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Coronavirus, le caratteristiche dei bambini e dei ragazzi affetti da Covid-19 in Toscana

Anche i bambini si ammalano di Covid-19, ma le infezioni sono meno gravi

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lunedì 18 maggio 2020 12:58

L’Ars, Agenzia regionale di sanità, ha pubblicato un approfondimento sulle caratteristiche di bambini e ragazzi affetti da Covid-19 in Toscana

 

Le analisi relative alla diffusione del virus tra i bambini sono per adesso concordi su pochi punti: anche i bambini si ammalano di Covid-19, ma le infezioni sono meno gravi. Questo è in estrema sintesi ciò che emerge dagli articoli finora pubblicati, che si basano soprattutto su casistiche cinesi, ma che sono stati confermati recentemente anche da una casistica italiana di bambini che hanno avuto accesso al Pronto soccorso.

 

"Relativamente alla casistica toscana - dice Fabio Voller, coordinatore dell’Osservatorio di epidemiologia di Ars - i dati che possiamo desumere dalla Piattaforma Iss dei casi positivi e alimentata ogni giorno dagli operatori dei Dipartimenti di Prevenzione delle tre Asl toscane possono aiutarci ad inquadrare qualche caratteristica di chi si ammala. Abbiamo deciso di ampliare la nostra analisi anche alla fase adolescenziale, coprendo tutte le classi d’età sotto i 20 anni".

 

Riguardo la casistica in generale in Toscana, sappiamo che la fascia di età in cui si osserva la maggior parte dei casi è quella dei 50-59enni, seguita da quella dei 60-69enni (14,7% dei casi), e da quella dei degli 80-89enni (14,6%). Nella fascia di età 0-19 è stato rilevato appena il 3,1% dei casi totali ed entrando nel dettaglio, i casi sotto i 10 anni sono poco più del 30% della casistica totale della classe.

 

I maschi in generale sono il 45% della casistica totale. Analizzando i dati per le classi di età di interesse, il rapporto tra i generi si conferma anche in tutte le classi quinquennali tra 0 e 20 anni.

 

 

L’andamento temporale dei casi per mese di arruolamento fa vedere che la percentuale degli under 20 sale leggermente nei tre mesi di epidemia: da poco più del 2% dei casi di aprile al 6% di maggio.

 

 

Per quanto riguarda lo stato clinico al tampone, qui presentiamo il confronto tra le tre classi di età: sotto i 10 anni l’85% è asintomatico e paucisintomatico con un 3% di stati severi, questi scompaiono completamente nella fascia d’età 11-20 anni.

 

Riguardo ai luoghi di contagio, come ci si aspettava tutti i bambini ed i ragazzi toscani si sono contagiati all’interno della famiglia oppure durante un’attività di tempo libero.

 

 

Fortunatamente nella casistica messa a disposizione dalla Piattaforma Iss un numero veramente basso di bambini e ragazzi è andato incontro ad un ricovero, 17 in tutto, nessuno in terapia intensiva e infine nessuno è deceduto.

 

Questi dati non riescono tuttavia a rispondere a molte delle domande che stanno attanagliando sia le famiglie che i decisori. Non sono ancora analizzabili i dati clinici sulla casistica toscana: questa sembra ad esempio non aver evidenziato alcun caso di Sindrome di Kawasaki, quindi nessun aumento d’incidenza di una vasculite sistemica potenzialmente più grave, come un recente studio pubblicato sulla rivista The Lancet ha mostrato su una coorte di bambini dell’ Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

 

Infine un aspetto a cui solo recentemente, anche in Italia, è stata posta attenzione e che sembra essere legato solo indirettamente allo stato di salute dei bambini e dei ragazzi: quello della chiusura delle scuole e dei servizi per l’infanzia. In Toscana hanno interrotto la scuola circa 600mila persone. I rischi specifici di questa situazione sono potenzialmente di una maggiore vulnerabilità a situazioni di violenza famigliare, ma soprattutto di danni sul piano educativo, maggiori nei bambini con bisogni educativi speciali, ma anche in quelli che vivono in situazioni di povertà e di sovraffollamento.

 

“Per provare a capire se i bambini possano o meno infettare quanto gli adulti, in quanto più frequentemente pauci o asintomatici - conclude Fabio Voller - sono necessari studi epidemiologici ad hoc su un’ampia casistica, che trascendano probabilmente i confini regionali o anche nazionali. Sarebbero informazioni fondamentali per poter prendere più serenamente decisioni in merito al ritorno a scuola dei nostri ragazzi”.
 

 

 
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