I 'meccano' di Tano Pisano tornano a Firenze: la mostra in Palazzo Vecchio
C'è anche la bici di Pantani tra le opere della nuova esposizione temporanea 'Meccano'
venerdì 21 luglio 2023 17:34
"Meccano", così si intitola la nuova esposizione temporanea dell'artista Tano Pisano che aprirà sabato 22 luglio nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, a Firenze. Il primo “meccano” concepito e realizzato da Tano Pisano fu l'Albero Davanzati, creato ad hoc per la mostra allestita nel 2013 nell’omonimo palazzo trecentesco del centro di Firenze.
Dieci anni dopo, fantasia, arte, poesia e colore tornano in mostra, e insieme a quell’albero c’è anche la bicicletta di Marco Pantani. Per l’eclettico artista Tano Pisano, siciliano di nascita e da alcuni anni versiliese d’adozione, si tratta di una variegata mostra personale retrospettiva di opere d’arte il cui comune denominatore è, appunto, la lunga ricerca di Tano Pisano sul “meccano” che, secondo il Dizionario dei giochi di Andrea Angiolino e Beniamino Sidoti, è «un gioco di costruzione per la realizzazione di modellini meccanici mediante elementi metallici perforati, viti, dadi e bulloni».
Organizzata dalla Fondazione Centro Arti Visive (CAV) di Pietrasanta (LU) e curata dalla storica dell’arte Elisa Gradi, la mostra sarà inaugurata sabato 22 luglio alle ore 11 nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, alla presenza, oltre che dell’Artista, dell’assessore alla cultura del Comune di Firenze, Alessia Bettini, del presidente del CAV Nicola Stagetti e della curatrice, per poi proseguire fino a martedì 8 agosto, sempre con ingresso libero.
"Un percorso che alterna disegni, pitture e sculture, lavori nei quali poter ammirare il processo creativo di Tano Pisano e nello stesso tempo la sua capacità di sperimentazione a 360 gradi – commenta la vicesindaca e assessora alla Cultura, Alessia Bettini - Passato e futuro, meticolosità e ricerca, si mescolano, grande attenzione viene data sia alle forme e ai colori, sia all’aspetto emotivo e psicologico della pittura. Bello in particolare approfondire il suo viaggio alla scoperta del ‘meccano’, elemento che dà anche titolo a questa mostra. Siamo davvero soddisfatti di ospitare in sala d’Arme le opere di questo artista".
"Per noi oggi è un grande onore essere qui a presentare l'operato del Maestro Tano Pisano – aggiunge Nicola Stagetti - La Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta è portatrice e garante di autenticità di queste opere, che sono frutto di un intenso lavoro di ricerca di materiali e colori, dalle quali si percepisce un continuo crescendo di sensazioni di stupore e meraviglia. La storia di Tano Pisano è ricca di eventi che si susseguono uno dietro l'altro con il consenso e l’ammirazione di molti. Quello che troveremo in mostra è una piccola selezione dell'intero operato ed è per questo che la Fondazione CAV, è favorevole a sostenere con ogni suo mezzo l'ampio operato del Maestro".
Situata al piano terra di Palazzo Vecchio, con l’ingresso rivolto a nord, la Sala d’Arme accoglie per la prima volta la selezione di una trentina di opere di Tano Pisano. Gli oltre 300 metri quadrati della sala medievale fiorentina accoglieranno il grande murale di plexiglass che nel 2021 fu realizzato per le due arcate cieche a destra e sinistra del portone di ingresso dell’ex-chiesa di Sant'Agostino a Pietrasanta.
Completano l’allestimento artistico della Sala d’Arme una quindicina tra pitture e disegni realizzati con varie tecniche sia su carta (compreso quello del famoso cavallo protagonista qualche anno fa di una grande mostra a Siena), sia su tela; tre teste di bronzo; due sculture piccole e due grandi in “meccano” (tra cui il famoso albero Davanzati e la bicicletta di Pantani); infine due sculture “mobiles” (in legno e ferro).
"Tano Pisano porta a Firenze quella materialità felice e giocosa del ‘Meccano’ - spiega la curatrice Elisa Gradi - cerimonia di un teatro visivo che transita dalla staticità alla dinamicità, con frammenti di colore e materia che sprigionano un’energia vitale, in dialogo con l’architettura severa e imponente della Sala d’Arme. Organismi metallici che inneggiano a una leggerezza densa di liricità, con la carica cromatica e immaginaria che si intensifica nell’accordo degli elementi, nella continua ricerca della giusta intonazione di pieni e vuoti e la complicità, ritmica e visiva, che il loro creatore instaura, con rinnovato incanto, nella geometria dello spazio che accoglie la sua opera. La leggerezza aerea e mobile delle sue costruzioni si sprigiona così nel profilo pietroso e continuo dell’impianto architettonico – conclude - divenendo terreno di infinite possibilità e premessa di metamorfosi incessanti, dalla gravità alla levità, dalla realtà all’astrazione, dal silenzio all’incanto sonoro".