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'Il lavoro non è fuori moda', in duemila in corteo a Firenze nel giorno dello sciopero del settore

Alta l’adesione allo sciopero di otto ore per la qualificazione delle filiere e la tutela dell’occupazione del settore moda, colpito da una grave crisi

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martedì 12 novembre 2024 16:33

In duemila in corteo a Firenze nel giorno dello sciopero del settore moda. In città siè tenuta la manifestazione regionale di Cgil, Cisl e Uil per la qualificazione delle filiere e la tutela dell’occupazione del settore moda, che occupa oltre 110mila persone (il 40% degli addetti del manifatturiero), colpito da una grave crisi.

 

Alta l’adesione allo sciopero di otto ore che in provincia di Firenze era stato proclamato da Filctem-Cgil, Femca-Cisl, UilTec e Fim-Cisl, Fiom-Cgil, UilM, ovvero le categorie dei settori concia-tessile-abbigliamento-calzature e metalmeccanico (coinvolto con gli accessori metallici). Hanno partecipato alla manifestazione di Firenze anche delegati e delegate del settore moda che hanno il contratto del commercio (provenienti da Burberry, Gucci, H & M, Prada, Yves S. Laurent, Valentino, Fendi), insieme alla Filcams Cgil.


Circa duemila le lavoratrici e i lavoratori che, insieme a delegati e rappresentanti sindacali, hanno sfilato per le vie del centro di Firenze, da piazza Adua (accanto alla sede di Confindustria Toscana) fino a via Cavour, davanti alle sedi di Prefettura e Consiglio regionale. Delegazioni sindacali hanno incontrato a margine del corteo il presidente Maurizio Bigazzi nella sede di Confindustria Toscana, sono state ricevute nel palazzo della Prefettura e hanno poi partecipato a un incontro nella sede del Consiglio regionale della Toscana, con il presidente Mazzeo, i capigruppo consiliari di tutte le forze politiche, gli assessori regionali Marras, Monni e Nardini.

 

Paolo Gozzani (segreteria Cgil Toscana) e Bernardo Marasco (segretario generale Cgil Firenze): “Oggi da Firenze e dalla Toscana è partito un messaggio importante: va ascoltata la voce di chi lavora nella moda e nelle sue filiere. Alle imprese chiediamo di mettere in trasparenza e legalità le filiere produttive, concentrando qui i livelli produttivi e riducendo i subappalti; serve un distretto più qualificato, con progetti industriali, che punti sul lavoro di qualità e che, una volta superata la crisi, possa essere più competitivo nel mondo. Se non usciamo da questa crisi salvaguardando i posti di lavoro, in questo anno ci giochiamo il distretto di domani. Vanno messi in campo gli ammortizzatori sociali per tutelare i lavoratori: le 8 settimane stanziate non bastano e poi non riguardano alcuni settori importanti come concia, pelle e metalleria”.

 

Silvia Russo, segretaria generale Cisl Toscana: “Abbiamo bisogno di essere compatti nel tutelare il grande tesoro manifatturiero della nostra Toscana. Insieme: lavoratori e datori di lavoro, Regione e Governo, comunità territoriali oltre ogni logica di campanile. Per salvare la filiera di moda, accessoristica, concia e pelletteria occorre rideterminare logiche industriali diverse e competitive. Nel frattempo dobbiamo salvare subito lavoratori, salari e competenze, terzisti e aziende, sfidando i committenti e sollecitando il governo a varare un’operazione più ampia sugli ammortizzatori. Alla Regione come istituzione chiediamo un impegno serrato che sfidi tutte le forze politiche a lavorare per una volta insieme. Altrimenti chiunque vinca le elezioni del 2025 si troverà dinanzi solo macerie in un settore finora sinonimo di qualità.

