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Firenze per la pace: basilica, moschea e sinagoga aprono insieme le porte

Presentato il progetto di fraternità a Santa Croce: 'Gesti concreti che siano segni efficaci di speranza'

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venerdì 30 maggio 2025 17:00

Un progetto di fraternità, che consolida le relazioni tra le tre grandi religioni abramitiche e il ruolo di Firenze come città di pace, avrà il suo cuore nel complesso monumentale di Santa Croce e nel suo quartiere. L’iniziativa di collaborazione vede protagoniste, con l’Opera e la Comunità dei Francescani di Santa Croce, le comunità ebraica, islamica e cattolica fiorentine, il Comune di Firenze e il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Firenze. Il progetto è stato presentato dai suoi promotori ieri pomeriggio, nel cenacolo di Santa Croce, in occasione dell’apertura del Festival dei Cammini di Francesco, che quest’anno si svolge nel segno delle celebrazioni per gli 800 anni del Cantico delle Creature ponendo un accento particolare sul tema della fraternità tra gli uomini e i popoli.

 

“Firenze, attraverso questo progetto di fraternità, riafferma il suo ruolo storico di città della pace e del dialogo. Oggi c’è profonda necessità di gesti concreti che siano segno efficace di speranza. Per questo, tutti insieme, sentiamo forte l’impegno di farci costruttori di ponti culturali e spirituali. Lo spazio urbano della città - dove si aprono le porte della basilica francescana di Santa Croce, della sinagoga e della moschea - così potrà diventare sempre più luogo di accoglienza, di conoscenza reciproca e di incontro. Un segno autentico di speranza per tutte le persone di buona volontà, perché soltanto attraverso la pratica umile e coraggiosa della fraternità potremo superare le angosce del tempo presente”, è quanto dichiarano insieme la sindaca di Firenze Sara Funaro, la presidente dell’Opera di Santa Croce Irene Sanesi, il rabbino capo di Firenze Gadi Piperno, l’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli, l’imam di Firenze Izzedin Elzir, fra’ Roberto Liggeri per la Comunità dei Frati francescani di Santa Croce e Irene Stolzi direttrice del Dipartimento di scienze giuridiche dell’Università di Firenze.

 

L’annuncio del progetto è stato un’occasione particolare per richiamare, insieme, il valore necessario della fraternità e per ricordare, a un mese dalla scomparsa, papa Francesco che con la sua Fratelli tutti ha messo in evidenza che i credenti e le diverse religioni possono offrire “un prezioso apporto per la costruzione della fraternità e per la difesa della giustizia nella società”. In questa direzione ci si impegnerà attraverso l’iniziativa annunciata ieri.

 

Sarà un progetto di fraternità coltivato prima di tutto attraverso i luoghi: dopo l’estate è prevista l’apertura congiunta della basilica, della moschea e della sinagoga per l’accoglienza di un pubblico ampio, con iniziative specifiche per creare ponti e far crescere le relazioni tra la città e tutte le sue comunità religiose. La città di Firenze si conferma così, come affermava Giorgio La Pira, luogo speciale di dialogo spirituale e civile. E spazio particolare di incontro religioso è l’intero quartiere di Santa Croce che accoglie, con la basilica francescana, anche la sinagoga e la moschea.

 

La collaborazione che lega la Chiesa Fiorentina, la comunità islamica e quella ebraica con l’Opera e la Comunità francescana di Santa Croce avrà una tappa significativa, nel prossimo autunno, anche con la celebrazione della Giornata della fraternità, un’esperienza già consolidata che, in forza di questo nuovo accordo di collaborazione, che coinvolge anche la cattedra di Diritto e religione dell’Università di Firenze, avrà una sua ulteriore evoluzione.

 

Del resto, la vocazione di Santa Croce a essere punto d’incontro viene ricordata quest’anno anche da un importante anniversario di cui si farà memoria nella Giornata della Fraternità: nel 1955 Giorgio La Pira scelse di riunirvi i sindaci delle capitali del mondo e i protagonisti dei colloqui del Mediterraneo. Di quella eccezionale stagione di speranza resta - tra le altre memorie - la foto scattata in basilica dove, in piena Guerra Fredda, il cardinale Elia Dalla Costa e il sindaco di Mosca, Michail Jasnov si tendono la mano sotto lo sguardo del sindaco santo.

 

 
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