La storia del gelato passa da Firenze
Le origini fiorentine del gelato, fra leggenda e storia
La storia del gelato è lunga e complessa, è infatti un piatto tanto amato, che qualunque città d'Italia vorrebbe potersene accaparrare merito e credito.
C'è chi dice che sia nato a Napoli, già terra della pizza; qualcuno favoleggia di Torino, così vicina ai monti da cui fare arrivare latte fresco e ghiaccio. Qualcuno lo fa risalire adddirittura all'ingegnosità povera di poveri monaci francescani che, avendo fatto voto di povertà, si ritrovavano a mangiare neve, ed a cercare di darvi un po' di sapore aggiungendo un po' di latte, un pizzico di frutta. Volendo risalire ancora più a monte, la bibbia stessa menziona più di una volta piatti simili: Isacco offre infatti ad Abramo latte di capra misto a neve, mentre si racconta che re Salomone fosse un grande consumatore di bevande ghiacciate, e che Alessandro Magno, durante le sue campagne in India, pretendesse un continuo rifornimento di neve da consumare mescolata a miele e frutta durante le marce e le battaglie.
Il gelato è generalmente una mistura di latte, panna, ghiaccio, uova, zucchero e frutta od aromi di altro tipo – oggigiorno soprattutto, è nata la passione per i gusti strani e particolari – e, alle volte, la semplicità stessa dell'idea colpisce. Hanno capito bene gli anglofoni, che lo chiamano 'ice cream': il gelato è, essenzialmente, crema congelata.
Non si sa bene chi sia l'inventore della versione moderna – come già detto, tutti vogliono la paternità di un capolavoro – ma le origini stesse del gelato portano alle mura fortificate di una Firenze già fiorente, ed ancora Medici; il rinascimento non ha portato solo madonne aggraziate e putti grassi che svolazzano nei soffitti delle nostre cattedrali: anche il gelato – o un suo antenato povero – è venuto al mondo in quel periodo.
Era l'inizio del sedicesimo secolo; il medioevo era appena morto, così come Lorenzo il Magnifico, amatissimo signore di Firenze riverito e ricordato ancora oggi.
Si dice che la famiglia dei Medici bandì un concorso: il premio sarebbe andato a chi avesse proposto il piatto più originale, e un povero venditore di polli decise di partecipare con una sua personalissima idea; il suo nome era Ruggieri, e la sua idea era semplice ma originale. Rimescolando nelle vecchie ricette della tradizione, Ruggieri presentò un ghiaccio all'acqua inzuccherata e profumata, che probabilmente noi chiameremmo semplicemente 'granita', che strabiliò i giudici. Ruggieri fu proclamato vincitore, e assunto fra i cuochi della famiglia.
Ma la storia di Ruggieri il polliere non è l'unica che riporta l'idea del gelato a Firenze. Si dice infatti che Buontalenti stesso – scultore, pittore, architetto di famiglia – incaricato dal duca Cosimo di organizzare la festa del Forte Belvedere nel 1559, abbia servito agli ospiti una crema fredda di latte, miele, tuorlo d'uovo, vino e bergamotto, limone ed un pizzico d'arancia.
Quando Caterina de' Medici partì per la Francia si portò dietro la ricetta del Buontalenti, e la crema fredda si diffuse anche in Spagna quando Buontalenti la servì ad alcuni altri suoi ospiti spagnoli.