Contro lo stop al Ddl Zan, a Firenze la protesta riempie piazza della Repubblica
Presidio davanti alla sede di Italia Viva e mobilitazione in piazza della Repubblica
sabato 30 ottobre 2021 17:47
È il giorno della mobilitazione contro lo stop al Ddl Zan. Oggi, sabato 30 ottobre, a Firenze scende in piazza chi si oppone a quello che è successo mercoledì in Senato, dove una votazione a scrutinio segreto ha bloccato l'iter della proposta di legge contro l'omotransfobia.
Il pomeriggio di protesta inizia in via Fra' Bartolommeo, dove circa 300 persone hanno partecipato al presidio dell'organizzazione politica Love My Way, indetto insieme ad altre realtà come Firenze Città Aperta e La Magnifica Occupata casa delle donne, sotto al coordinamento provinciale di Italia Viva.
Una delegazione di Italia Viva è intervenuta al presidio prendendo parola, tra i fischi. "I diritti sono una cosa seria, a noi interessava una legge, per mettere una bandierina si è preferito andare contro un muro, e oggi una legge non c'è. A noi dispiace. Voi ritenete che sia giusta la posizione massimalista di avere o tutto o niente e avete vinto, perché non avete niente", ha detto Marco Ricci, consigliere del quartiere 5 di Italia Viva.
Presidio che poi si è unito al sit-in di piazza della Repubblica "TuttÉ in Piazza contro la Discriminazione di Stato". Una gigantesca bandiera arcobaleno campeggia al centro, e molte altre sventolano in tutta piazza della Repubblica.
Il primo intervento è di Sara Di Giacomo di Azione Gay e Lesbica Firenze. "Ben arrivate e ben arrivati, ciò che ci porta qui oggi è la rabbia, non mossa dall'odio ma dall'amore, per noi stesse, per le nostre vite, le mostre cerchie e per la comunità di cui siamo parte fin dalla nascita, amore e bisogno di proteggere chi ci è cara e caro, da tutte le violenze che sono esercitate sulla nostra pelle. Noi, Considerate minoranze, noi, tutte le soggettività scomode al sistema. Oggi siamo qui, unite, a gridare forte il nostro basta. Basta al sistema patriarcale che ci vuole oppresse e in silenzio, basta ad una politica calata dall'alto, fatta da una maggioranza di maschi bianchi, abilisti, scollegati dal tessuto reale della società. Basta alle ingerenze del Vaticano. Non sarà una legge a salvarci, ma una legge di questo genere può facilitare una svolta culturale in una direzione differente. Noi non ci nascondiamo, siamo qui e continueremo a lottare e a proteggere quelle persone che la politica è incapace di proteggere. Noi non siamo minoranze, siamo intera comunità, siamo ovunque".
Prende parola anche Luca Dieci, presidente Toscana Pride: "Bello vedervi tutte e tutti uniti, ma non avremmo dovuto essere qui per questo, ma per festeggiare, e invece siamo di nuovo in piazza per un paese che di fronte ai diritti resta indifferente. Mercoledì il Senato ci ha umiliati. Con questa decisione è stata distrutta l'attenzione che lo Stato dovrebbe avere verso la comunità Lgbtqi, i disabili, le donne. D'ora in poi il mandante reale di tutti i crimini d'odio sarà lo Stato. I senatori hanno applaudito, quell'applauso mi risuona nella testa da giorni, ha cambiato tutto. Sono sempre esistite persone che ci hanno deriso, magari avendo paura di andare oltre, ma ora che il senato applaude alla vittoria degli omofobi, chissà che può succedere. Gli odiatori ora non so sentiranno più fermati, ma legittimati a dare sfogo a quell'odio. Quell'aula ha detto che è concesso odiare e se lo farai io ti applaudirò. Lo faccio io un applauso a questo Stato".
Il grido "vergogna" risuona nella piazza, tra gli applausi.
Piazza della Repubblica è piena, moltissimi giovani, tante famiglie, accorsi al presidio organizzato da associazioni e realtà toscane, da Arcigay a Toscana Pride, che si sono date appuntamento oggi "per difendere il proprio diritto al dissenso verso una decisione, quella del senato sul DDL Zan, che non solo vanifica anni di lotte ma umilia gran parte della popolazione. Scenderemo in piazza per dire che la strada è ancora lunga e il movimento non retrocede sulla difesa dei diritti. Non stiamo parlando di una minoranza ma di tutt*: la lotta contro l’omolesbobitransfobia, contro la misoginia,per l’affermazione della propria identità di genere, per i diritti delle persone con disabilità. Non abbiamo paura di combattere".
Irene Grossi