Mercato immobiliare, in Toscana prosegue la corsa dei prezzi. Sugli affitti Firenze la più cara dopo Milano
Marinoni (Confcommercio Toscana) e Barbagli (Fimaa Toscana): 'È il momento di fare scelte politiche per riequilibrare l’accessibilità abitativa'
mercoledì 23 luglio 2025 13:30
Cresce il mercato immobiliare italiano: a livello nazionale, nei primi 6 mesi dell’anno si registrano aumenti sia nei prezzi di vendita (+2%) che nei canoni di affitto (+5,5%), e anche la Toscana è allineata a questi trend. È quanto rivela il report elaborato da Immobiliare.it Insights - la proptech company specializzata in big data e market intelligence per il settore immobiliare del gruppo Immobiliare.it - per Confcommercio Toscana e FIMAA (Federazione Italiana Mediatori Agenti d'Affari) Toscana, frutto di una collaborazione strategica nata con l’obiettivo di fornire uno spaccato aggiornato del mercato immobiliare regione per regione e provincia per provincia.
In Toscana la domanda d’acquisto mostra segnali positivi in quasi tutti i territori tra gennaio e giugno, a esclusione della provincia di Arezzo e del comune di Massa, che sperimentano lievissimi cali (-0,4% e -1,9% rispettivamente). Proprio per tale incremento dell’interesse, anche i prezzi salgono diffusamente: l’incremento più sostanzioso è quello del comune di Prato (+5,7%), seguito da quello di Firenze (+5,3%), mentre a frenare la crescita c’è la provincia di Massa Carrara (-2,8%), al pari del comune di Arezzo (-0,7%). L’offerta di case in vendita, infine, nonostante la crescita della richiesta, sale in gran parte delle aree, ma fanno da contraltare, tra gli altri, il comune e la provincia di Siena, giù del 4,9% e del 3,9% rispettivamente.
Il prezzo medio regionale di vendita, alla fine di giugno, è di 2.573 euro al metro quadrato (+3,1% da inizio anno). La media più alta si registra nel comune di Firenze (4.577 euro/mq), quella più bassa in provincia di Arezzo (1.447 euro/mq).
Sul fronte affitti, l’offerta cresce, da inizio anno, soprattutto in provincia di Firenze (+34%) e in quella di Livorno (+28,6%). Massa Carrara è l’unica area in cui lo stock disponibile diminuisce sia nella provincia che nei due comuni capoluogo. La pressione della domanda, invece, diminuisce in molti casi, in conseguenza dell’aumento dell’offerta, ma ci sono anche zone in cui si notano importanti picchi dell’interesse, come nel comune e in provincia di Grosseto, che registrano un’ascesa del 43,6% e del 42% rispettivamente.
I canoni medi di locazione aumentano a livello regionale (+5,4%), ma si abbassano nel comune di Lucca (-2%) e in provincia di Pistoia (-1,9%), mentre rimangono stabili in provincia di Arezzo (+0,2%). Il prezzo medio regionale è di 15,8 euro al metro quadrato, con punte fino ad oltre 21 euro a Firenze, seconda città più cara nella Penisola per affittare alle spalle di Milano.
C’è una particolare tipologia di affitto che, a livello di offerta, sta aumentando in Toscana. Si tratta degli affitti transitori, ovvero contratti di locazione non inferiori ai 30 giorni e non superiori ai 18 mesi. Se si guarda, per esempio, alle aree turistiche toscane, rispetto al 2021 la disponibilità di immobili proposti in affitto con contratti tradizionali (4+4) è calata del 67%, mentre è aumentata del 24% per i transitori. Un fenomeno che solleva interrogativi sull’accessibilità abitativa e l’impatto del turismo sulla residenzialità.
Il capitolo relativo alle locazioni commerciali a livello regionale evidenzia una certa stabilità dell’offerta di locali in affitto negli ultimi anni (-0,5% sul 2020), sebbene con forti disparità territoriali. È il caso, ad esempio, del comune e della provincia di Firenze, che mostrano tendenze opposte: mentre nel comune di Firenze l’offerta, dopo un periodo di stabilità, registra un calo del 18,1% nel 2024 rispetto al 2020, nella provincia si rileva invece un aumento dell’8,4%.
Il canone di affitto più elevato si registra proprio nel comune di Firenze, dove si è toccato il picco di 21,8 euro/mq nel 2023, per poi scendere nel 2024 a 20,7 euro/mq. Nel 2020 era pari a 17,1 euro/mq, con un incremento complessivo di oltre il 20%. Segue il comune di Siena, dove il canone ha raggiunto nel 2024 i 18,4 euro/mq, in crescita del 17,2% rispetto al 2020. Nel complesso, le variazioni dei prezzi risultano abbastanza contenute rispetto al 2020. Le flessioni più marcate si registrano nel comune di Grosseto (-11,7%) e nella provincia di Prato (-9,9%).
"Il mercato immobiliare toscano si muove in linea con il trend nazionale, mostrando segnali di vivacità sia sul fronte delle compravendite che delle locazioni. In particolare, Firenze evidenzia un incremento deciso dei canoni di affitto, tanto da avvicinarsi sempre più ai livelli di Milano, che resta il mercato più caro del Paese. Questo andamento riflette una crescente attrattività del capoluogo toscano, legata a fattori economici, turistici e culturali, ma apre anche a riflessioni sulla sostenibilità dell’accesso alla casa nelle aree a maggiore pressione abitativa", afferma Paolo Giabardo, Direttore Generale di Immobiliare.it.
"Quello che emerge dalla fotografia di questa ricerca è molto più di un semplice dato di mercato: è uno specchio delle trasformazioni sociali ed economiche in corso. La crescita degli affitti transitori, la compressione dell’offerta abitativa stabile, la polarizzazione dei prezzi tra le province sono segnali chiari. La politica, a livello regionale e nazionale, è chiamata a dare risposte strutturali su fiscalità, pianificazione urbana e sostegno all’accesso alla casa", dichiara il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.
"Come FIMAA – aggiunge il presidente degli agenti immobiliari toscani di Confcommercio Carlo Barbagli - crediamo che i dati debbano essere la base per costruire decisioni pubbliche eque ed efficaci. Per questo abbiamo voluto questa analisi, sotto l’egida di Confcommercio Toscana e con la professionalità di Immobiliare.it. Una sinergia – sottolinea Barbagli – che ha permesso di elaborare una mappatura dettagliata dell’andamento di vendita e locazione in ogni provincia toscana, offrendo agli operatori economici e ai decisori pubblici uno strumento prezioso di lettura del mercato".