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Neonato morto a Roma, l’appello della sindaca di Empoli: ‘In ospedale un familiare accanto alla donna che partorisce’

'Non basta una mamma per prendersi cura del bambino, serve un “villaggio”'

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venerdì 27 gennaio 2023 13:28

Dopo il tragico episodio che ha visto la morte per soffocamento di un neonato l'8 gennaio all'ospedale Sandro Pertini di Roma, la sindaca di Empoli, Brenda Barnini, ha lanciato un appello alla Regione Toscana e alle aziende sanitarie territoriali sulla possibilità di affiancare alle neomamme in ospedale un familiare o una persona cara.

 

“Confesso che da quando ho letto la notizia della tragedia successa all’ospedale Pertini non riesco a smettere di pensarci. Ho letto tanti commenti, prese di posizione, accuse di ogni tipo contro quella povera mamma, contro le ostetriche, si è parlato di violenza ostetrica, messo sotto accusa il metodo del rooming in e in generale trasformato una disgrazia infernale nel l’ennesima occasione per sparare sentenze – ha scritto Brenda Barnini sui social - Per me è stato inevitabile come penso per qualsiasi altra donna che abbia vissuto l’esperienza del parto ripensare a quei momenti. Ho avuto un primo parto cesareo d’urgenza dopo lunghe ore di travaglio, non è stata una passeggiata e i giorni successivi sono stati i più faticosi e allo stesso tempo meravigliosi della mia vita. Si dice che insieme al bambino nasca anche la mamma ed è esattamente così, ma non basta una mamma per prendersi cura del bambino, serve un “villaggio””. 

 

La sindaca di Empoli ha poi raccontato in un lungo post su Facebook delle sue due esperienze di parto: una nel 2015, avendo a fianco a sé il marito nei giorni di degenza in ospedale, e la seconda nel 2020 quando, a causa della pandemia, non era più consentita la presenza del babbo o di un familiare se non per poco tempo negli orari di visita. In quel caso: “Le ostetriche furono semplicemente meravigliose, attente, competenti, incoraggianti, pronte ad aiutare e disponibili – ha raccontato Barnini - Eppure ho avuto paura, ho temuto di non farcela e ho desiderato che David, mio marito, potesse essere lì sempre giorno e notte come era successo la prima volta”. 

 

“Ecco, io penso che la Regione Toscana e le aziende ASL nei loro dipartimenti e reparti materno infantili dovrebbero subito prendere la saggia decisione di rendere nuovamente possibile per ciascuna donna che partorisce avere accanto giorno e notte un familiare, il babbo, una sorella, un’amica, una persona di cui si fida – ha concluso la sindaca - Perché in quella stanza, in quel letto, possa nuovamente nascere un bambino, una mamma e un po’ del villaggio che servirà per farlo crescere”. 
 

 

 
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