 

Paolo Fantappiè, segretario generale Uil Toscana: “Siamo di fronte a una crisi strutturale e non ciclica, molto difficile e mai vista negli ultimi 25-30 anni in Toscana o a livello nazionale. Serve una risposta importante da parte sia della Regione che delle parti datoriali – quindi a Confindustria – e soprattutto della committenza. Ci devono dare una risposta su come si può ripartire da questa crisi, che prevederà un completo cambio organizzativo del lavoro. Servono delle idee nuove, a partire da un nuovo sistema imprenditoriale regionale e nazionale che non veda più la volontà di far emergere il proprio individualismo, ma che ricerchi la volontà di aggregarsi, di fare massa critica tra le imprese per poter dare un’unica risposta alle richieste della committenza. E poi proprio quest’ultima deve dire che cosa vuole, come si fa a aggredire questo mercato con le sue novità, per riuscire a salvare più persone possibile, se tutti meglio ancora, perché la filiera è una filiera molto importante e molto qualificata”

 

LE RICHIESTE DEL DOCUMENTO UNITARIO

Cgil, Cisl e Uil Toscana hanno chiesto alle imprese e alle istituzioni di affrontare urgentemente i seguenti punti:
– ammortizzatori in deroga e prolungamento di quelli presenti per tutti i settori della filiera e per tutto il periodo di difficoltà previsto;
– tutela dei livelli occupazionali da parte delle imprese della filiera anche attraverso un’equilibrata gestione degli ordinativi;
– politiche di forte contrasto all’illegalità e allo sfruttamento lavorativo;
– definizione di politiche industriali nazionali in grado di valorizzare le produzioni della filiera e salvaguardare l’occupazione e le competenze del settore;
– qualificazione e tracciamento della filiera e corretta applicazione contrattuale;
– individuazione dei fabbisogni formativi e delle relative iniziative di formazione;
– supporto ai processi di aggregazione e di innovazione;
– strumenti di sostegno finanziario ai lavoratori in difficoltà;
– convocazione del Tavolo regionale del settore MODA.

 

"Solo le lavoratrici e i lavoratori stanno difendendo gli asset strategici, il governo ha purtroppo dimostrato che non riesce a fare sviluppo. L'attenzione su questa tema deve rimanere alta, di concerto con la Regione e le forze politiche in Parlamento, ci attiveremo affinché il consiglio dei ministri produca, finalmente, delle risposte rapide e soddisfacenti", ha detto l'assessore al lavoro Dario Danti. "Il comparto sta attraversando una pesante crisi - ha aggiunto - e questo non può lasciare indifferenti perché è uno dei più importanti del tessuto produttivo di Firenze e della Piana. Una crisi che può aggravarsi se non si attuano velocemente dei correttivi. Ci faremo portavoce per sensibilizzare il Governo su un tema che rischia di avere pesantissime ricadute sociali sui nostri territori, e non solo, e che mette a rischio l’occupazione di centinaia di lavoratrici e di lavoratori con le loro rispettive famiglie che su quei redditi hanno costruito la propria aspettativa di vita". 

 

Il presidente della Regione Eugenio Giani interviene e assicura: “L’allarme lanciato dai sindacati non resterà inascoltato. La Regione è pronta a fare la sua parte e non solo continuando a chiedere al Governo di mettere in campo tutti gli strumenti necessari a cominciare da ammortizzatori sociali adeguati: siamo pronti a lavorare a un progetto di reazione alla crisi e al tempo stesso di rilancio del distretto toscano della moda e del lusso. Vogliamo farlo con i sindacati dei lavoratori e con le imprese e le loro associazioni, comprese naturalmente le griffe alle quali chiedo la stessa collaborazione che la Toscana è pronta ad offrire oggi, in questo momento di difficoltà, così come abbiamo offerto negli anni passati quando il mercato ‘tirava’. È il momento di ripensare il nostro distretto, conservando i tratti identitari che sono parte della nostra storia ma al tempo stesso trascinandolo sul terreno dell’innovazione provando ad innalzare la qualità e contemporaneamente lavorando sulla legalità. Il tavolo che ho già convocato per il 18 sarà l’occasione per iniziare a lavorare insieme a questo progetto”.

 

 

Foto Cgil Toscana

 

 

 
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