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Firenze, un giardino intitolato a Elena di Romania: arriva l'ok della giunta comunale

'Importante figura femminile che ha lasciato il segno nella nostra città'

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venerdì 11 giugno 2021 12:22

Ha trascorso quarant’anni in esilio a Villa Sparta, tra Firenze e Fiesole. Qui si è fatta conoscere e apprezzare, il suo nome è tra i membri-fondatori del Giardino dell’Iris e supportò la città negli anni dell’alluvione. E ancora ha salvato decine di migliaia di ebrei dalla deportazione, per questo ha ricevuto post mortem dallo Stato di Israele il titolo di “Giusta tra le Nazioni”. Si tratta di Elena di Romania a cui presto sarà intitolato un giardino di Firenze.

 

La delibera ha ricevuto il via libera della giunta comunale su proposta dell'assessore alla Toponomastica Alessandro Martini e recepisce la mozione della capogruppo della Lista Nardella Mimma Dardano approvata a gennaio in consiglio comunale.

 

"Continua l'impegno dell'Amministrazione nella intitolazione di luoghi pubblici della città a figure importanti nella storia della città - sottolinea l'assessore Martini - con una particolare attenzione alle donne. Il giardino Elena di Romania si aggiunge infatti agli altri luoghi dedicati a figure femminili dal giardino Tina Anselmi all'altana della Biblioteca delle Oblate dedicata a  Marielle Franco, dalla strada Nilde Iotti al viadotto tranviario di San Donato intitolato a Margherita Hack, dalle vie Monna Tessa e Maria Petrocini fino alla passeggiata Carla Voltolina e alla nuova struttura del Giardino d'Ardiglione dedicata a Fioretta Mazzei. Come Amministrazione dedichiamo grande attenzione alla toponomastica al femminile e continueremo in questo percorso"

 

La consigliera Dardano si sofferma su Elena di Romania."Parliamo di una figura femminile importante per la vita della nostra città di cui fu tra i protagonisti nel periodo in cui qui abitò: raffinata, colta, rigorosa, amante dell’arte, generosa, una donna che ha amato Firenze e a Firenze ha lasciato il segno e che ha ricevuto anche il titolo di "Giusta tra le nazioni" per aver salvato migliaia di ebrei dalla deportazione. Per questo grande soddisfazione per questa intitolazione che testimonia la riconoscenza della città al suo contributo e alla sua sensibilità verso i fiorentini. L’intitolazione è ‘Elena di Romania’ perché il suo desiderio durante l’esilio nella nostra città era di essere conosciuta proprio con questo nome”.

 

Elena di Romania era principessa di Grecia e di Danimarca. Il 10 marzo 1921 andÑ‚ sposa a Carlo principe ereditario di Romania, dal quale divorziÑ‚ cinque anni dopo. Fu sovrana reggente nel 1924-30 e assistente al trono di suo figlio re Michele nel periodo 1940-47. E’ “la regina dei quattro esili” e visse a Firenze per quarant’anni, tra il 1932 e il 1940 e tra il 1948 e il 1981.  Nel 1932 acquistò Villa Sparta, a San Domenico, e si dedicò alla sua nuova dimora con il suo giardino che tutt’ora conserva il progetto di Cecil Pincent.  Amante dei giardini e delle colline fiorentine, troviamo il suo nome tra i membri- fondatori del Giardino dell’Iris al Piazzale Michelangelo e membro della giuria internazionale del Concorso dell’Iris del 1961.  Nel 1966, Elena di Romania si adoperò subito per aiutare la città alluvionata, organizzò una raccolta fondi e portò aiuti umanitari alla popolazione, di questo le fu grato l’allora sindaco Piero Bargellini.  Negli anni ’40, durante il regime di Ion Antonescu in Romania, la regina madre Elena si adoperò per la salvezza di migliaia di ebrei, in particolar modo assieme a Traian Popovici, sindaco di CernăuÈ›i (oggi Chernivtsi in Ucraina). Insieme riuscirono a impedire – per una parte solo momentaneamente – la partenza di 20.000 persone. Per questo nel 1993, undici anni dopo la sua morte, è stata insignita del titolo di “Giusta fra i popoli“ dallo Stato di Israele e il suo nome figura nel monumentale Yad Vashem di Gerusalemme.

 

Un altro episodio a cui è legata Elena di Romania è la vicenda di Mafalda di Savoia. Nel 1943 fu proprio lei a darle notizia del rischio che correva a rientrare in Italia, Mafalda era partita per Sofia per assistere la sorella Giovanna il cui marito Boris III di Bulgaria era in fin di vita. Elena di Romania fece fermare appositamente il suo convoglio e tentò di offrirle protezione ma Mafalda non accettò l’offerta e proseguì, andando incontro al suo destino (fu deportata e morì nel campo di Buchenwald nel 1944).

 

 
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