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Aumento tassa di soggiorno, le associazioni di categoria: 'Firenze la più cara d’Italia, inaccettabile'

La risposta di Bettarini e Bettini: 'Non graviamo sui fiorentini, previsti investimenti importanti nel settore'

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martedì 21 febbraio 2023 16:59

"Firenze sarà la città con l'imposta di soggiorno più alta d’Italia e tra le più care d'Europa". Non ci stanno le associazioni di categoria Assohotel Confesercenti Firenze, Aia Federalberghi Firenze e Confindustria Firenze Sezione Industria Alberghiera, fortemente critiche sull'aumento della tassa di soggiorno.

 

"È il risultato della decisione dell'amministrazione comunale di Palazzo Vecchio di approfittare subito dell'approvazione dell'articolo 787 della legge di bilancio che dà facoltà ai Comuni di procedere in base ai dati Istat sulle presenze turistiche qualora superino di venti volte il numero dei residenti".

 

"Venezia è a un massimo di 5 euro, ma con il criterio della stagionalità, cioè con importi ridotti nei periodi di minor affluenza, e sconti a seconda delle zone in cui gli hotel sono ubicati; a Roma si pagano 7 euro per i 5 stelle e 6 euro per i quattro stelle, ma per i tre stelle si scende già a 4 euro, che diventano 3 per gli una e due stelle. A Firenze invece le nuove tariffe, annunciate dal Comune durante gli incontri con le categorie economiche, prevedono 3,50 euro per gli alberghi a 1 stella, 4,50 euro per i 2 stelle, 6 euro per i 3 stelle, 7 per i 4 stelle e 8 euro per i cinque stelle. Per l’extra alberghiero 5,50 euro tranne che per le residenze d’epoca a 7 euro. Firenze inoltre è la sola tra le città turistiche con i parametri per l’applicazione degli aumenti pronta a vararli da subito, per recuperare circa 20/25 milioni necessari per la copertura del bilancio 2023", continua la nota firmata dai tre presidenti delle associazioni di categoria, Monica Rocchini, Francesco Bechi e Stefano Rosselli.

 

"Peraltro l’applicazione delle nuove tariffe dovrebbe scattare dal 1 aprile, mettendo a rischio il sistema delle prenotazioni, considerando che un gran numero di camere sono state già vendute ai prezzi finora in vigore, cosa che potrebbe portare a contestazioni e cancellazioni, mentre sarebbe stato più opportuno darsi una scadenza più lunga per consentire al sistema di adeguarsi".

 

Un aumento che le associazioni di categoria delle imprese alberghiere "hanno fortemente contestato, proponendo anche alternative, senza però alcuna considerazione. Le imprese del comparto alberghiero non possono condividere una simile imposizione, perché va ad incidere sulla dinamica dei prezzi e rischia di spingere i turisti, soprattutto chi arriva in comitiva, verso soluzioni di pernottamento più economiche, anche di pochi euro, guardando magari all'offerta dei comuni dell'area metropolitana, dove l'imposta è nettamente inferiore. Una tassa di soggiorno che per altro appare iniqua, in quanto solo i soggiorni nelle strutture ricettive vengono colpiti, quando la filiera del turismo genera ricchezza diffusa per l'intera città e avvantaggia tante altre tipologie di impresa. Il turista insomma mangia, consuma, fa shopping, ma si guarda al solo aspetto del pernottamento, così che al turista mordi e fuggi non viene chiesto un euro in più di contributo, con il risultato di disincentivare la permanenza".

 

"In un momento così delicato, in cui il turismo esce da 2 anni di restrizioni e con forti perdite subite dal Covid, ma fortunatamente in una fase di crescita e stabilizzazione, si rischia di compromettere il delicato recupero di destinazioni, come Firenze, che stavano appena rialzando la testa, caricando di ulteriori costi i turisti e di burocrazia gli albergatori. Anche se il 2022 ha portato le aziende a marginare nuovamente, questi margini vanno solo parzialmente a coprire le perdite derivanti dalle chiusure Covid; le aziende ricettive sono tutte fortemente indebitate con tassi instabili e in crescita e a dover combattere con il rialzo dei costi energetici. Il tutto ha impoverito le aziende soprattutto quelle medio piccole del nostro territorio", conclude la nota.

 

Arriva la risposta della vicesindaca Alessia Bettini e dell’assessore al bilancio Giovanni Bettarini. "Per non gravare sui fiorentini abbiamo deciso di chiedere un contributo ai turisti che visitano la città. Porteremo la delibera sull’imposta di soggiorno nella prossima giunta. La nostra città sta facendo uno sforzo importante sullo sviluppo per le infrastrutture di mobilità e per quelle per il turismo ed un esempio è la Fortezza da Basso con i suoi spazi espositivi e Firenze Fiera. Noi non riteniamo giusto che solo i fiorentini vadano a sostenere lo sforzo che fa una città come la nostra, che ospita turisti in numero di oltre 20 volte maggiore quello degli abitanti, e per questo abbiamo valutato, dopo averne discusso da tempo anche con gli albergatori, l’incremento dell’imposta di soggiorno, che come ricordiamo è a totale carico dei turisti. In questi quattro incontri con le categorie abbiamo illustrato le nostre idee sull’imposta di soggiorno anche alla luce del boom delle presenze turistiche della nostra città e ci siamo impegnati con loro a realizzare alcune misure a partire dalla lotta all’evasione fino alla stagionalità, che ci è stata proposta dagli albergatori stessi, e abbiamo concordato di favorire le presenze di carattere professionale e non prettamente turistiche per 7 giorni anche se non consecutivi”.

 

 

 
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