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Un altro suicidio nel carcere di Prato: morto un 35enne. E' il quarto in sette mesi

Uilpa: 'Sale così a 65 la tragica conta dei detenuti suicidi dall'inizio dell'anno, il secondo in meno di due settimane a Prato'

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mercoledì 07 agosto 2024 19:01

Un altro detenuto si è tolto la vita nel carcere di Prato. E' successo nella giornata di oggi, mercoledì 7 agosto: un uomo di 35 anni si è tolto la vita in cella. 

 

La morte del detenuto, che era stato trasferito da poco dal carcere Don Bosco di Pisa, è stata scoperta dalla polizia penitenziaria. 

 

“35 anni, tunisino, con problemi di natura psichiatrica, si è impiccato nel primo pomeriggio nella sua cella del reparto isolamento della Casa Circondariale di Prato”, afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

 

Sale così a 65 la tragica conta dei detenuti suicidi dall'inizio dell'anno, il secondo in meno di due settimane a Prato. A queste morti bisogna peraltro aggiungere i 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. Nel giorno in cui il Parlamento varerà un provvedimento vuoto, se non a tratti dannoso, nelle carceri il boia invisibile continua a infliggere la pena di morte di fatto, per di più, scegliendo casualmente la vittima", conclude De Fazio.


Si tratta del quarto suicidio alla Dogaia in sette mesi. Un fatto su cui aveva messo l'accento anche la sindaca di Prato Ilaria Bugetti, che giorni fa aveva scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio, in seguito al suicidio di un altro detenuto avvenuto a fine luglio alla Dogaia, per chiedere un incontro urgente sul carcere pratese ed invitarlo a verificare di persona la situazione con l'obiettivo di adottare dei miglioramenti.

 

Sulla vicenda interviene il presidente della Regione Eugenio Giani. "Sono profondamente colpito dal suicidio di un altro detenuto nel carcere pratese della Dogaia, il quarto dall’inizio dell’anno. È inaccettabile affrontare simili tragedie senza interventi significativi. La situazione di sovraffollamento e carenza di personale e igiene richiede un’azione immediata. Chiediamo nuovamente al Governo e al Ministero della Giustizia di affrontare con decisione queste problematiche, assicurando che le carceri garantiscano la rieducazione dei condannati, come sancito dall’art. 27 della Costituzione. La Toscana non resta indifferente. È il momento di agire!".

 

"È successo ancora: un'altra persona si è tolta la vita nel carcere della Dogaia a Prato. Si tratta del quarto suicidio in poco più di sette mesi all'interno di questa struttura carceraria, il 65esimo nel nostro Paese. Abbiamo davanti a noi una situazione tragica che chiede un intervento immediato", ha commentato il portavoce del PD Toscana Diego Blasi. "Alla Dogaia, le condizioni di vita - tra blatte e cimici dei letti, celle senza docce e temperature roventi -, la mancanza di adeguato supporto psicologico e il sovraffollamento stanno contribuendo a una situazione insostenibile. Le parole della deputata di Forza Italia Erica Mazzetti sulla struttura definita 'accettabile' sono sconcertanti, così come la bocciatura di oggi, da parte della maggioranza, dell'odg che chiedeva al governo di intervenire per sanare la situazione di crisi della Dogaia", ha aggiunto. 

 

"Quella nelle carceri italiane non è vita e non è riabilitazione, ma è una lenta condanna a morte. Il sistema carcerario non può essere questo: deve rispettare i diritti umani, garantendo condizioni di vita dignitose, un adeguato supporto psicologico e misure per ridurre il sovraffollamento delle carceri, promuovendo al tempo stesso la riabilitazione e il reinserimento sociale dei detenuti. Solo attraverso un approccio umanitario e riforme strutturali potremo prevenire ulteriori tragedie e costruire un sistema giusto ed efficace", ha concluso.

 

 

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