Oriana Fallaci, la vita di una fiorentina
"Fiorentino parlo, fiorentino penso, fiorentino sento. Fiorentina è la mia cultura e la mia educazione"
martedì 17 febbraio 2015 10:26
Oriana Fallaci nasce a Firenze nel 1929 e cresce "sotto le bombe" come dice lei stessa nei suoi libri.
La famiglia non versa in condizione agiate, ma investono i loro pochi soldi nei libri, passione che rimarrà per tutta la vita alla giornalista. Alla sua morte, infatti, possedeva un'intera biblioteca che fu donata alla Pontifica Università Lateranense di Roma.
Suo padre e sua madre facevano entrambi parte della Resistenza; anche se aveva appena 14 anni, anche Oriana prese parte alla resistenza, affiancando suo padre in alcune operazioni sotto il nome di "Emilia".
Si diplomò con un anno di anticipo presso il Liceo Classico Galileo a Firenze e iniziò a lavorare per il giornale " Il Mattino dell'Italia Centrale" occupandosi di cronaca nera, poi giusiziaria e infine di costume e società, abbandonando nel frattempo l'Università.
Il salto di qualità avvenne nel 1951 quando un suo articolo fu pubblicato sul settimanale L’Europeo, uno dei più prestigiosi del tempo. Il pezzo si intitolava “Anche a Fiesole Dio ha avuto bisogno degli uomini” e raccontava la storia di un cattolico comunista di Fiesole a cui erano stati negati i sacramenti e i cui compagni vestiti da prete avevano inscenato un funerale religioso.
Come le altre sue colleghe iniziò ad occuparsi di spettacoli e cinema ( materie ritenute appropriate alle giornaliste donne) e intervistò i più grandi volti del cinema e volò ad Hollywood, dove continuò il suo giro di interviste che pubblicò nel libro "I sette peccati di Hollywood".
Nel 1961 pubblicò "Il sesso inutile" ove narrava della condizione della donna in Medio Oriente e Oriente, frutto di un viaggio intrapreso qualche anno prima; seguirono poi "Penelope alla guerra" e "Gli antipatici". Tutti furono libri di grande successo in Italia e nel mondo.
Nel 1967 e 1968 fu inviata di guerra nel Vietnam e i suoi articoli descrissero le atrocità commesse sia dagli americani sia dai Vietcong. Da questa esperienza naceque il libro "Niente e così sia".
Nel 1968 era a Città del Messico alla vigilia delle Olimpiadi e restò ferita gravemente da un colpo di pistola nella repressione di una manifestazione studentesca di protesta (la credettero morta, poi dall’obitorio la trasferirono in ospedale).
Negli anni successivi Oriana Fallaci si dedicò alla politica mondiale, riuscendo ad ottenere interviste esclusive dai più grandi esponenti della Storia di quel periodo.
Negli anni Settanta Oriana Fallaci pubblicò altri due libri: “Lettera a un bambino mai nato” (1975) e “Un uomo” (1979).I libri narrano dei suoi due aborti spontanei e del suo rapporto con Alexandros Panagulis, conosciuto come Alekos, uno dei leader della Resistenza greca alla dittatura dei Colonnelli che fu per per tre anni il suo compagno.
Nel 1990 Oriana Fallaci scrisse Insciallah, un libro dove iniziava ad emergere l'intolleranza verso i costumi islamici, proprio in quegli anni intervistò Khomeini, il leader religioso che aveva instaurato in Iran la Repubblica islamica. Durante questa intervista, polemicamente, si tolse il velo che le copriva i capelli.
Due anni dopo rivelò al mondo di avere il cancro che la portò a rilegarsi a New York, nel suo attico di Manhattan.
Tornò prepotentemente sulle scene nel 2001, dopo l'attentato alle Torri Gemelle, quando pubblicò "La rabbia e l'orgoglio" in cui accusava l'Occidente di essere stato troppo debole e accondiscendente nei confronti dell'Islam. Il libro generò infinite polemiche, i detrattori accusarono Oriana Fallaci di razzismo e di perdita della lucidità.
Nell’estate del 2006, gravemente malata, tornò a Firenze e chiese di poter morire nella Torre dei Mannelli guardando l'Arno dal Ponte Vecchio. Desiderio che le fu negato.
Oriana Fallaci è sepolta nel cimitero degli Allori accanto ai suoi genitori; sulla sua lapide c’è scritto, per sua volontà: «Oriana Fallaci – Scrittore»
L'ultimo romanzo della Fallaci è stato pubblicato postumo nel 2008 "Un cappello pieno di ciliege" ed è una saga familiare che attraversa la storia italiana dal 1773 al 1889.