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Nel ghiaccio antartico tracce dei test nucleari del passato: la ricerca coordinata dall'Università di Firenze

La ricerca ha misurato in una carota di ghiaccio la presenza di plutonio, dovuta agli esperimenti a partire dagli anni '50

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martedì 02 maggio 2023 11:54

Nel ghiaccio antartico tracce dei test nucleari del passato.

 

La ricerca, coordinata dall’Università di Firenze, ha documentato e misurato in una carota di ghiaccio la presenza di plutonio-239, risalenti a test nucleari condotti molti decenni fa, ed è stata pubblicata sulla rivista scientifica  Chemosphere.

 

“Il plutonio-239 è un marker specifico per valutare gli effetti sull’ambiente dei test nucleari iniziati negli anni ‘50 e condotti fino agli anni ‘80 – spiega Mirko Severi, associato di Chimica analitica dell’Ateneo fiorentino –. Si tratta, infatti, dell’isotopo fissile primario utilizzato per la produzione di armi nucleari. Il suo ritrovamento, in primo luogo, è utile per determinare una datazione accurata degli strati nevosi: dal punto di vista glaciologico, la presenza di plutonio-239 nelle carote di ghiaccio permette, infatti, di attribuire i campioni agli anni in cui venivano condotti i test sulle armi nucleari”.

 

A partire dal 1952 sono stati eseguiti numerosi test con ordigni nucleari. In particolare, durante i primi esperimenti venivano fatti esplodere in atmosfera e la radioattività sprigionata poteva arrivare anche in posti remoti e lontani dall’esplosione, come l’Altopiano Antartico, dove il team dell’Università di Firenze ha eseguito il carotaggio.

 

“L’esistenza di tale materiale radioattivo in un posto così isolato, nella parte centro-orientale del continente a oltre 3mila metri di altitudine, dovrebbe indurre a riflettere su quanto l’azione dell’uomo impatti sul nostro pianeta – commenta Rita Traversi, associata di Chimica analitica Unifi –. I tempi di permanenza nell’ambiente del plutonio-239 sono lunghissimi, la sua concentrazione si dimezza in 24mila anni”.

 

Le attività del team sono frutto di un’esperienza avviata negli anni ’90 – nell’ambito del progetto EPICA (European Project for Ice Coring in Antarctica) – con progetti di ricerca in Antartide tuttora in esecuzione. Nello specifico, la ricerca pubblicata su Chemosphere si basa su una carota della lunghezza di circa 120 metri, prelevata tra il 2016 e il 2017 e poi trasportata e analizzata nei laboratori Unifi del polo scientifico di Sesto Fiorentino.

 

Foto dal comunicato stampa dell'Università di Firenze

 

 

 

 

 
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