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Firenze ricorda l'alluvione, una corona d'alloro in Arno per le vittime

Il 54esimo anniversario del 4 novembre 1966

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mercoledì 04 novembre 2020 14:09

Una data impossibile da dimenticare, impressa nella mente e nel cuore di Firenze e dei fiorentini, anche di quelli che quel 4 novembre 1966 non lo hanno vissuto direttamente, ma attraverso foto, testimonianze e racconti. Anche oggi, nel suo 54esimo anniversario, la città ha ricordato la tragedia dell'alluvione. 

 

 Dal Ponte alle Grazie è stata lanciata una corona d’alloro in Arno, in ricordo delle vittime dell’alluvione. Un'alluvione che costò la vita a 35 persone, 17 in città e 18 nella provincia, tra le quali due bambini di tre anni.

 

“Il lancio della corona di alloro in Arno, che ricorda il dramma dell’alluvione, serve a sottolineare la nostra gratitudine per gli Angeli del fango, che hanno salvato Firenze dal fango, a manifestare nuovamente vicinanza ai parenti delle vittime e a ricordare che negli ultimi anni sono state fatti molti interventi per la messa in sicurezza del nostro fiume. Penso ad esempio ai lavori realizzati sul reticolo fluviale minore dell’Arno, sul Mugnone, sulla cassa di espansione del Mensola, dove è nato un parco che stiamo attrezzando con l’assessorato all’Ambiente e ai lavori che continuano sulle casse d’espansione del Valdarno”, ha detto il sindaco Dario Nardella, presente al lancio della corona insieme al presidente della Regione Giani.

 

“Come sindaco di Firenze e della Città metropolitana mi sento di poter dire che oggi l’Arno è più sicuro - ha continuato Nardella -, anche se dobbiamo sapere che il cambiamento climatico in atto sta intensificando molto i fenomeni atmosferici improvvisi come tempeste e alluvioni. Se da un lato stiamo migliorando molto, dall’altro l’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico sono una minaccia costante. Per questo Firenze è impegnata anche sul fronte dell’abbattimento delle emissioni inquinanti. Aiutare l’Arno significa non solo realizzare dighe, argini più robusti, casse di espansione, ma vuol dire anche combattere l’inquinamento e impegnarsi nella lotta al cambiamento climatico. Anche così aiutiamo la nostra città e il nostro fiume”.

 

“La cerimonia di oggi ci ricorda che, ora più che mai, di fronte alle difficoltà, anche a quelle più difficili e spaventose come il Covid, ci si può rialzare - ha concluso il sindaco -. Ricordare l’alluvione non può essere solo un momento di tristezza, di rammarico e di dolore, ma deve essere anche un momento di speranza perché come Firenze uscì dal dramma dell’alluvione e l’Italia uscì dal dramma della Seconda guerra mondiale, così l’Italia e Firenze possono uscire da questo terribile momento dell’emergenza Covid. Che ha forte ricaduta sociale, psicologica ed economica, oltre che sanitaria. Quella di oggi deve essere una giornata di ricordo, ma anche di speranza”. 

 

Presso il cimitero comunale di San Felice a Ema, al Galluzzo l’assessore cultura della memoria Alessandro Martini ha deposto una corona di alloro sulla tomba di Carlo Maggiorelli, l’operaio dell’acquedotto comunale dell’Anconella morto sul lavoro per non avere abbandonato la sorveglianza degli impianti.

 

Durante la Santa Messa, nella Basilica di Santa Croce, celebrata da padre Paolo Bocci, si è pregato in maniera speciale per la guarigione del cardinale Bassetti che a Firenze è per tutti don Gualtiero, attualmente ricoverato in terapia intensiva a Perugia a causa del Covid. “E’ stato un Angelo del Fango che si prodigò per la popolazione fiorentina nei giorni terribili dell’alluvione – ha ricordato il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – e gli siamo vicini in questo momento di difficoltà”.

 

 
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