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Zia Caterina dal letto di ospedale: 'Sanità pubblica un patrimonio, ma le cure vanno umanizzate'

'Ci sono lacune strutturali. Vorrei creare una task force: con la maschera di ossigeno guardo alla vita'

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venerdì 26 gennaio 2024 10:53

"Fa strano passare dall' altra parte e diventare la paziente dopo tanti anni a correre tra i reparti degli ospedali con i miei Supereroi, seguendoli ed accompagnandoli con il mio taxi tra i loro esami e cure. Ora sono io quella distesa su un lettino". Inizia così l'appello dal letto di ospedale del Santa Maria Annunziata di Caterina Bellandi, per tutti Zia Caterina, da qualche giorno in degenza a Bagno a Ripoli.


"In questo tempo in cui sono insolitamente costretta a stare ferma, per il mio spirito cosa eccezionale, ho avuto modo di riflettere ancora meglio sul mondo che da tanti anni frequento. La sanità pubblica è davvero un patrimonio. Ancora di più la dedizione e la professionalità degli operatori sanitari", continua Caterina, che con il suo taxi colorato Milano 25 è diventata un'istituzione di umanità e solidarietà, premiata anche la Quirinale dal Presidente della Repubblica. "Però tutto l' impegno del personale non basta, in particolare l' Ospedale di Santa Maria Annunziata, a Ponte a Niccheri, dove sono attualmente ha bisogno di un ammodernamento profondo perché le lacune di decoro e strutturali sono evidenti (solo per esempio: camere a quattro letti con bagno nel corridoio in comune, mancata separazione uomini-donne...). Il mio desiderio è che la mia degenza qui possa portare attenzione a questo luogo di cura e punto di riferimento per un intero territorio per chi vi verrà in futuro".
 

Quindi l'appello via social: "Vorrei creare, appena sarò dimessa, una task force di operatori sanitari (medici, infermieri, OSS...) che possa sostenere e favorire l' umanizzazione delle cure ed il rapporto con i pazienti. A questo fine chiedo a tutti i soggetti coinvolti, a vario titolo, nel mondo della sanità di mandare una mail a questo indirizzo per iniziare già da ora a raccogliere la loro adesione con un semplice nome, cognome, ruolo, numero di telefono e località di lavoro: milano25onlus@gmail.com. Questo è l' appello che voglio fare alle istituzioni e a tutte le persone che hanno a cuore la salute pubblica".
 

Un appello forte, concreto, per chi da tanti anni dedica la propria vita agli altri, a chi vive momenti difficili. "Come sempre, per me, il dolore deve e può diventare occasione di crescita e nuovo amore", conclude Caterina Bellandi. "Anche dal mio letto e con l'ossigeno che respiro attraverso una maschera guardo alla vita e la vita è futuro. Sono fortunata ad essere così innamorata di vivere e non vedo l' ora di tornare a donarmi per l' umanità che soffre. E a tutti quelli che risponderanno a queste mie parole sincere il mio più caloroso grazie".
 

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