Lucrezia nacque a Firenze il 22 Giugno 1427, figlia di Francesco Tornabuoni, un importante diplomatico che aiutò Cosimo de Medici ( la cui storia potete leggere qui) a tornare a Firenze dopo l'esilio.
Nel 1444 sposa Piero Il Gottoso ( la storia la trovate qui) , di sette anni più vecchio di lei. Il matrimonio fu pieno di reciproco rispetto e molto stabile. Ne nacquero 6 figli: Lorenzo ( Il Magnifico), Giuliano, Bianca, Lucrezia e due bambini morti subito dopo il parto.
Lucrezia non era bella. Nelle cronache dell'epoca era descritta come miope, col “naso depresso, afona e priva d'odorato”. Ma ogni singola fonte è d'accordo nel definirla una donna d'acume e con ottime capacità intellettuali.
Lei stessa era una poetessa e fin dal suo matrimono decise di circondarsi di poeti e pensatori come Agnolo Poliziano e Luigi Pulci.
Dalle sue lettere al marito Piero si evince che lei stessa curava la preparazione culturale dei figli, spingendoli vrso le scienze umanistiche.
Femminista in un mondo precluso ( almeno ufficialmente) alle donne fece sempre vanto del suo cognome da nubile, per aiutare la sua famiglia: i Medici potevano avere potere e ricchezze, ma difettavano di un cognome antico e suggestivo. I Tornabuoni, invece, erano una delle famiglie più antiche di Firenze e accostando il suo cognome a quello dei Medici, Lucrezia accordava ai suoi figli quel vessillo mancante.
Faceva molta beneficenza, per questo era molto amata dai cittadini. Marcello Vannucci scrive di lei “Lucrezia Tornabuoni è veramente una regina. Senza un trono ufficiale, ma che ha saputo costruirsene uno tutto suo personale, che s'è fatto di giorni in giorno sempre più pubblico. La gente l'ammira; lei riscuote rispetto e devozione; fa opere di bene, ma conosce anche l'arte di combattere i suoi avversari, che coincidono sempre con quelli che sono i nemici di Casa Medici”.
Quando il figlio Lorenzo, detto successivamente Il Magnifico, era in età da matrimonio, fu lei a scegliere Clarice Orsini.
Lucrezia sapeva che, se i Medici volevano espandere il proprio potere oltre i confini di Firenze e non inimicarsi le famiglie della città, doveva scegliere una sposa “straniera” per suo figlio. Così andò a cercare la nuora a Roma, vagliando attentamente ogni candidata.
Notò Clarice mentre passeggiava per la strada e, come scrive dalle lettere al marito, ella catturò subito la sua attenzione per la dolce bellezza e la timidezza che esprimeva.
E così Lucrezia scelse la sua erede.
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