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Firenze, 'Riaprire le scuole per un giorno': la proposta lanciata da Nardella

Riaprire l'ultimo giorno, 'Un gesto simbolico per i ragazzi, un messaggio importante al Paese'

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lunedì 25 maggio 2020 11:50

Almeno un giorno di scuola. E' la proposta che parte da Firenze, lanciata oggi dal sindaco Dario Nardella, che con un video sui social pubblicato oggi, lunedì 25 maggio, si rivolge prima agli studenti e alle studentesse, e poi direttamente a Conte, chiedendo la riapertura delle scuole, almeno per l’ultimo giorno.

 

"Un gesto simbolico per i ragazzi, un messaggio importante al Paese".

 

"Cari bambini e bambine, ragazzi e ragazze - esordisce Nardella - in questi mesi di emergenza sanitaria noi adulti ci siamo dimenticati di chiederci come stavate, cosa desideravate, di cosa avevate bisogno. Il primo errore del lockdown è stato mettere tutti voi all'ultimo posto dell'agenda politica. Tanto se ne parlerà a settembre, vi è stato risposto. E nel frattempo, chi penserà a voi? Chi aiuterà i vostri genitori che tornano a lavoro? Chi ascolterà il vostro dolore, chi curerà la vostra ansia e angoscia. E allora, come prima cosa per sdebitarci della nostra indifferenza penso che dovremo restituirvi un giorno di scuola, vero. Prima che finisca l'anno scolastico, almeno un giorno, per ritrovarvi nelle vostre aule con gioia, per salutare i vostri compagni, diventati invisibili e intoccabili, per sorridere ai vostri maestri e insegnanti, diventati un'immagine su uno schermo".

 

"Me lo avete chiesto in tantissimi, per questo raccolgo il vostro appello e lo giro al governo anzionale con forza, a partire dalla mia città, Firenze, apriamo le scuole l'ultimo giorno di questo anno scolastico triste e assurdo, in sicurezza e con tutte le precauzioni". 

 

"Stiamo riaprendo tutto, dai teatri ai parrucchieri, dai ristoranti ai negozi di vestiti, signor presidente Conte, non possiamo allora riaprire per un giorno almeno ciò che conta di più per un paese, cioè la scuola? Facciamolo, per non lasciare sospesa questa esperienza drammatica anche per i nostri 8 milioni di bambini e adolescenti italiani, per non lasciare loro la sensazione di essere stati abbandonati, o l'amarezza di una società incapace di dare loro ciò di cui hanno bisogno, care ragazze ragazzi, care bambine bambini, io credo che si possa fare, anzi, che si debba fare".

 

 

 
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