Cinema, l’Astra di Firenze riapre ad agosto per chi resta in città

In programma novità d’autore, grandi classici restaurati e documentari internazionali

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giovedì 07 agosto 2025 12:32

Dopo una breve pausa estiva, il Cinema Astra di piazza Beccaria a Firenze riapre le sue porte ad agosto per chi resta in città. 

 

Martedì 12 agosto prenderà il via una programmazione speciale che accompagnerà il pubblico fino alla fine del mese. A curarla è come sempre la Fondazione Stensen, che ha scelto di proporre diversi film, tra cui alcune novità d’autore, una trasposizione letteraria molto attesa, classici restaurati e un documentario di respiro internazionale. Un’offerta culturale ricercata, pensata per chi resta a Firenze e cerca un’alternativa stimolante nelle serate agostane.

 

“C’è stato un importante sforzo creativo per questa proposta – ha spiegato il direttore Michele Crocchiola – una programmazione così intensa in agosto è piuttosto unica. Riapriamo subito prima di Ferragosto, quando la città pare svuotarsi, ma è anche un momento in cui chi rimane potrà trovare un’offerta all’altezza. Proponiamo film molto diversi tra loro, pensati per pubblici differenti, e speriamo che ci sia una buona risposta. Molti film sono lunghi, tendenza comune a tante produzioni contemporanee, ma questo è un momento in cui forse abbiamo più tempo da dedicare a un bel film, visto in una sala al fresco”.
 

Il giorno di Ferragosto, l’Astra celebra il ritorno sul grande schermo di un classico assoluto: “Fantozzi” di Luciano Salce, proiettato nella nuova versione restaurata in occasione dei 50 anni dall’uscita. Un’occasione per rivedere il primo, indimenticabile capitolo della saga, oggi più che mai attuale nella sua comicità grottesca.
 

Il restauro si aggiunge all’omaggio al cinema di Akira Kurosawa, con cinque capolavori del maestro giapponese in versione restaurata, che consentono di scoprire la sua poetica, la profondità umana della narrazione e la potenza visiva delle sue storie.
 

Dal passato riemerge anche un titolo che invita a riflettere sulla Palestina con uno sguardo malinconico. È il cult “Il tempo che ci rimane” di Elia Suleiman, pellicola dal tono surreale e amaro, che racconta l’epopea del popolo palestinese senza utilizzare il linguaggio della guerra, intrecciando memoria collettiva e storia personale tramite i ricordi della famiglia del regista. Un film per pensare, ma anche per sorridere amaramente. Un modo per ricordare che anche l’attualità più drammatica può essere letta attraverso chiavi inaspettate.
 

Il cinema contemporaneo propone “Soundtrack to a Coup d’État”, documentario del 2024 firmato da Johan Grimonprez, presentato già fugacemente all’ultimo Festival dei Popoli e candidato poi agli Oscar. Il film intreccia musica, politica e memoria collettiva raccontando il colpo di Stato in Congo del 1960 che portò all’assassinio del presidente congolese Patrice Lumumba. Sullo sfondo della guerra fredda e delle tensioni internazionali originate dalla de-colonizzazione l’amministrazione Usa di Eisenhower utilizza Louis Armstrong, inviato come ambasciatore culturale, a copertura per il colpo di Stato, mentre altri artisti jazz come Nina Simone si confrontano con il paradosso di rappresentare una nazione che pratica ancora la segregazione razziale. Una vicenda reale che riflette sul potere, sulla manipolazione culturale e sulla storia africana vista da un’angolazione inedita.
 

Si tratta di un vero e proprio evento invece l’inserimento in programma di “Il conte di Montecristo”, nuova versione francese del classico di Dumas, presentata a Cannes 2024. Con un cast d’eccezione, tra cui anche Pierfrancesco Favino, il film ha sbancato il botteghino in patria, con 9,4 milioni di spettatori. In Italia è stato trasmesso solo su Canale 5 diviso in due parti. All’Astra sarà finalmente proposto nella sua sontuosa versione cinematografica, come nei cinema francesi: cinque proiezioni tra il 14 e il 26 agosto.
 

Tra le novità in uscita, due film d’autore passati nei principali festival europei: “Brief History of a Family”, film cinese presentato a Berlino, è un’intensa riflessione su ciò che si nasconde dietro l'apparente equilibrio di una famiglia agiata; “Frammenti di luce”, film islandese applaudito a Cannes, racconta la crescita di una studentessa, sospesa tra gioventù e vita adulta, segnata da una perdita dolorosa.
 

Infine in anteprima il 20 agosto, dal Festival di Berlino anche “Lo spartito della vita”, film tedesco che ha fatto molto parlare di sé: il ritratto delicato di una coppia anziana e dei suoi tre figli, un affresco familiare moderno, segnato dalla consapevolezza della fine, ma anche dalla bellezza della condivisione.
 

 

 
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