C'è un nuovo regolamento per il commercio alimentare in centro, Nardella: 'E' guerra ai minimarket'
Le norme riguardano gli esercizi commerciali di generi alimentari nell'area Unesco
venerdì 16 ottobre 2015 15:46
Il comune di Firenze dichiara guerra ai minimarket. E' lo stesso sindaco Nardella a presentare così il nuovo pacchetto di interventi e norme stilate dalla Giunta in materia di decoro e tutela del centro storico di Firenze.
Per ora la proposta di regolamento è passata in Giunta, e aspetta di essere discussa e votata in consiglio comunale. Si tratta di un pacchetto di misure riguardanti gli esercizi commerciali posti nell'area Unesco del centro di Firenze, che vanno dalla rimozione di pannelli luminosi all'obbligatorietà di un bagno accessibile anche ai disabili. A dare la spinta alla stesura delle nuove norme anche la richiesta di chiarimenti da parte dell'Unesco, che pare abbia messo sotto osservazione il comune di Firenze per il piano di gestione del commercio tradizionale.
"Dopo due mesi di lavoro abbiamo questo regolamento, che dimostra quanto vogliamo tutelare l'area Unesco - spiega il sindaco - Non dobbiamo tutelare solo palazzi, ma anche il commercio tradizionale, e per questo abbiamo varato un pacchetto di misure molto incisive. Non vogliamo colpire le attività storiche, ma quelle, esplose negli ultimi anni, che rappresentano un rischio per la salute e il decoro. Non è un regolamento sul commercio, rispondiamo alle norme statali come codice dei beni culturali o internazionali come convenzioni Unesco".
Nel'occhio del ciclone i minimarket, arrivati a 260 nel centro storico, che avranno tre mesi o tre anni, a seconda delle norme, per adeguarsi alle nuove misure, e per chi vuole aprire ci saranno molti nuovi punti da prendere in considerazione. L'obiettivo dell'amministrazione è quello di dare un freno all'apertura di minimarket in centro, e uno stop alla vendita indiscriminata di alcolici, attraverso alcune norme già esistenti, ribadite, e nuove misure che sicuramente non passeranno inosservate.
"Un commercio squalificato, una scarsa attenzione a decoro e qualità sono un danno al nostro patrimonio culturale - afferma Nardella - per noi è importante il contrasto all'abuso di sostanze alcoliche e ai comportamenti che incidono sul decoro e la sicurezza pubblici. La nostra filosofia non è che non ci si debba divertire ma che si debba mantenere una condotta che permetta di tutelare quiete e sicurezza. Il numero dei minimarket è esploso dopo le liberalizzazioni del governo Monti, fatte senza criterio".
Oggi per aprire un esercizio non servono licenze, basta una Scia (segnalazione certificata inizio attività), e con le nuove norme il Comune va a rinforzare i criteri per ottenerla. Entro tre anni dall'entrata in vigore del regolamento anche chi ha già aperto dovrà mettersi in regola, salvo il commercio tradizionale. Il primo criterio, il più complesso da ovviare per chi ha giù un esercizio in funzione, è il limite di grandezza: non potranno essere meno di 40mq e con servizi igienici accessibili ai disabili. "Dato che vendono alcol a fiumi e incentivano il comportamento di chi urina per strada - chiosa Nardella - allora devono dotarsi di strutture che consentano di offrire una soluzione". Si dovranno prendere anche misure anti assembramento, come un servizio d'ordine. Un esercizio che venda generi alimentari al dettaglio non dovrà avere attività legata al gioco, quindi nessuna macchinetta, e nessun servizio di money change, money transfer, phone center, internet point.
Altro pacchetto di misure riguarda il miglioramento della qualità dell'offerta commerciale, e per queste norme i tempi di adeguamento sono di tre mesi. Non sono permessi lo stoccaggio di prodotti in vetrina e l'esposizione e pubblicizzazione di bevande alcoliche in vetrina. Si dovranno vendere almeno cinque tipologie di prodotti tra le seguenti: prodotti da forno, frutta, verdura, gastronomica, latte e derivati, carne e pesce, e sono vietati pannelli luminosi.
Oltre ad alcuni interventi specifici, come il divieto di somministrazioni e vendita di alimenti e bevande in via Tornabuoni e ponte vecchio, viene introdotta una nuova norma, la funzione di esercizio storico, volta a tutelare le attività tradizionali del centro. "Tuteliamo non solo la struttura di esercizio storico, ma anche la funzione, cioè non solo il negozio ma anche cosa vende - spienga Nardella -. Mettiamo il divieto di cambio di funzione per gli esercizi che hanno un valore per il patrimonio culturale, soprattutto l'artigianato, che riteniamo parte del nostro patrimonio culturale, non possiamo tutelare solo le mura, ma anche quello che da anni si fa lì dentro. Se un antico negozio di fabbro chiude, dopo dovrà venire un'altra attività di quel tipo. Deve avere una sua continuità". I negozi storici a Firenze sono circa un centinaio, e rispondono a requisiti specifici che saranno controllati.
Resta valida, e anticipata, la norma che vieta la vendita di alcol da asporto, dalle 21 alle 6. Ancora in vigore il divieto di somministrazione dalle 2 alle 6, oltre al divieto di promozione di alcolici e alcol tour. Per chi dovesse contravvenire sono previste sanzioni pecuniarie da 500 a 5mila euro, in caso di reiterata violazione la sospensione sarà fino a 20 giorni di chiusura del locale.