'Gino Bartali. Una bici contro il fascismo', presentazione del libro a Firenze
Con testimonianze inedite
venerdì 25 gennaio 2019 10:00
Domenica 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, alle 18 nella sala ex Leopoldine, in piazza Tasso, c sarà la presentazione del libro di Alberto Toscano “Gino Bartali. Una bici contro il fascismo”.
“Una storia vera raccontata come fosse un romanzo. In quegli anni bui – ha detto il presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci – nonostante Gino Bartali mietesse successi su successi, non ha mai fatto il saluto fascista, cosa che facevano tutti per onorare la vittoria. E' stato un grande campione nello sport e nella fede. Alla presentazione di domenica – ha annunciato Sguanci – sono stati invitati anche il cardinale Giuseppe Betori, la presidente della Comunità ebraica Daniela Misul ed il rappresentante della comunità islamica di Firenze Izzeddin Elzir. L'uomo si ritrova nell'uomo, ed è questo il messaggio di fratellanza che ha portato avanti Gino Bartali. Abbiamo scelto come sede della presentazione la sala ex Leopoldine perché accanto al Circolo Aurora che è il circolo nazionale che organizza la corsa ciclistica Firenze-Viareggio”.
“Mio padre è stato un eroe silenzioso. La cosa che sapeva fare meglio – ha ricordato Luigi Bartali – era pedalare. Con questa scusa ha fatto circa 45 gite fino ad Assisi e dintorni per prendere questi documenti falsificati che salvarono tante vite. Lui diceva di non sapere niente perché, così diceva: “Se mi dovessero fermare non devo dire bugie”. Lui quindi spiegava: “Non ditemi cosa devo trasportare. Lo faccio volentieri”.
Una volta fu fermato e fu portato a Villa Triste. Dopo qualche giorno – ha continuato Luigi Bartali – un Maggiore lo riconobbe e gli chiese cosa ci facesse lì. E lo liberò capendo che non aveva fatto niente di male. Gino era loquace quando parlava delle sfide con gli altri ciclisti ma era taciturno quando doveva parlare di queste vicende”.
Il libro è il risultato delle ricerche di Alberto Toscano, giornalista italiano che vive e lavora da 33 anni a Parigi, dove è stato presidente della Stampa estera e dove collabora attualmente a vari programmi politici e culturali dei principali media transalpini. La vita e la personalità di Gino Bartali vengono descritte grazie a una serie di testimonianze in parte inedite, che nell’edizione italiana si sono arricchite sull’onda del successo editoriale registrato in Francia. Tra le testimonianze di particolare rilievo ci sono quelle dei due figli viventi di Gino (Luigi e Bianca Maria) e della nipote Gioia, figlia del primogenito Andrea. Ci sono anche le testimonianze di persone che hanno conosciuto «Ginettaccio» e che avevano finora mantenuto il massimo riserbo a proposito delle conversazioni con lui.
Gino Bartali in vita non aveva mai voluto rivendicare il suo personale contributo al salvataggio di almeno 800 ebrei, ha ricevuto molti riconosceimenti dopo la sua morte, tra cui la medaglia d’oro al valor civile della Repubblica italiana e il titolo di «Giusto tra le nazioni» attribuito dal Mausoleo della Memoria di Yad Vashem a Gerusalemme.