Galileo a Firenze: tra scoperte e controversie
La vita, le scoperte e il riconoscimento tardivo di Galileo a Firenze
lunedì 15 febbraio 2016 16:06
Galileo Galilei si trasferì a Firenze da bambino, quando la sua famiglia lasciò Pisa. Firenze divenne presto la sua città d'adozione, un luogo dove sviluppò la sua passione per la scienza. Qui entrò in contatto con importanti figure intellettuali, come il professor Ostilio Ricci, che lo introdusse alla matematica e alle scienze. La città toscana fu anche la culla delle sue prime scoperte, in particolare nell'ambito della meccanica e della matematica.
Il legame con Firenze si rafforzò ulteriormente quando, nel 1610, Galileo tornò nella città dopo aver trascorso anni a Padova. All'epoca era ormai un nome conosciuto in tutta Europa, ma il ritorno a Firenze non fu senza difficoltà. Sebbene fosse protetto dal Granduca Cosimo II, che lo nominò Matematico e Filosofo della Corte, le sue teorie copernicane incontrarono resistenze, in particolare da parte di alcuni accademici e della Chiesa.
Nonostante le critiche, Galileo continuò a fare delle sue scoperte il fulcro del suo lavoro. A Firenze, nel 1611, presentò i suoi studi a Roma, dove ricevette l'attenzione di Papa Paolo V, ma la sua fama iniziò a scontrarsi con l'opposizione della Chiesa. Nel corso degli anni, Galileo visse a Firenze anche momenti difficili, culminati nel processo del 1633, quando fu costretto ad abiurare pubblicamente le sue teorie.
Alla fine della sua vita, Galileo si ritirò nella villa di Arcetri, una piccola località fuori Firenze, dove visse gli ultimi anni in isolamento forzato. Nonostante la sua condizione di prigioniero agli occhi della Chiesa, continuò a lavorare, scrivere e riflettere sulle sue teorie. Morì il 8 gennaio 1642, ormai cieco e malato. La sua morte fu un grande evento per la città di Firenze, ma le sue esequie furono modeste. Galileo fu sepolto nella Basilica di Santa Croce, ma senza alcun monumento a causa del suo conflitto con la Chiesa.
Nel 1737, a oltre novant'anni dalla morte di Galileo, fu finalmente eretto un monumento sulla sua tomba nella Basilica di Santa Croce, come segno di riscatto e riconoscimento per il suo contributo alla scienza. Il monumento, commissionato dal Granduca di Toscana, Francesco Stefano di Lorena, fu realizzato dallo scultore Giovanni Battista Foggini, uno dei principali artisti fiorentini dell'epoca.
La scultura raffigura Galileo in piedi, con un abito accademico e un astrolabio in mano, simbolo delle sue scoperte astronomiche. Accanto a lui, ci sono figure allegoriche che rappresentano la Fama e la Scienza, celebrando il suo ingegno e la sua eredità.