settore dello smaltimento dei rifiuti tessili; dall'altro, alcuni membri dello stesso gruppo, adeguandosi al contesto socio-economico toscano, si sono inseriti nella commissione di frodi fiscali e, più in generale, di reati economico-finanziari.
 

Con riferimento a quest'ultimo aspetto, si sono accreditati come interlocutori/intermediari: di imprenditori alla ricerca di fatture false per evadere le imposte e monetizzare i proventi illeciti; di soggetti cinesi necessitanti manodopera clandestina, di origine pakistana, da impiegare nel comparto tessile del pratese.
 

Centrali, nell'indagine e nel disegno criminale, sono risultati gli uffici di un noleggio auto sito a Prato, individunte quale "crocevia" dell'ideazione, organizzazione ed esecuzione delle attività delittuose man mano perpetrate dagli indagati.
 

 

 
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