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'Apri e chiudi' di almeno 7 ditte per non pagare le tasse: sequestrati i beni di un uomo

Evasione fiscale per oltre 3,5 milioni di euro

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venerdì 11 aprile 2025 10:54

Il Tribunale Misure di Prevenzione di Firenze ha emesso una misura di prevenzione patrimoniale del sequestro, richiesta dalla Procura di Prato, nell'ambito dell'attività di contrasto alla criminalità economico-finanziaria, nei confronti di un uomo di origine cinese già coinvolto in un procedimento penale per reati tributari, gestore di una filiera di imprese "apri e chiudi".

 

Il provvedimento è stato eseguito oggi, venerdì 11 aprile, dalla Guardia di Finanza di Prato, su delega della Procura. L'imprenditore sottoposto a misura, attivo nel settore tessile del distretto pratese sin dal 1999, è stato riconosciuto un evasore fiscale seriale socialmente pericoloso.

 

Come fa sapere la Procura di Prato, l'uomo ha potuto contare, nel corso di oltre vent'anni di operatività illecita, sulla collaborazione costante, qualificata e strategica di consulenti compiacenti, il cui apporto si è rivelato essenziale per l'ideazione e l'attuazione di un articolato schema fraudolento. Con il loro supporto tecnico-professionale, l'imprenditore ha fittiziamente intestato la titolarità di almeno sette ditte individuali a prestanome - anch'essi di origine cinese - predisponendo assetti societari volutamente opachi e funzionali a dissimulare la gestione di fatto da parte del medesimo soggetto, il quale ha dato vita a un modello unico per durata, che ha preso le mosse il 27 maggio 2021, per come riconosciuto dal tribunale. I consulenti coinvolti, sfruttando le proprie competenze in ambito fiscale, contabile e amministrativo, hanno fornito un contributo decisivo nella costituzione, gestione e chiusura pilotata delle imprese, garantendo la continuità del disegno fraudolento attraverso la redazione di atti, bilanci e dichiarazioni finalizzati a eludere i controlli e a schermare i movimenti economici reali.

 

Ciascuna di tali imprese, dopo un breve periodo di operatività, veniva sistematicamente cessata con l'insorgere dei primi rilevanti debiti erariali, al fine di neutralizzare sul nascere eventuali azioni di accertamento o  riscossione da parte dell'Amministrazione finanziaria. Attraverso questa modalità seriale e strutturata di evasione - resa possibile anche grazie al concorso consapevole dei professionisti - l'imprenditore si è fraudolentemente sottratto al pagamento delle imposte per un ammontare complessivo, comprensivo di sanzioni e interessi, ben superiore a 3,5 milioni di euro.

 

Analogamente, oltre alla sistematica sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte con imprese "apri e chiudi", rientrano nel modus operandi delle predette imprese l'omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, nonché la sistematica emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti finalizzata alla movimentazione delle ingenti disponibilità di denaro contante che vengono riscosse e impiegate nell'ambito degli acquisti e delle cessioni "in nero" di merce.

 

Le indagini patrimoniali successive all'esecuzione delle prime misure cautelari (personali e reali) nei confronti dell'imprenditore e dei suoi familiari e conviventi, approfondite da questa Procura e dal Gruppo della Guardia di Finanza di Prato, hanno consentito di ricostruire un'incoerenza tra la sua posizione reddituale/dichiarativa e le possidenze patrimoniali accumulate nel corso degli anni, tale da dimostrare un ingente arricchimento patrimoniale mediante una sistematica evasione delle imposte dovute. Alla luce di tale sproporzione, fa sapere la Procura, è stata predisposta una proposta di misure di prevenzione e il Tribunale Misure di Prevenzione di Firenze, in aderenza a quanto richiesto, è stato disposto il sequestro di due unità immobiliari, di cui un immobile commerciale a Prato dal valore di oltre un milione di euro, nonché di una società immobiliare fittiziamente interposta dall'imprenditore di fatto per la realizzazione di tale investimento immobiliare.

 

Si tratta del primo caso, nella provincia di Prato e in Toscana, di applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale nei confronti di un evasore fiscale qualificato come socialmente pericoloso. Un'applicazione, afferma la Procura di Prato, che segna un importante punto di svolta nell'approccio repressivo verso le più insidiose forme di illegalità economica, riconoscendo espressamente come l'evasione fiscale seriale - quando  connotata da reiterazione, strutturazione organizzativa, impiego sistematico di strumenti fraudolenti e impatto economico rilevante - possa integrare una pericolosità sociale equivalente a quella delle condotte tipiche della criminalità economica tradizionale.

 

Il provvedimento adottato rappresenta una risposta concreta e innovativa da parte dell'Autorità giudiziaria e della polizia economico-finanziaria, che riconoscono nell'evasore fiscale professionale non solo un soggetto che si sottrae agli obblighi tributari, ma un vero e proprio attore di un disegno criminoso capace di compromettere l'equilibrio del mercato, inquinare la concorrenza, sottrarre risorse pubbliche essenziali e favorire il radicamento di economie parallele. L'utilizzo delle misure di prevenzione patrimoniali, tipicamente impiegate per contrastare mafie e criminalità organizzata, assume in questo caso un valore emblematico: evidenzia la strategia di equiparazione funzionale tra chi utilizza il potere della violenza e chi, sfruttando l'apparente legalità degli strumenti giuridici ed economici, mina dall'interno la tenuta del sistema fiscale e produttivo del Paese.

 

Il prossimo 25 giugno inizierà il procedimento nel contraddittorio delle parti. 

 

 

 
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