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La testimonianza: 'Sul traghetto dalla Sardegna non ci hanno misurato neanche la febbre'

Il racconto di una donna scandiccese tornata dalla Sardegna

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giovedì 27 agosto 2020 17:49

Ancora alto il numero di contagi di Coronavirus in Toscana e in tutta Italia, dovuto soprattutto al rientro di persone dall'estero ma anche da alcune zone vacanziere in cui sono attivi dei focolai. Una regione sotto l'attenzione nazionale è la Sardegna, dove in particolare nella zona di Porto Cervo (ma non solo) si sono registrati molti positivi negli ultimi giorni. Con i casi di diversi vip risultati positivi che hanno attirato l'attenzione mediatica.

 

Sotto osservazione in generale i rientri dalla regione sarda. A 055firenze.it raccogliamo la testimonianza di Tiziana, donna scandiccese tornata negli ultimi giorni proprio dalla Sardegna: "Ci aspettavamo sinceramente molti più controlli, visti i tanti casi positivi e l'attenzione anche mediatica. Ma in realtà non ci hanno misurato neanche la febbre nel viaggio di ritorno verso Livorno".

 

Un racconto che si fa poi più dettagliato: "Abbiamo fatto una coda interminabile in macchina, circa un chilometro, prima di salire sul traghetto verso casa. Credevamo che, visti i tanti casi positivi, ci sarebbero stati molti più controlli dell'andata. All'andata a Livorno ci hanno provato la febbre due volte, in due postazioni diverse. Da Olbia invece non ci hanno mai provato la temperatura", ci dice Tiziana, in vacanza con la famiglia nella zona della Costa Paradiso, nella parte settentrionale dell'isola. Lontani dalla 'movida' di Porto Cervo e dintorni.

 

"Credevamo che la coda all'imbarco fosse per maggiori controlli, magari per farci dei test sierologici, visto che sui giornali se ne parlava per diversi porti italiani. Invece niente, probabilmente era per una questione di distanziamento", continua Tiziana. "Eravamo più di 1000 persone sul traghetto, ma non ci hanno provato la febbre. Noi abbiamo passato il viaggio all'aperto, sul ponte, ma in tanti sono rimasti sulle poltrone o nelle cabine".

 

A livello di mascherine, com'era la situazione? "Noi eravamo all'esterno con la mascherina, qualcuno era senza ma comunque eravamo all'aria aperta e piuttosto distanziati. Devo dire che rispetto all'andata c'era meno affollamento. Anche se, all'interno del traghetto, non c'erano controlli per il distanziamento".

 

In generale, in Sardegna, che situazione avete trovato? "In Costa Paradiso non c'era affollamento, poco anche sulle spiagge, anche nelle 'calette', mentre abbiamo evitato quelle più affollate. Dove eravamo noi il personale di ogni posto, dai ristoranti ai negozi, era molto preciso con mascherine e protocolli. Ci controllavano sempre e riprendevano chi non indossavano la mascherina. Invece quando ci siamo fermati a Golfo Aranci la situazione era diversa: siamo passati in un bar a prendere la colazione, ma neanche il personale del locale aveva la mascherina".

 

Infine, una nota di amarezza: "Non è stato un viaggio di ritorno tranquillo, devo dirlo. Magari qualcuno poteva avere la febbre a 38° sul traghetto, ed essere stato in mezzo a 1000 persone. Il termometro è uno strumento che ci hanno dato e va utilizzato, dà un minimo di sicurezza. Ci è sembrato come se ci volessero rimandare a casa senza troppi controlli".

 

(immagine di repertorio)

 

 
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